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Smemorati, imbucati e poltronisti

Un centenario è una cosa magnifica, che nella vita di una persona accade una volta sola, a meno di casi eccezionali. Non si può che gioire in tali occasioni,  tanto più se si parla di Pro Patria, che significa non solo una squadra, ma anche una città, e tanti tifosi che fanno di quella passione il senso della loro esistenza . Proprio per questo un centenario deve essere una cosa seria, ponderata, programmata con cura. È come per un matrimonio; bisogna pensare bene a chi invitare, senza scontentare nessuno, magari passando sopra a divergenze personali o a screzi annosiE come accade per i matrimoni, molti sono stati pronti a salire sul carro del centenario. In primis i politici, ma in fondo quello è il loro mestiere, devono essere sempre in vetrina (e non sto parlando di un concorso). Poi ci sono gli imbucati, che approfittano della vicinanza al ‘potere’ (o presunto tale) per partecipare al banchetto. Poi ci sono i professionisti del presenzialismo, veri maestri nell’avere costruito sul nulla o quasi la loro presunta credibilità ed autorevolezza. Poi ci sono…, e l’elenco potrebbe continuare.
  Un centenario è però un evento troppo importante per commettere errori; qualche leggerezza è  scusabile, così come qualche piccola dimenticanza. Siamo umani, si sa. Ed è anche facile criticare ‘da fuori’, si sa. Bisogna dunque anzitutto ringraziare, di cuore, coloro che si sono impegnati per la buona riuscita delle celebrazioni. Però di fronte a certe scelte non sempre si può tacere, nascondersi sotto la sabbia a mo’ di struzzo. Accade così che in occasione della confezione di un film-documentario sulla storia della Pro Patria venga del tutto ignorato chi su tale argomento ha scritto (o curato) ben tre libri, record mondialeancora insuperato. Non a caso, dovendosi parlare di tigrotti, lo stesso scrittore è stato l’unico invitato ad un noto programma di RadioRai 1. Come è stato possibile dimenticarlo nella sua Busto?Nemo propheta in pro patria verrebbe da rispondere in latino maccheronico. Ma il suddetto – come direbbe Totò - non è stata la sola vittima di tale ignoranza durante la Festa del centenario. Perciò hanno ragione di protestare gli amici del Pro Patria Club, che da sempre regalano la loro straordinaria passione alla beneamata, con sacrificio e dedizione encomiabili, per puro amore, senza secondi fini. E da mezzo secolo offrono un servizio importante, divenuto un tradizionale regalo bisettimanale, ossia “Il Tigrottino”. Che è stato a lungo diretto con preziosa cura artigianale da un uomo di grande cortesia ed equilibrio, Luciano Pistocchini, che ho avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare. “Tigrottino”, ora diretto da Marilena Lualdi (ogni domenica presente sulle gradinate dello Speroni)la quale riesce a coniugare la sensibilità della scrittrice all’irrazionale fede della tifosa,. Sono questi solo alcuni esempi, ma non è il caso di stancare i lettori. E comunque il centenario prosegue per tutto il 2019e quindi c’è tempo per rimediare agli errori ed alle omissioni. Forza Pro Patria.

Alberto Brambilla  

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