Silenzi, ansie, paure. La settimana più lunga dell’anno è
carica di tensione. Ognuno si protegge come può per evitare che finisca come al
solito.
C’è chi non parla, chi non pronuncia, chi fa l’opposto di
quel che fece prima del Padova, del Verona, della Feralpi Salò, del Pergocrema.
I club hanno deciso che non si farà nessuna coreografia,
bandierine, festoni e coriandoli sono sempre stati bruciati a fine gara dalle delusioni cocenti. L’esperienza è figlia degli errori del passato che nessuno
vuole più ripetere.
La settimana, seppur partita tardi a livello lavorativo,
sembra infinita, interminabile, massacrante.
Il sogno è lì ad un passo, basta allungare la mano, ma l’obiettivo
appare così lontano da raggiungere.
Ci si chiede quale sarà l’atteggiamento del Darfo Boario le
cui potenzialità sono indiscusse, visto che è stato a lungo capolista e vanta
numeri del tutto simili a quelli della Pro Patria. Soddisfatto del risultato
acquisito, oppure desideroso di mostrare la sua forza?
Sembra non esistere più il calcio di una volta, quando le partite di fine campionato erano una formalità per chi non aveva più nulla da chiedere al torneo.
Sembra non esistere più il calcio di una volta, quando le partite di fine campionato erano una formalità per chi non aveva più nulla da chiedere al torneo.
Non è più così e per fortuna vista l’impresa del Lecco a
Rezzato che ha rilanciato le ambizioni della Pro Patria.
Servirà vincere una gara maledettamente complicata nella
quale gli avversari giocheranno la loro partita per rispetto verso sé stessi e
verso il Rezzato.
Servirà la miglior Pro Patria e il miglior pubblico.
Un pubblico che, oltre ad essere numeroso, dovrà essere paziente, evitando ai ragazzi ogni ulteriore pressione. I giocatori, soprattutto i più
giovani, andranno in campo con uno zaino pieno di preoccupazioni sulle spalle.
Giocare con l’idea che un errore possa condizionare un intero campionato non è
certamente cosa semplice. Se a questo si dovesse aggiungere un’ulteriore
pressione negativa da parte del pubblico la probabilità che qualcuno vada in
tilt è altissima.
Dobbiamo vincere tutti insieme, lo Speroni dovrà essere il
paradiso per i tigrotti, l’inferno per gli avversari. Non sprechiamo l’occasione
di giocare in casa questo match senza dare il nostro sostegno per tutti i 90 minuti
della gara.
Ci saranno tanti speciali guest, tanti tifosi figli della
primavera, curiosi dell’ultimo minuto, sfaccendati occasionali, tutte categorie
che non avendo vissuto da vicino la stagione dei tigrotti non possono
comprendere lo stato d’animo di questi ragazzi, gli sforzi prodotti per
arrivare fin qui, i meriti maturati.
Tramite l’esempio dei tifosi di sempre si dovrà educare gli
occasionali alla necessità di tifare positivo fino alla fine, comunque vada la
partita.
Si consideri il delicato equilibrio nervoso di chi scenderà
in campo e quanto possa influire negativamente una percepita non vicinanza del
pubblico. Sarebbe un’autorete clamorosa!
Tutti insieme per la Pro Patria, tutti insieme per i nostri
colori dall’inizio alla fine del match.
Chi pensa di non farcela, chi si sente giustificato dal
criticare in virtù del fatto che ha pagato il biglietto, chi ha giocato a
pallone e quindi si sente in diritto di poter dire sempre e comunque l’ultima
parola, chi è 40 anni che vede il calcio e quindi pensa di sapere molto più
degli altri, chi si diverte a criticare a prescindere, ha il permesso di stare
a casa.
Non verrà chiesta la giustificazione.
Ci aspetta una grandissima gioia o un'enorme delusione.
Comunque vada le si dovrà vivere tutti insieme, nel bene e nel male.
Flavio Vergani
Ci aspetta una grandissima gioia o un'enorme delusione.
Comunque vada le si dovrà vivere tutti insieme, nel bene e nel male.
Flavio Vergani
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