Una sfida “impossibile” vinta a Novara,
qualcuna sfiorata come a Carrara, qualcuna mezza centrata come ad Arezzo.
Qualche partita persa più con la testa che con le gambe come a Piacenza e con
la Juventus U23, forse una sola partita persa con merito in casa con il
Piacenza.
In poche parole: questa squadra ha poco
da invidiare alle altre. Comprese le più forti finora affrontate.
Cosa manca? Lasciando perdere le bombe
di mercato e le legittime aspettative dei tifosi, l’impressione è che se solo
ci si convincesse di più del proprio valore si potrebbe trovare quel coraggio
che a volte è mancato per “matare” l’avversario.
Ieri, per esempio, in campo si
è vista una Pro Patria con personalità ed identità ben definite, anche quando si
era in parità numerica.
Il secondo tempo è stato un monologo
dei tigrotti che ha portato prima al pareggio, ossia all’obiettivo minimo,
senza tuttavia centrare l’impresa della vittoria, sprecata per un calcio di rigore
sbagliato che ricorda gli errori del recente passato.
Quello che ha colpito positivamente è
stata la maturità con la quale la squadra ha affrontato la prima della classe
in casa sua, senza soffrirla più di tanto e con la forza di affermare il
proprio gioco anche in casa altrui.
Quello che invece si è avuta l’impressione
poteva accadere e non è accaduto è stata l’incapacità di trovare quel coraggio
adolescenziale e quell’istinto irrazionale per far vincere l’istinto sulla
ragione, per accettare il rischio e puntare più in alto.
Magari con una anticipata disposizione tattica più
sbilanciata in fase offensiva, vista l’inferiorità numerica degli avversari.
Evidentemente, mister Javorcic, che
meglio di chiunque conosce il grado di maturazione della squadra e la sua
capacità di leggere la propria autostima, ha valutato che ancora non ci sono le
garanzie minime per snaturare un team che da sempre vive sui propri delicati
equilibri tattici da sempre in grado di trasmettere tranquillità e certezze a giovani e
meno giovani.
E, a proposito di giovani, la bella
novità è stata la prova di Sanè che dopo i guai fisici sofferti ha mostrato il
suo valore in una partita molto complicata.
Dopo aver ritrovato un over, ossia Fietta,
è il turno di questo under di grande potenzialità.
Insomma, al di là del risultato finale
che poteva essere diverso, la trasferta di Arezzo regala certezze e buone nuove.
Adesso aspettiamo un under o un senior a scelta per ritrovare certezze nel ruolo del portiere.
Tornaghi si è ben disimpegnato, Mangano sta lavorando per ritrovarsi. Il regalo di Natale più bello per i tifosi sarebbe che i due possano competere per un posto da titolare non per le disgrazie altrui ma per i propri meriti.
Tornando alla gara di ieri, ricordiamo che l’’Arezzo ha perso una
sola gara da inizio torneo e averlo tenuto sotto scacco per l’intero match sdogana
i tigrotti dall’appellativo, a volte riduttivo, di matricola della categoria.
Il processo di ambientazione sembra
essere giunto ad una maturazione importante in grado di cancellare ogni timore
reverenziale.
Certamente si può sempre far meglio, ma
se si proporziona la performance finora prodotta all’obiettivo primario della
stagione, si può ben dire che i tigrotti stanno navigando in perfetta rotta.
A volte sono andati ben al di là delle
aspettative dei tifosi stessi che, quasi per un riflesso automatico,
pronosticano con tutto il pessimismo del mondo i match contro squadre di alto rango.
Alzi la mano chi non aveva pronosticato una sconfitta a Novara o ad Arezzo? Si
vedono poche braccia alzate. Invece…
Domenica si torna nel girone dei
dannati con la sfida importantissima per la lotta per la salvezza con il
Gozzano.
L’errore da evitare è il solito: pensare che il Gozzano non è l’Arezzo
esporrebbe agli stessi rischi di quando si è incontrato il Pro Piacenza e la
Juventus U23.
Ma, la Pro Patria ha sempre dimostrato
di imparare dai suoi errori e siamo certi che anche questa volta così avverrà.
Flavio Vergani
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