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Giorgio Romussi
Col suo “Tigrottino” nel nome dell’indimenticato Adamo Cocco

 
La Pro Patria compie 100 anni di vita: un traguardo importante, prestigioso e significativo per la società biancoblù in sé, ma anche per tutta la città di Busto, che annovera idealmente, da sempre, i tigrotti fra i suoi “tesori” più autentici, interpreti perfetti di quella caparbietà, laboriosità e volontà di non piegarsi mai neppure nei momenti più difficili che le hanno consentito, nell’arco della sua storia, di balzare alla ribalta nazionale e talvolta anche internazionale in diversi campi.
Nell’ambito della sua lunga vicenda, la Pro Patria ha avuto momenti certamente felici ed altri meno: quali i fiori all’occhiello? Sicuramente, la splendida compagine dell’indimenticato dopoguerra (Presidenti Antonio Formenti e Peppino Cerana) con i suoi Antoniotti, finissimo artista del pallone, Candiani, Cavigioli, Reguzzoni (quattro volte campione d’Italia col Bologna), Turconi e compagni, che fu ammirata, e temuta, per anni in serie A; poi quella degli Amedeo, Taglioretti, Calloni, Crespi, Muzio, etc, protagonista di una mirabile risalita, quindi quella guidata da Lelio Crespi (sotto la gestione di Giuseppe Mancini, un passionale romagnolo che tanto amò questa città, poi quella di Hofling e Siegel (Presidente il volitivo Giancarlo Colombo).
Da ricordare l’eroico salvataggio societario di Giorgio Campo, la spumeggiante Pro di Franco Lerda, la rinascita e la risurrezione ammirevolmente volute da Patrizia Testa…
In questo vasto e nostalgico scenario, credo che un posto d’onore, per molti motivi, lo meriti la fondamentale figura del “Pro Patria Clubs”, storica associazione di sostenitori biancoblù che festeggia, a sua volta, 50 anni di intensa attività al fianco degli amati tigrotti, 50 anni portati egregiamente, all’insegna di un convinto, continuo, tenace attaccamento alla 
squadra del cuore, contraddistinto da una vivacissima passione che ha portato questo Club ad esporsi talvolta anche in critiche severe verso l’andamento societario, sempre dettate però dal grande amore verso i colori biancoblù.
 Io ho voluto e voglio bene al “Pro Patria Clubs”, anche perché a questo Club devo praticamente l’inizio della mia attività giornalistica, allorché nel lontano 1969 il comm. Ugo Brasca, persona saggia e gentile, mi volle alla guida del giornale fondato poco dopo la nascita del Club stesso. Quanti incontri, quante interviste, quanti tuffi nel passato nella storica sede!
Senza distinzioni di nomi, proprio per non fare torto ad alcuno, gli amici del “Pro Patria Clubs”, li ricordo tutti con riconoscenza e affetto.
Allora come adesso, lo spirito del Club è immutato, costantemente a sostegno della cara e vecchia Pro.
Dieci anni fa, sulle colonne de “L’Informazione”, feci un servizio speciale dedicato al “Pro Patria Clubs”, con varie interviste, titolando “Super critici, ma per troppo amore.
Penso sia stato un titolo azzeccato, perché l’amore dimostrato, sempre e comunque, verso la Pro Patria non credo abbia eguali.
Buon compleanno!







        GIORGIO ROMUSSI

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