

Ce la faremo bastare, eccome se ce la faremo bastare.
Dopo Entella, Pisa, Carrarese, Pro Vercelli e chi più ne ha
più ne metta tutto diventa possibile, quasi atteso.
Del senno di poi ne sono piene le fosse ma se solo si fosse
vinto con il Pro Piacenza.
Cambia poco, anzi niente. Sarebbe limitativo guardare la
classifica e non il processo di maturazione di un idea tattica che è sinonimo
di un copione scritto dal regista e degli attori protagonisti che lo hanno
imparato tutti credendo sulla parola che nessuno sarebbe stato una comparsa. In
realtà un paio lo sono ancora o quasi e questa è la vera sfida da vincere per
coronare nella sua interezza il progetto e renderlo degno dell’Oscar.
Probabilmente attori poco affini alla trama ma di valore accertato o potenziale
che sarebbe un peccato perdere.
L’impressione che dalla cabina di regia si riesca a muovere
le leve del mixer utili per suonare la giusta melodia è più che una certezza. Quando serve si alza il volume per cercare di stordire
l’avversario, quando si ritiene opportuno si canta in falsetto per confonderlo,
quando si decide di passare al rock and
roll si alza il ritmo e si scende in pista.
Una maturazione percepibile nella gestione del match che
appare molto diversa da quella di inizio campionato. Con questa consapevolezza
molte gare passate sarebbero andate diversamente.
Dove può arrivare questa Pro Patria? Rispondere a questa
domanda significa conoscere quel che nessuno sa, ossia quanti sono ancora i
margini di miglioramento, quale sarà la tenuta atletica in primavera, quanto si
sentiranno sazi di motivazioni i protagonisti di questa cavalcata.
Una cosa è certa, il raggiungimento della salvezza equivarrebbe
all’ottenimento del 100% dell’obiettivo, il resto sarebbe overdrive.
Ieri, in un Piola sottopopolato rispetto alla classifica dei
piemontesi, si è vista una Pro Patria d’acciaio inox, inossidabile, resistente
e soprattutto resiliente. Una Pro Patria in grado di scompaginare i piani
tattici di mister Grieco il cui adattamento al modulo tigrotto ha confuso e non
poco i suoi giocatori.
Tutto questo non nasce dal caso ma da un disegno tattico
chiaro che è nella mente del driver bustocco sul quale si stanno concentrando
le attenzioni di più di un operatore di mercato.
Un riconoscimento al suo lavoro e a chi lo fortemente voluto
a Busto, nonostante qualche scetticismo di troppo per il suo curriculum poco
compilato e senza collaborazioni di grido.
Ma, ormai è chiaro che la strategia del board preferisce
valorizzare piuttosto che copiare, scoprire piuttosto che seguire. Una
strategia da trend setter che è il segreto di questa categoria nella quale ci
sono squadre che hanno investito il doppio rispetto ai tigrotti facendo fatica
ad ottenere gli stessi risultati.
Sembrava molto vincere campionato e scudetto ma quanto dice
oggi la classifica aggiunge valore ad un cammino vincente che pochi
pronosticavano.
Ciliegina sulla torta potrebbe essere la gara di mercoledi
alle 18,30 quando allo Speroni scenderà il Novara per un derby da troppo tempo
atteso. L’impresa dell’andata con la vittoria in terra piemontese fu una vera
sorpresa per tutti, ora si capisce che non fu casualità. Non sarà semplice
anche visto il mercato invernale del Novara che ha aggiunto qualità al già
prestigioso organico ma ormai da questi tigrotti ci si aspetta di tutto e di
più e senza nessun dubbio sapranno
vendere cara la pelle.
Tutti allo Speroni perché questi ragazzi meritano un grande
pubblico
Flavio Vergani
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