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“Andate a Vender il..” con questa frase scritta su di uno striscione, inizia la stagione della Pro Patria del 2003-2004. Contestazione ultras nei confronti della società alla prima di campionato. I motivi li conosciamo benissimo. Nel rettangolo  verde intanto, si scaldano i giocatori e tra loro un ragazzo Nigeriano proveniente dalle giovanili della Sampdoria. Il suo nome è uno scioglilingua il cognome è molto più facile. Ikechukwu Kalu, per tutti noi tigrotti diverrà solo Ike!
Allo Speroni arriva il Cesena. Si parte subito alla grande. Andrea Vecchio passa un pallone filtrante verso Ike, che con diverse finte con il destro e il sinistro nasconde il pallone al diretto avversario involandosi verso la porta. Tiro forte al lato di poco! Pronti via! e subito lo stadio esplode nel delirio. Il ragazzo dal nome improponibile diventa il beniamino del pubblico. Giocate di classe e tiri velenosi e il promettente Ike viene applaudito sempre di più. Accanto a me uno spettatore dice “Questo qui vale il prezzo del biglietto!”. Quel giorno fu proprio così, Kalu fu uno dei migliori in campo.
Della Nigeria Ike, sembrava uno dei tanti “approdati” nel nostro campionato più per una “moda” che per necessità. In quel periodo quasi ogni squadra o club blasonato aveva tra le giovanili o tra i titolari un “bianco verde” africano.  Sull’onda della Nigeria ‘96 campione olimpica, da oltre 10 anni in Italia e in Europa arrivarono, infatti parecchi elementi, più o meno bravi da quella parte del continente “nero”.
La prima partita di Kalu terminò senza gol, anzi fu “falciato” e dovette lasciare il campo prima della fine della partita. Ma al ritorno si concretizzò la sua voglia di vendetta. 3 a 1 per i tigrotti con un gol di Ike contro il suo “odiato” Cesena!
Alla fine per lui 28 presenze e solo 4 reti, ma nell’immaginario collettivo le sue cavalcate e il suo essere “un pazzo” attaccante sempre pronto al tiro e allo scatto, lo fanno ancora oggi inserire nella lista degli amati “stranieri” della Pro. Per lui una esperienza a Pisa e poi in Svizzera al Chiasso. In due anni 28 gol, che lo riportano a casa nel  Samp. Qui a Genova non trova però il giusto spazio e l’anno seguente ritorna in prestito nella confederazione elvetica, prima al Bellinzona e poi al Chiasso e infine ancora al Bellinzona. Dal 2014 si trasferisce in Albania al Teuta. Vola poi in Thailandia al Singhtarua forse più per spirito “vacanziero” che per un vero progetto calcistico personale.
Oggi cosa fa?
Se si digita il suo nome appare un uomo cicciottello, che si presenta sul suo sito, come dirigente di una scuola per “comunicazione” e giornalismo.
Non siamo sicuri sia lui, ma i suoi tratti sono molto simili a quelli della nostra saetta Nigeriana…
 
Simone Merlotti 


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