![]() |
foto da www.aurorapropatria1919.it |
La tradizione vuole che dopo la fine del campionato sia
tempo di pagelle. Il disagio, per non dire l’imbarazzo, è molto visto che in
casa biancoblù non possono esserci insufficienze o rimandati a settembre dopo lo
splendido campionato.
La tradizione però non può essere tradita per cui non
possiamo sottrarci al compito che, peraltro, risulta essere esercizio del tutto
soggettivo e quindi del tutto opinabile. Tante, troppe, sono le variabili che
influenzano il punto di osservazione e rendono la valutazione molto complicata
e sicuramente criticabile.
Unica eccezione rispetto alla regola che ci imponiamo per
non far apparire negativo quello che non è e non vuole esserlo è il ricorso a
pagelle senza voti e in qualche modo senza valutazioni vecchio stile. Ci diceva
mister Javorcic quanto le pagelle facciano paura e quanto possano influenzare l’umore
dei giovani calciatori per cui ci piace sottolineare l’assoluta modalità “game”
con la quale ne vogliamo parlare.
Rimane comunque il fatto che le pagelle o le valutazioni,
chiamatele come volete, fanno parte della vita di chiunque di noi: studenti e
lavoratori che giornalmente sono valutati dai propri insegnanti e dai proprio
diretti responsabili senza che queste comporti particolari traumi o influenze
sull’autostima 20 anni come a 50 anni.
In genere i voti brutti fanno paura solo a quelli scarsi, per
gli altri sono sempre motivo di stimolo, crescita e miglioramento. Per cui, se
vale per tutti perché non dovrebbe valere per i calciatori?
Detto questo, le regole del gioco prevedono tre categorie di
valutazioni:
·
Giocatori che hanno dato meno di quanto ci si
aspettasse
·
Giocatori che hanno dato di più di quanto ci si
aspettasse
·
Giocatori che hanno dato quello che si aspettava.
CI SI ASPETTAVA DI
PIU’ DI QUANTO DATO DA :
MOLNAR: il suo campionato in serie D era stato fantastico
e in molti si chiedevano il motivo per il quale il biondo croato non fosse
ancora decollato in serie C dopo le molte promozioni di cui era stato
protagonista. La risposta sorprendente è arrivata quest’anno con un adattamento
alla categoria meno incisivo del previsto
BERTONI: anticipiamo ogni prevedibile disaccordo che già si
ode in sottofondo. Il Bertoni che ci aspettavamo è quello delle ultime tre
partite di campionato che testimoniano che quello di prima poteva dare di più,
visto che poi lo ha dato.
PEDONE: Si pensava all’anno della svolta nel quale avrebbe
potuto scatenare tutto il suo potenziale. Invece, a parte qualche sprazzo di
partita, è rimasto indecifrabile relativamente al suo vero potenziale nella categoria.
DISABATO: Era opinione comune che il campionato di serie C
meglio si adattasse alle sue caratteristiche tecniche e l’attesa era di vederlo
protagonista per un minutaggio decisamente superiore. Invece, si è visto poco e
in quelle occasioni non è stato il Disabato del primo anno a Busto.
MARCONE: tutti hanno fatto il tifo per il talento del nostro
settore giovanile senza avere la soddisfazione di vederlo in campo per un
numero rappresentativo di partite. A un certo punto si pensava stesse studiando
da esterno di centrocampo, ma alla fine non ha trovato posto anche in questa
posizione. Il talento non gli manca per cui l’anno è servito per acquisire
certezze per il prossimo.
MANGANO: L’aspettativa era alta nei suoi confronti ,non
tanto per quello che aveva dimostrato in serie D, quanto per l’assoluta
certezza con la quale gli addetti ai lavori avevano descritto le sue
potenzialità, tanto da prevedere per lui un contratto di ben tre anni. Il
processo di maturazione sembra essere stato più lento del previsto e le
prestazioni ne sono state una conseguenza.
PLLUMBAY: Noto per essere un bomber di serie D non ha saputo
guadagnarsi la fiducia di mister Javorcic che non gli ha concesso nessuna
opportunità per mettersi in mostra. Ha lasciato a Busto un alone di mistero
andando a vincere il campionato di serie D con L’Arzignano.
CI SI ASPETTAVA QUANTO
HANNO DATO DA :
BATTISTINI: il centrale giovane ma di esperienza ha mostrato
un rendimento in linea con le aspettative inanellando prestazioni positive e
trasmettendo fiducia e tranquillità al reparto.
GALLI: il giovane tigrotto ha confermato il suo processo di
crescita ben figurando nella categoria superiore. A tratti discontinuo ha saputo
mediare la performance con una valutazione finale positiva salendo un gradino
nella sua personale crescita.
SANTANA: Pretendere di più da Mario sarebbe davvero
esagerato. Il suo contributo è stato in linea con le aspettative a livello
tecnico e oltre le aspettative quanto ad ardore e voglia di soffrire.
FIETTA: chi non conosceva la classe, l’esperienza e la
personalità di questo giocatore con trascorsi in serie B? Pochi, forse nessuno.
Qualcuno pensava fosse “cotto”, ma il direttore sportivo Turotti di cotto
compra solo il prosciutto.
LOMBARDONI: il giovane difensore ha dato prova di valere
quanto si diceva di lui. Il suo rendimento spesso è andato oltre le aspettative
ma un infortunio lo ha tolto di mezzo nel momento della possibile consacrazione
che è solo rimandata di un anno.
PARKER: pochi elementi per valutarlo nel bene e nel male, l’impegno
non è mai mancato e la voglia di emergere neppure.
COTTARELLI: Anche per lui poche ore di frequentazione del
campo impediscono una valutazione precisa. Ma, il fatto di aver scelto la Pro
Patria per la seconda volta è una nota di merito.
CI SI ASPETTAVA MENO
DI QUANTO DATO DA:
TORNAGHI: vera sorpresa del campionato, il portierone senza
curriculum che aveva destato preoccupazione e qualche sorrisino ironico in sede
di calciomercato si è riscattato alla grande diventando il punto di riferimento
in campo e nello spogliatoio. Un campionato perfetto davvero inaspettato
BOFFELLI: un under doc che di under ha poco niente. Mai in
sofferenza, mai con l’atteggiamento da matricola, sempre preciso e puntuale
nella marcatura. Ci ha messo davvero poco a convincere anche gli scettici.
MORA: un talento cresciuto velocemente dopo un inizio non
brillantissimo. Ora è nei sogni di molti direttori sportivi che lo hanno
apprezzato per la sua completezza tecnica e per il suo fisico dalla facile
corsa. Nato predestinato.
ZARO: la torre biancoblu trova la sua consacrazione con un
campionato da assoluto protagonista. Di lui si è apprezzato il miglioramento
tecnico- tattico ma anche e soprattutto la leadership e il carisma con cui ha
guidato la difesa tanto da farlo sembrare un veterano.
GHIOLDI: la sorpresa era dietro l’angolo in quanto nessuno
dubitava sulle doti di questo ragazzo. Però, l’aspettativa era di vederlo
giocare in qualche fine partita per “farsi le ossa” e introdurlo nel calcio che
conta poco alla volta. Niente di tutto questo. Ha giocato spesso, tanto e bene tanto
da blindarlo con un contratto triennale. Chapeau!
GAZO: Classico giocatore di quantità che a inizio campionato
popola la panchina degli improvvisati allenatori che compongono l’undici
titolare e le riserve. Poi, inizia il campionato e lui dimostra che quando c’è
da far legna non conta la categoria. Mai a disagio nel centrocampo tigrotto,
sempre utile alla causa con il suo agonismo e con la sua generosità che lo
hanno spesso reso indispensabile.
SANE’: una forza d’animo d’acciaio che lo ha sorretto nei molti
momenti difficili (personali e fisici) che ha dovuto affrontare. Nonostante la
giovane età ha saputo rialzare la testa e farsi trovare pronto per ogni
necessità con grande generosità e agonismo. Un esempio di come un giovane possa
essere tale senza rinunciare all’autostima e alle mille paure dell’inesperienza.
MASTROIANNI: la sorpresa della sorpresa che ha saputo farsi
apprezzare per il lavoro svolto in fase di copertura e la numerica di goal ben
sopra le aspettative. Ha saputo dapprima sopportare e poi vincere lo
scetticismo dell’ambiente nei suoi confronti derivante dalla sterile annata
precedente quando non aveva quasi mai violato la porta avversaria.
LE NOCI: La classe era nota, ma che potesse confermare un numero
di reti così elevato in pochi se lo aspettavano. Ha impressionato la regolarità
del rendimento e la tenuta fisica da under con un rendimento totale davvero
eccellente.
COLOMBO: Stagione davvero positiva per il jolly biancoblù
che ritrovata la forma fisica ha messo sul campo tutta la sua esperienza. Il
suo goal nel giorno del Centenario è il giusto premio a questo tigrotto doc.
GUCCI: Echi da Fano infastidivano e preoccupavano, una punta
che segna solo in serie D? Leggenda metropolitana! Lui ha segnato in serie C partendo
spesso dalla panchina, ma, oltre a questo, ha garantito un rendimento top anche
quando non ha messo la palla alle spalle del portiere. Decisamente una sorpresa
positiva che pochi si aspettavano.
MISTER JAVORCIC: Ha dato una forte impronta alla squadra che
spesso ha costretto le avversarie a snaturarsi per contrastarla. Ha gestito lo
spogliatoio e soprattutto la panchina ricca di potenziali titolari con equilibrio
e buon senso. Ha portato la squadra ai play off un risultato che è del tutto
paragonabile alla promozione in serie D visto il rapporto tra potenziale a
disposizione e risultato raggiunto.
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento