Dopo la prima domenica di Quaresima celebrata a Ponte San
Pietro la Pro Patria vive da protagonista il Mercoledi delle Ceneri pareggiando
per uno a uno con la Virtus Bergamo.
In effetti, nel primo
tempo si sono viste solo le ceneri della bella squadra apprezzata in precedenti
occasioni.
“A quest’ora si lavora”, questo lo striscione esposto dagli
ultrà in curva per protestare contro questo calcio feriale poco rispettoso dei
tifosi.
Il campo, invece, srotola uno striscione virtuale che
sintetizza la gara: “Chi di rigore non ferisce, di rigore perisce. Infatti, gli
ospiti colgono l’occasione del penalty per il fallo di Guadagnin, che ferma un
avversario innescato da un errore di Zaro e Germani la mette dentro. La Pro
Patria ha identica opportunità, ma Santana manda sul palo. Dopo il rigore
sbagliato in Coppa Italia con il Como e dopo il rigore sbagliato a Lecco, “Marito”
concede il tris. Pregasi cambiare rigorista, Le Noci ringrazierà.
Mister Javorcic aveva detto che se 20 occasioni da rete non
bastano per segnare un goal ne faremo 25. In effetti la Pro Patria dopo aver
centrato un palo, una traversa e ri-preso un palo su rigore ha trovato la rete
nei minuti finali con Le Noci, dopo un vero e proprio assedio alla porta della
Virtus Bergamo.
Ospiti che non si sono lasciati mancare nulla colpendo a
loro volta un palo e mangiandosi almeno tre occasioni da rete ghiottosissime.
Non vogliamo entrare a far parte del distaccamento tecnico
di Coverciano presente allo stadio che saprebbe risolvere con un click la
situazione della Pro Patria, ma solo sfogarci un attimo dopo queste due ultime
partite con delle riflessioni. Poi, con un click tutti liberi di cestinare
quanto letto, tanto non cambia nulla.
Cosa non ha convinto?
Nel primo tempo l’approccio alla gara apparso timido, il
timore percepibile dagli sguardi dei ragazzi, i nervi eccessivamente tesi, forse
lasciati in eredità dallo shock di domenica scorsa. Ma, qui ci si aspettava che
i senatori della squadra fossero in grado di trascinare i più giovani con una
diversa leadership. Invece, abbiamo visto due giocatori considerati “indispensabili”
come Colombo e Santana non dare quel qualcosa in più che ci si aspettava. Gazo
e Bortoluz, entrati nel secondo tempo, sono sembrati più tonici e determinati.
Soprattutto Bortoluz che con la sua fisicità e con i suoi movimenti ha dato energia all'attacco.
Da capire se le ritenute indispensabilità di certi giocatori
siano ancora da ritenersi tali. Al momento non sembra proprio essere così e
viene in soccorso la panchina lunga che potrebbe dare una svolta a questo
momento di appannamento.
A proposito di esterni, con tutto il bene che possiamo
volergli, ma forse è giunto il momento di dare respiro a Cottarelli, il ragazzo
si impegna, corre e lotta, ma giunto al momento decisivo non riesce proprio a
trovare precisione e concretezza.
Per finire, Pedone è parso in difficoltà in quel ruolo, porta palla, non è portato al dialogo e di fatto influisce sui tempi di gioco.
Meglio nel secondo tempo quando è stato spostato sulla fascia.
Come sempre pareri personali del tutto sindacabili che tali
rimangono e che forse sono secondari in questo momento nel quale oltre a non
trovare il goal nonostante le occasioni create, la squadra sembra vivere una
flessione psicofisica piuttosto netta.
Intanto, il Rezzato suona la decima sinfonia e vola via, nonostante sia andato sotto di una rete con il Ciserano. Poi, l’attacco atomico
ha sistemato la situazione, volando lontano dai tigrotti ora insidiati dal
Pontisola.
Pensare che i bresciani possano reggere questo ritmo è
davvero difficile, da capire se i tigrotti sapranno cambiare il loro di ritmo ora impostato sull’andamento lento.
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