Sembra persino strano che si parli di partite
forse alterate(Parma), di fallimenti annunciati(Bari, Cesena, Reggiana) o di situazioni
finanziarie preoccupanti(Mestre, Entella) senza parlare di Pro Patria.
E’ persino strano constatare che per il
secondo anno consecutivo la Pro Patria parte per il ritiro con la rosa pressochè
fatta.
Nessuna nostalgia per il calcio
scommesse, per le esportazioni di rami d’azienda verso Reggio Emilia ( il tempo
è sempre galantuomo) e per il calciomercato last minute che portava a Busto
giocatori con lo zainetto pieno dei soldi di papà, ma si fa quasi fatica a
credere alla normalità dopo aver vissuto l’eccezionalità per troppi anni.
E’ stato
persino difficile esultare e godere del “Biplete”, perché a Busto ci si era
abituati a perdere piuttosto che vincere, soffrire piuttosto che esultare. Ci
eravamo abituati a perdere i play off e i play out.
Trovarsi vincitori senza neppure
giocarli i play off e con uno scudetto vinto nella “pole” è talmente “tanta roba” che il
metabolismo del tifoso bustocco non ha saputo nemmeno considerare, valorizzare,
considerare l'evento. O, perlomeno, ha trovato difficoltà nell'esternarlo.
Che dire dei silenzi seguiti all’iscrizione
al campionato? Qualcuno ha forse nostalgie della “signorina fidejussione”? Dei
punti di penalizzazione puntualmente arrivati per ritardi strategici di
pagamento? Di appelli ai bustocchi? No, nessuno, ma questo “trovarsi iscritti”
con fidejussione versata e senza rischi di essere nella lista dei sotto
processo per “documentazione mancante” è una piacevole novità che la realtà fa
apparire come scontata ma che il nostro essere profondo sembra non considerare.
Quindi? Ringraziare Patrizia Testa per
l’ennesima volta? Si, certo, ma non è questo il punto. Meglio godersi questa
ritrovata serenità gustandosi il momento e facendo qualcosa per i nostri
ragazzi, per il nostro allenatore e per la nostra presidentessa.
Cosa? Niente di particolare. Ognuno come
gli va. Un segno di vicinanza per dire grazie. Una maglietta acquistata, una
critica in meno, un po’ di pazienza in più, un grido più forte dagli spalti,
una carezza ai giocatori più giovani, un’incitamento in più verso chi è in
difficoltà, un abbonamento alla Pro Patria, un biglietto regalato ad un amico.
Tanti modi per dire grazie a chi ha
regalato la normalità e ridato colore al biancoblù a strisce.
Cento modi per dire "grazie, uno per anno di vita della Pro Patria. Un modo per far sventolare sempre più in alto i nostri colori.
Forza Pro Patria!
Flavio Vergani
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