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Quando il lunedì si espone la bancarella delle recriminazioni e dei rimpianti significa che qualcosa è accaduto nella partita della domenica.

La bancarella della Pro Patria ha diverse scatole tutte contenenti un modello di rimpianto diverso.

La scatola degli arbitri sta diventando sempre più ricca e questo deve far riflettere. Da capire chi confeziona questi modelli e il motivo per il quale il lotto destinato a Via Cà Bianca sia spesso fallato. Sono fake cinesi? Oppure, sono realtà? In questo caso quale è il motivo di tale regolarità di fornitura da respingere? Noviziato della matricola? No, l’Albissola è matricola quanto la Pro Patria. Un piano preciso del fornitore contro i biancoblù? Per quale motivo? Per punire una società modello? O, solo incapacità del tessitore sempre solo a sfavore dei tigrotti?

Limitarsi a questa analisi per giustificare i conti che non tornano sarebbe errore imperdonabile.

Infatti, c’è anche la scatola dei rimpianti “made in Busto Arsizio” come quella perfettamente confezionata dallo stilista Mastroianni. Fosse stato almeno Gucci, sarebbe stato ampiamente a tema e la firma avrebbe In parte giustificato il capolavoro dell’assurdità.

Una scatola riempita da tanta ingenuità e scarsa furbizia che ha inciso sul taglio del risultato finale.

La bancarella biancoblù ha anche molte altre scatole contenenti firme di qualità come le marche a nome Santana, Le Noci e Disabato, lasciarle spesso chiuse senza mostrarne la bellezza ai potenziali clienti alla lunga potrebbe far cambiare etichetta alla scatola, reindirizzandola verso lo scaffale dei rimpianti. Il bisogno aguzza l’ingegno per cui ci sta che ha volte serva ricorrere alla marca all’ ingrosso, ma piange il cuore vedere quelle scatole spesso chiuse o aperte solo a fine giornata, quando si devono chiudere i conti, spesso già in rosso.

C’è poi la scatola delle belle speranze, alcune con prezzo di acquisto sopra la media, ma che più di una volta sono apparse un po’troppo “fallate”. Il prezzo di acquisto elevato non può giustificare all’infinito la presunta elevata qualità percepita solo sul capitolato, ma non nella realtà.

Il credito non può essere infinito e serve scegliere a quale scatola si vuole appartenere. Il mercato ha regole chiare da sempre che non prevedono deroghe di valutazione in funzione della data di produzione del prodotto. Può capitare il lotto fuori standard, ma deve essere un’eccezione e non una regola.

Infine, la scatola delle delusioni. Fortunatamente poche sulla bancarella biancoblù, anche se sorprendenti per le marche che sono finite dentro.

Delusioni alcune dovute all'impalpalità del tessuto che si pensava di altro pregio e altre solo potenziali vista l’impossibilità di giudicarne la stoffa in quanto mai messa sul banco del mercato bustocco. Capire se trattasi di una “cinesata”, o meglio di “albanesata”, o di un reale prodotto da discount è esercizio impossibile proprio per la mancata esposizione al giudizio del cliente finale.

La cassa della bancarella non è ancora in rosso ,nonostante le scatole nere da decodificare con urgenza per capire se qualcuno ha scritto in anticipo il destino della rotta, augurandosi lo schianto, oppure se un decollo sia ancora possibile dopo i temporali che hanno reso amaro il check in dei tigrotti nella nuova categoria

Flavio Vergani

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