Dieci anni non sono semplici da dimenticare e, infatti, sono
tutti da ricordare.
Un decennio dei cinquant’anni di vita del club rappresenta
un percorso lungo e importante che il presidente Roberto Centenaro ha vissuto
con tanta energia e passione.
Escludendo il presente, non gli è capitato certamente un
periodo facile con le vicissitudini targate Tesoro , Vavassori, Nitti, Boateng che
però lo hanno rapidamente temprato e certificato con il marchio “inox”, dandogli
modo di dimostrare la solidità del suo progetto e della sua strategia, anche in
un ambiente ostile.
Un progetto polivalente che ha portato valore aggiunto in
casa Pro Patria Club in differenti settori coltivati con grande passione e
determinazione da Roberto Centenaro che ha avuto il merito di non chiudere mai
le porte a chi lo sfidava con progetti a prima vista fin troppo ambiziosi.
Tutti ricordano la sua imperturbabilità quando gli venne chiesto
di mettere sul tavolo quel (molto) che serviva per produrre il libro “Promossa,
per celebrare la vittoria del campionato
della Pro Patria di Vavassori.
Tra lo scetticismo generale e le preoccupazioni di ordine
finanziario dei consiglieri, lui volle correre il rischio pur di non ostacolare
il progetto, pur di non smontare un sogno, pur di non chiudere una porta.
Con la sua presidenza nacque questo sito che da 10 anni comunica
la voce del club, un canale che frequentemente gli ha causato qualche mal di
testa per le rimostranze ora dell’uno e ora dell’altro senza che mai si
permettesse di intervenire o influire sulla libertà di opinione degli scriventi,
anche solo per limarne lo stile comunicativo.
Con lui si è aperta una nuova era del “Tigrottino” sganciandolo
da un passato importante, ma al tempo stesso ingombrante, per conferirgli una
nuova e moderna dimensione. Una rottura con il passato forte e coraggiosa.
Con lui è nata la
festa della birra giunta alla decima edizione in un crescendo rossiniano di
importanza e popolarità tanto da diventare un “benchmark” di riferimento nel
territorio.
Con lui si è consegnato alla storia un esempio eccellente di
come si possono coinvolgere i ragazzi delle scuole nel mondo Pro Patria.
Un progetto unico che permise alla Pro Patria di Serafini e
Cozzolino di varcare la soglia delle scuole Bertacchi e del teatro don Bosco
per far conoscere i colori biancoblù ai ragazzi.
Le aule colorate di biancoblù, l ‘entusiasmo dei bambini, i
loro cartelloni inneggianti alla Pro Patria, la gioia sui loro volti fecero
breccia nel cuore di Roberto Centenaro, tanto da spendersi e spendere per consentire
loro di condividere un allenamento sul prato dello “Speroni”. Una giornata
indimenticabile che ancora pulsa di emozioni al sol ricordo.
Molti ragazzi presenziarono alle gare della Pro Patria, uno
è rimasto. A quei tempi si chiamava Danielino, ora si chiama Daniele. Un seme
sbocciato nel tempo che ha prodotto un fiore biancoblù. Qui, il grazie va a
Roberto che credette in un progetto che sembrava più grande di lui.
Un presidente con il cuore in mano, una mano fatata che
lanciò la maglia della nostra Pro Patria sulle spalle di Papa Francesco. Un
lancio telecomandato dal cielo, come Roberto ama ripetere, che vestì il Papa di
biancoblù, consegnando alla storia un ricordo esclusivo (thank you Roberto
Blanco).
Dieci, un numero che non casualmente coincide con gli anni
di presidenza di Centenaro, dieci il numero perfetto per questo regista della
storia del club che ha mosso la squadra con classe, tempismo e strategia
vincendo tutte le partite più importanti.
Un condottiero forte e leale che ha conosciuto anche l’amarezza
della sconfitta quando si è sentito tradito e abbandonato da qualche suo fido scudiero.
A torto o a ragione, non sta qui il problema e non è questa
la sede di un processo, ma forse la sconfitta in questi casi è sempre di
entrambi se si pensa che gli antagonisti lottano, soffrono e vivono per la
stessa causa che si chiama Pro Patria.
Da incorniciare la scena finale del suo film quando da
perfetto capitano della nave ha convocato tutti sulla “Costa Magica” per vivere
con i suoi marinai biancoblù il saluto finale.
La nave è in porto dopo dieci anni di lunga navigazione su
mari a volte ventosi e tempestosi ma il comandante ha saputo attraccare in un
porto sicuro dando modo ad altri di proseguire la navigazione.
Senza qualche marinaio che è sceso e con tanti altri che
sono saliti e questo è quello che conta.
Al di là della meritata medaglia d’oro regalatagli dai suoi
consiglieri, crediamo che la miglior attestazione di stima a celebrazione di
quanto fatto nel decennio di presidenza sia stata l’insistenza con la quale gli
si è chiesto di rimanere alla guida del club.
Non perché il suo successore non fosse all’altezza, anzi, ma
solo perché chi ha imparato a conoscere il presidente sa che questo sarebbe
stato il miglior regalo per ringraziarlo di quello che ha fatto.
Tutti sapevano che da uomo d’azione proprio di un manager di
impresa non avrebbe cambiato la sua decisione, ma tutti ci hanno tentato per comunicargli
tutta la stima e l’affetto maturati in questo splendido decennio di presidenza.
L’unica cosa impostagli è stata di accettare la carica di
presidente onorario creandola per l’occasione.
Perché non c’era miglior occasione per attribuirla a chi ha autografato
un quinto della storia del club con una firma d’autore: Roberto Centenaro.
Grazie Presidente!
Flavio Vergani
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