Termina con la vittoria della Pro Patria per due a zero l'amichevole con il Briga novarese. A segno il gioiellino Ghioldi e l'albanese Pllumbai.
Prossimo test match a porte chiuse a Monza contro i locali di mister Zaffaroni, Giorno e D'Errico.
Prosegue senza sosta la noiosissima estate del calcio italiano che, dopo aver sbandierato aria di riforme per rimediare all'esclusione nel campionato del mondo, ha pensato bene di involversi al posto di evolversi, tanto che al 17 agosto ancora non si conosce la data ufficiale dell'inizio dei campionati di serie B e di serie C.
Tutto rimandato all'ennesima riunione degli organi politici che,in data 22 agosto decideranno se e quando far partite i campionati. Probabile lo slittamento al 16 settembre, quando i vari processi sportivi, gli appelli e i controappelli saranno terminati e finalmente si potrà pensare al calcio giocato.
In pratica, la Pro Patria e più o meno tutte le squadre quel giorno avranno nelle gambe ben tre mesi di preparazione, durante i quali è stata data la possibilità di giocare solo due gare ufficiali (andata e ritorno con il Gozzano), oltre che una serie infinita di amichevoli o test match davvero poco stimolanti ed interessanti.
Un calcio completamente allo sbando i cui organi direttivi pretendono molto dalle società, colpendole pesantemente in caso di ritardi anche minimi delle deadline imposte, ma non dimostrano altrettanto rispetto verso le stesse con gestioni ai limiti con la fantascienza quanto a pianificazioni e rispetto dei timings.
Chi ne fa le spese, oltre alla credibilità del movimento, è il tifoso che meriterebbe diversa attenzione e rispetto. Purtroppo, o meglio per fortuna, il tifoso non è un cliente normale, in quanto l'infinita passione che lo anima fa accettare, seppur a denti stretti, una situazione che meriterebbe solo indifferenza e distacco. Una fedeltà che garantisce la certezza di poter operare senza regole senza correre il rischio di perdere attenzione e considerazione da parte dell'utenza.
Discorso valido per i tifosi, ma non per gli sportivi e dagli spettatori occasionali sempre meno attratti da un mondo che da scintillante Luna Park si sta trasformando in scalcinato "baraccone" di periferia. Poi, non lamentiamoci se gli stadi si svuotano e i giovani preferiscono altro. Chi oggi sceglie un'alternativa al calcio non può essere biasimato e neppure rimproverato, visto che nulla si sta facendo per dare un senso a qualcosa che lo sta perdendo. E non per colpa dei tifosi o delle società, ma solo di chi più che pensare ad agire nel concreto si preoccupa di finalizzare accordi utili a garantire maggioranze elettorali per il solito "cadreghino" nel posto che conta. Che poi sia una conseguenza non di un merito concreto ma di una fine strategia relazionale poco importa. Nel bene o nel male l'importante è che se ne parli. Per tutto il resto...poi si vedrà.
Flavio Vergani
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