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Foto Daniele Belosio |
Nulla
accade per caso, così nel giorno del compleanno per i 100 anni di vita della
Pro Patria è Riccardo Colombo che dopo tre minuti di gioco taglia la torta con
il goal del vantaggio e dà inizio alla festa.
Un
giocatore nato qui 100 anni fa e tornato qui dopo 100 anni perché in lui si può
vedere ogni altro tigrotto che ha vestito la gloriosa casacca biancoblù. Un
prototipo di tigrotto perfetto che il destino ha invitato alla festa del
Centenario dandogli l’onore di aprire i festeggiamenti.
Un
prototipo che descrive gente tignosa sul campo, gente che da sempre, anche
quando non si usavano, ha i tatuaggi biancoblù sul cuore e nella mente.
Gente
che, come Riccardo, sa gettare il cuore oltre l’ostacolo per arrivare in alto e
lui ha portato i nostri colori fino alla serie A.
Nel
dopo partita mister Javorcic ha rivelato che ieri aveva chiamato Riccardo
comunicandogli che avrebbe giocato perché” è giusto che questa partita la
giochi tu”.
Sensibilità
di un allenatore non capitato a Busto per caso ma mandato dal destino per dare
a questa società e a questa gente qualcuno che, prima di essere allenatore, è
stato tifoso e sa capire quali corde muovere per essere sempre intonato col
coro. Un coro che oggi grida il suo nome per l’ennesima vittoria schiacciante.
Due
a zero sull’Albissola, il secondo goal è di un attore famoso, anzi un omonimo,
ma non cambia la sostanza perché lui è bello e bravo come una star: Ferdinando
Mastroianni.
Due
neo promosse di fronte ma sul campo si fatica a credere che quelli con la
maglia celebrativa del Centenario siano delle matricole. Le altre si, loro no.
Maglia celebrativa che rende il portiere in total black davvero elegante.
Maglia celebrativa che rende orgogliosi perché rispetto a quella di 100 anni fa
è ancora più importante perché al bianco e blu somma il tricolore. Cent’anni
scudettati poteva sembrare un sogno solo fino a qualche anno fa, ma nulla
accade per caso. Non era capitato per caso quanto accaduto prima, quando si
perdeva sempre, non accade nulla per caso adesso, quando si vince quasi sempre.
Millesettantanove
partecipanti ad una festa i cui invitati erano quasi ottantamila è
semplicemente vergognoso.
Mister
Javorcic lo ha giustamente sottolineato in sala stampa. Non ha detto che è
vergognoso, perché lui è troppo elegante nei modi e rispettoso nelle parole per
arrivare a tanto, lo diciamo noi, che siamo venuti grandi sul marciapiede nei
giorni feriali e sui gradoni dello Speroni nei giorni festivi. Però, il mister
ha detto che eravamo in pochi e su questo come dargli torto.
Vanno
bene i libri, vanno bene le vetrine biancoblù, vanno bene le feste al Sociale, va
benissimo la maglia celebrativa e quanto altro l’immensa passione e
determinazione degli amanti della Pro Patria produce per far festa, ma ci si
aspetterebbe che almeno una volta, almeno una volta, Busto possa essere
presente allo stadio con diversa rappresentanza Almeno nel giorno del
compleanno del secolo, oppure è chiedere troppo?
Mancavano
18 goal in campo ha detto mister Javorcic a fine gara (Gucci+ Le Noci), se ne è accorto
qualcuno?
No,
solo il buon Andrea Scalvi che suo malgrado ha rilevato che mancavano 17 goal
in campo e non 18 in quanto il goal di Gucci realizzato nella gara di andata
con il Pro Piacenza si è volatilizzato con i piacentini. Incredibile? Nulla è
incredibile. Pensate a Gargiulo dell’Albissola che aveva scontato un turno di
squalifica nella gara con il Pro Piacenza e oggi ha dovuto riscontarla in
quanto l’altra volta non valeva. Nemmeno all’oratorio si usava così. Ci
fermiamo, non vorremmo che gli ottantamila meno i millesettantanove presenti
oggi ci possano sentire e rispondere che è questo il motivo per cui non
vengono. Poi, magari ci tocca anche dargli ragione. Questo mai, chi non viene
allo Speroni con questa squadra, questo mister, questa presidentessa e questa
classifica ha torto per definizione. Le scuse stanno a zero.
Punto.
Buon
Compleanno Pro Patria dai pochi, ma buoni, che da sempre ti seguono, ti amano,
ti stimano, ti difendono, anche quando ti criticano.
Siamo
fatti così, da 100 anni, non ci cambieremmo con nessuno al mondo.
Flavio
Vergani
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