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La Pro Patria batte peer quattro a uno il Darfo Boario e vola in serie C. Doppietta di Disabato, Santana e  Gucci mettono i tigrotti in modalità Rezzato (12 reti nelle ultime tre partite per i tigrotti) e il Boario, dopo un buon inizio, si comporta come l'acqua frizzante messa al sole: si sgasa.
Facile raccontare il match, difficile descrivere la festa del popolo biancoblù giunto in massa allo "Speroni". Ben 2368 paganti, più accreditati e non paganti che facilmente fanno sfondare la quota di 2500 presenti.
Da sempre desideriamo scrivere questo pezzo, ma giunto il momento è difficile trovare le giuste parole.
La gioia è stata immensa per tutti, seppur apparentemente contenuta, ci si sentiva come dopo un'anestesia totale, quando si riprendono i sensi senza avere la giusta lucidità per gustarsi un momento così desiderato da far rimanere senza parole.
E' stato bello viverlo guardando negli occhi quelli di sempre che hanno sofferto per arrivare a questo traguardo.
Più delle parole parlavano gli occhi di mister Javorcic, dei giocatori, dei tifosi, delle mamme e dei papà dei giocatori, della presidente Patrizia Testa, del direttore sportivo Sandro Turotti, dello staff.
Oggi è stata promossa la Pro Patria e i suoi tifosi, ma non è stato promosso Busto in generale, in quanto riempire lo stadio nella giornata della festa è il minimo che poteva accadere, ma non il massimo che si sarebbe potuto fare.
Questa promozione ha un nome e un cognome sul campanello: Patrizia Testa, la presidente che ha messo soldi (tanti)e passione per riportare i colori della Pro Patria dove si meritano. La città le aveva promesso quello che ancora non è riuscita a darle. Un po' poco, anzi, decisamente poco per aspirare ad essere dalla parte dei vincitori.
Una vittoria fortemente voluta, arrivata con un punto di vantaggio sulla corazzata Rezzato, quella che per qualcuno avrebbe asfaltato il Darfo Boario ( ci ha pensato la Pro a farlo), il Lecco ( ci ha pensato la Pro a farlo) per poi umiliare la retrocessa Romanese con un set a zero che non è bastato per vincere il campionato.
Un punto di differenza, forse proprio quello del pareggio casalingo con la Pergolettese, quando mister Javorcic prese parole da qualche tifoso (e non solo) per aver difeso il pareggio con cambi conservativi, temendo di perdere la partita. Molti dissero che pareggiare o perdere sarebbe stata la stessa cosa. Non proprio, visto che se così fosse stato oggi, senza quel punto, si dovrebbe spareggiare con i bresciani.
I meriti di questa squadra sono immensi perchè ha saputo stupire tutto e tutti, i pessimisti, ma anche gli ottimisti, i fatalisti, ma anche i complottisti, i presunti competenti, ma anche gli inossidabili incompetenti.
Chi ha creduto nella Pro Patria è stata la Pro Patria e pochi altri. Uno di questi è stato il direttore sportivo del Pontisola che più volte ha detto che la Pro Patria avrebbe vinto il campionato in quanto con qualità e organizzazione superiore a tutte le altre squadre. E, detto da lui era una garanzia, visto quello che ha fatto a Ponte San Pietro.
Che dire di più? Quelli che sono rimasti fino a tarda sera con gli ultrà a festeggiare la squadra tra fiumi di birra e salamelle non hanno bisogno di leggere qui quello che hanno provato. Gli altri, probabilmente non leggeranno mai queste righe in quanto già tornati nella loro consueta dimensione.
Per cui ci  fermiamo qui, diciamo solo GRAZIE a tutti i ragazzi, al mister, alla presidente Patrizia Testa per questa impresa che ci  hanno regalato.
Era un sogno, ora è una realtà. GRAZIE RAGAZZI!
Flavio Vergani



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