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La tv ha colpito ancora. I dati made of www.bustocco.it sono devastanti:
 
RaiSport 26 incontri: 1 Vinta / 9 Pareggiate / 15 Perse / 1 rinviata per ghiaccio e poi non giocata davanti alle telecamere
 
Secondo Canale Rai Diff. 1 Vinta 61-62 Serie B
 
Sky: 1 vinta / 1 persa
 
CarpeDiem: 1 pareggio
 
Sportitalia differita: 1 sconfitta

Ma, abbiamo vinto lo stesso. Abbiamo confuso le idee agli spettatori casuali che si sono chiesti se quanto vedevano sullo schermo fosse un fake: Scudetto tricolore sulle maglie della Pro Patria e non su quelle della Juventus.
Un dubbio amplificato dalla presenza sul campo di Nedved e Paratici. Sogno o realtà? Realtà.
Peccato non aver potuto sfoggiare la maglia biancoblù che senza dubbio avrebbe vinto la gara in eleganza con quella bianconera, rimaneggiata e deturpata nel corso degli anni per seguire un trend a sfondo finanziario, piuttosto che valorizzare una tradizione,
Abbiamo vinto perché Patrizia Testa ha preso in mano il microfono e con stile, garbo e incisività ha subito fatto capire che la serietà della Juventus è da rispettare ma che a Busto non è da meno.
Ha saputo addestrare la sua lingua quando ha fatto riferimento a “quelli che c’erano prima…”quando lei non era presidente. Un passaggio che ha fatto temere il tackle scivolato sul campione del mondo, ma  Patrizia ha saputo “toccarla piano” per non essere ammonita.
I due commentatori del match l’hanno lodata nel modo migliore, dicendo di lei che “dalle sue poche parole dette si capisce la serietà di questa presidentessa e del suo progetto”.
I campioni dell’Italia siamo noi, non solo in campo ma grazie a questo “bomber”che ha saputo vincere la partita più importante: vincere il campionato e lo scudetto vestendo la maglia della serietà e della credibilità.
Adesso viene il difficile, inutile girarci intorno. Serve consolidare il progetto in una dimensione completamente diversa. Una dimensione molto competitiva, con players attrezzati e ambiziosi, in piazze che fanno tremare i polsi solo a pronunciarne il nome.
L’inizio è stato esaltante, forse troppo. Le aspettative si sono alzate, le preoccupazioni quasi svanite. Ora, serve tornare alla realtà. Quella da tutti conosciuta e temuta.  Con una certezza in più, la Pro Patria non è un vaso di coccio in mezzo a vasi di piombo. Errori a parte, è emersa la competitività della squadra e da queste certezze occorre ripartire.
Il calendario è stato terribile e lo sarà ancora di più nelle prossime giornate: Pro Vercelli, Novara, Piacenza. Squadre sulla carta fuori portata per i tigrotti, in virtù di organici più simili a corazzate che a squadre di serie C.
Un tris di partite che segue un tris di trasferte difficili. I tigrotti venderanno cara la pelle ma non sarà semplice. Si tornerà allo “Speroni” e questa dovrà essere la nostra forza. Prima e dopo la gara libertà di critica, perché questo è il bello del calcio, ma nei novanta minuti un solo grido, forte, rimbombante, unico: FORZA PRO PATRIA. A prescindere da tutto, risultato ed errori compresi.
Flavio Vergani

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