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La Pro Patria perde sue prime firme: Zara, anzi Zaro e Gucci.
Il secondo va dritto verso la sua Toscana accasandosi alla Pistoiese, il primo potrebbe andare al Modena in lizza per il ripescaggio in serie C, dopo la clamorosa mancata promozione a vantaggio della Pergolettese.
Gucci ha fatto presente sui social di aver fatto la sua scelta nonostante i tentativi del direttore sportivo Turotti e della presidentessa Testa di trattenerlo a Busto.
Per Zaro le cose sembrano essere andate diversamente e lo si può percepire interpretando alcuni aspetti.
Non serve essere esperti in comunicazione o laureati in psicologia per capire che i toni e lo stile scelti dalla società per comunicare la partenza del centrale siano freddi e chirurgici, per nulla paragonabili a quelli riservati a Santana e Disabato.
Rumors parlano di una "parola data ma non rispettata"che avrebbe indispettito la dirigenza biancoblù tanto da evitare dediche particolari a chi era ormai di casa allo "Speroni" con le sue 120 presenze in biancoblù.
La reazione dei tifosi è stata di ovvio dispiacere e di qualche preoccupazione viste le recenti partenze eccellenti, ma, alla fine, serve inforcare gli occhiali del realismo in grado di superare i legami e gli affetti verso i giocatori.
Si sono persi giocatori bravi, ma del tutto normali per la categoria, nel caso di Zaro e Gucci, seppur riconoscendo loro tutto il valore dimostrato, uno spesso relegato in panchina come Disabato e l'ultimo di nome Santana giunto agli sgoccioli della carriera.
Con un direttore sportivo come Turotti e una società sana ed economicamente forte come quella tigrotta, crediamo non servirà un'impresa per trovare dei degni sostituti ai partenti.
D'altra parte, essendo una loro scelta lasciare Busto è chiaro al mondo intero che la Pro Patria in questo momento non rappresenta una prima scelta. Per cui occorre farsene una ragione senza vivere una tragedia. Non c'è proprio motivo.
Flavio Vergani

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