
Non che l’Arzachena abbia aiutato a confezionare uno spot
pubblicitario per il calcio di serie C, visto l’atteggiamento con il quale è
scesa a Busto.
I sardi a tratti sono apparsi più una squadra di rugby che
di calcio con falli sistematici a centrocampo e tante liberazioni alla ricerca
della “touche” in grado di allontanare gli avanti locali dall’area di meta.
Andando avanti così per i sardi ci saranno poche mete e
tante delusioni e il campo finora ha confermato l’ipotesi.
Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, la vittoria è
come il maiale, non si butta via niente al di là di come sia arrivata, ma per
gli esteti del calcio non è stato certamente il pomeriggio ideale.
Mister Javorcic ha sottolineato che la vittoria è arrivata
nonostante l’assenza di cinque giocatori.
In particolare, l’assenza di Mastroianni e Santana hanno ridotto
le scelte offensive, Fietta quelle in mezzo al campo e Sanè quelle difensive.
Cinque assenze sono molte, sempre e in ogni caso, anche se
nel caso dei tigrotti la rosa è così numerosa vasta e ben assortita che in
automatico la numerica si diluisce a livello percentuale.
L’avvocato del diavolo potrebbe obiettare su questo punto, visto che finora la teoria del “tutti titolari, nessun titolare” è rimasta
ancorata più alla teoria che alla realtà.
E, proprio in occasioni come quella di ieri, la domanda che più
di un tifoso si è posto è focalizzata proprio su questo punto.
Se la teoria è del tutto titolari e nessun titolare l’aspettativa
è di vedere in campo giocatori che hanno atteso pazientemente il loro turno. Se
questo non avviene quando mancano cinque giocatori la teoria rimane tale.
A chi ci si riferisce? A due esempi diversi tra loro:
Il primo riguarda Pllumbaj, attaccante a zero minutaggio
dopo 11 partite, che si pensava potesse trovare spazio nel doppio turno
casalingo viste le assenze di Mastroianni e Santana.
Il secondo ai nostri giovani in panchina, come Ghioldi e
Marcone, praticamente inutilizzati da inizio campionato.
Nel caso del primo ci si chiede se serva davvero tutto
questo tempo per adattarlo alla categoria, dopo averlo comunque ritenuto pronto
per essa in sede di calciomercato.
Per i secondi la domanda spontanea ed istintiva riguarda il
progetto giovani nel suo insieme.
Se per l’intoccabile( in tutti i sensi)Mangano si sono
perdonati e giustificati i peccati di gioventù, ritenendoli parte integrante
del processo di maturazione, ci si chiede il motivo per cui analogo ragionamento
non si attui per Ghioldi e Marcone che, a differenza del portiere, non hanno
richiesto pesanti investimenti economici e quindi sono i potenzialmente a più
alta plus valenza finanziaria.
Pensare che in 11 partite non ci sia stata l’occasione per
una manciata di minuti per questi giocatori apre il tema ad una domanda: la
rosa è davvero realmente così numerosa o lo è solo a livello teorico?
Le regole sugli under non ci hanno mai convinti fino in
fondo e non vorremmo che al posto di favorire i giovani, in alcuni casi li
possa danneggiare.
Il rischio che possa finire come quei medicinali miracolosi
che usi una volta e poi te li dimentichi nel cassetto, ritrovandoli scaduti qualche
anno dopo, sembra esempio calzante per la realtà descritta.
Flavio Vergani
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