Dopo l’interesse verso la società di via Cà Bianca
dimostrato lo scorso anno dal gruppo comprendente Simonini, ecco l’interesse
del gruppo Calleri. Al di là dell’esito delle trattative, che lasciamo a chi di
competenza, quello che emerge è che la Pro Patria è tornata ad essere
interessante per gli investitori esterni.
Nel recente passato non fu così tanto da temere la
scomparsa della società bustocca per mancanza di alternative alla gestione Vavassori. Il gruppo degli “inglesi”, dei “novaresi”,
degli “anonimi” con interessi sul territorio, furono le alternative alla
gestione dell'ex patron che culminò con l’esportazione massiva di giocatori
biancoblù verso Reggio Emilia e la cessione della gestione sportiva al gruppo comprendente
Ulizio che fece toccare alla storia bustocca il punto più basso della sua
storia centenaria. Insomma, un “ciapà no” che testimoniava quanto fosse stata svalutata
l’azione a nome Pro Patria sul mercato e quanto poco appeal avesse il biancoblu sul mercato calcistico locale.
Ora, la realtà appare del tutto
cambiata.
Il processo di “rebranding” curato da Patrizia Testa,
oltre che generare vittorie sul campo, ha riqualificato il brand Pro Patria
tanto da farlo tornare vendibile senza sottocosti, forti sconti o promozioni
forti.
Il mercato ha le sue regole che dicono che più la domanda
cresce e più il prezzo sale. Nel caso specifico l’equazione si applica a metà. Il calcio a queste latitudini non è certamente un investimento che permette di
staccare cedole di interesse, ma rimane il fatto che chi desidera fare calcio
in una squadra sana a livello finanziario ed impeccabile sotto il punto di vista
dell’atteggiamento etico punta gli occhi sui biancoblù.
Una vittoria che si somma ai
risultati sul campo a testimonianza di un progetto che sta crescendo nel
migliore dei modi.
La serie C costa ( anche se qualcuno
nel passato ha sempre sostenuto che produceva addirittura utili), ma costava
anche la serie D, anzi, in proporzione potrebbe costare di più la serie D che
non la serie C che perlomeno permette di avere un cash back relativo ai diritti
televisivi, alla politica dei giovani, alla valorizzaizone dei vivai
delle grandi squadre.
Certamente una goccia nel mare di
soldi necessari per vivere la serie C senza grandi rischi, ma realtà come
Gozzano, Albissola, Virtus Verona, Giana Erminio, Renate, confermano la
fattibilità della categoria anche per
realtà strutturate come la Pro Patria.
La serie C conquistata, lo scudetto
sul petto, i campi di allenamento che dovrebbero essere consegnati a inizio
stagione ( promessa del Sindaco Antonelli) sono realtà a lungo inseguite da Patrizia Testa che, per questo, meriterebbe di vivere e godersi da protagonista il momento.
Un modo per gratificare e riconoscere
lo sforzo fatto dalla presidentessa per togliere il calcio di Busto dalla
palude. Uno sforzo fatto da sola, mettendoci tanti soldi e dopo aver subito un
tradimento mondiale.
Logica vorrebbe che conquistato il paradiso
se lo possa godere fino in fondo.
Flavio Vergani
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