Quattro vittorie casalinghe consecutive hanno eletto lo “Speroni”
a fortino quasi inespugnabile per qualsiasi avversario.
Un forte dove c’è una
cassaforte da difendere. Dentro c’è il tesoro della Pro Patria che è fatto da
una promozione, uno scudetto e un campionato di serie C di alto livello.
Cedole finalmente staccate da un investimento che da titoli
spazzatura si è trasformato in blu chips ad alto rendimento.
Se ne stanno accorgendo, seppur lentamente, gli stakeholders
locali a beneficio della platea che ieri finalmente ha rotto il muro della 1.000
presenze (1.138).
La sconfitta è orfana e la vittoria ha molti genitori dicono
i saggi ma, nel caso specifico, i nomi scritti sulle azioni sono ben definiti e
il tesoro non è composto solo da soldi ma soprattutto da persone.
Aprendo la cassaforte biancoblù luccicano la passione della
presidentessa Patrizia Testa e del suo fedele Nazareno Tiburzi, la competenza del
Direttore Sportivo Sandro Turotti, la bravura, ma anche lo stile, di mister
Javorcic e l’abnegazione dei giocatori.
Titoli il cui valore viene misurato in modo semplice e
immediato: la richiesta del mercato.
Chi oggi non vorrebbe avere nel proprio asset societario
almeno una di queste realtà?
I tifosi finalmente incassano i dividendi del proprio
investimento che per troppi anni ha rilasciato perdite quando andava bene e “default”
quando andava male. Anni turbolenti per colpa di avventurieri finanziari che
hanno speculato sulle bianco e blu chips trascinandole verso un rating da tripla
C secondo Standard & Poor’s.
Un tripla C dalla quale la dirigenza è partita per giungere
in tripla A, massimo rating assegnato dall’agenzia per certificare l’assoluta
solvibilità dell’emettitore, raggiunta grazie ad una strategia tanto semplice
quanto produttiva: serietà, rispetto degli impegni presi, indivisibilità del
titolo, investimento sulle persone e importante sacrificio economico.
I nomi scritti sulle azioni sono questi e il rialzo ottenuto
sul mercato premia la lungimiranza con la quale si è coltivato il capitale che
finalmente stacca una cedola importante in termini di credibilità del progetto.
Gli analisti di mercato non si fanno impressionare e neppure
disorientare dalla sola performance del titolo ma guardano a molti altri fattori
per tracciare il profilo di una top company e senza dubbio non sarà passato
inosservata la presenza di tanti ragazzini del settore giovanile sugli spalti
dello Speroni nella gara di ieri.
Un segnale forte che testimonia che la “cantera” biancoblù è
viva e gode di tutte le attenzioni del board che non esita a dimostrare affetto
e vicinanza ai propri pulcini con pubblici attestati di stima.
L’analista di mercato sa che i soldi servono ma non bastano per
creare valore di una società. Serve altro e quest’altro alle latitudini della
serie C si chiama autofinanziamento, risorse interne, marketing di prossimità.
Key process indicator, tanto per usare un termine tecnico,
indicatori di performance giusto per tradurlo in forma comprensibile che sono ben
saldi nella testa del management bustocco e i recenti fatti certificano le
parole.
Un mondo che appare finalmente magico per chi ha vissuto l’inferno
del recente passato che è quasi incredibile e contornato da un alone di
preoccupazione nei più che fa chiedere se sia sogno o realtà. Una gioia
disturbata da una nascosta preoccupazione che tutto questo possa svanire da un
momento all’altro come spesso accaduto nel passato quando alle illusioni
seguivano le delusioni e alle speranze i lutti sportivi.
Quel che rende solido questo progetto sono le persone, la loro
identità, la loro eticità, la loro serietà che sono la vera fidejussione a
garanzia del futuro. Fare il tifo per loro non è un obbligo, anche nelle
migliori favole c’è sempre chi preferisce il lupo cattivo e neppure è un
obbligo apprezzare gli attori protagonisti di questa splendida cavalcata. Per
qualcuno si poteva fare prima, di più e diversamente, ma obbligo è riconoscere
a questo team la possibilità di andare avanti fino a dove ha deciso di arrivare,
per consentirgli di vivere fino in fondo il momento più bello della sua avventura.
Che potrebbe essere questo, o quello di domani, o quello di dopodomani.
Poi, quando deciderà di aprire la cassaforte e indire un’ OPA
sui titoli societari quel giorno ci sarà la coda per assicurarseli e, ancora una
volta, si dovrà dire grazie a chi ha ereditato un rudere senza nemmeno un
salvadanaio rotto restituendo un fortino con la cassaforte piena.
Flavio Vergani
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