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Sandro Ciotti avrebbe detto “clamoroso al Cibali”, noi, più umilmente, diciamo: “clamoroso all’Alfredo d'Albertas di Gozzano dove in tribuna coperta si è registrato il sold out, tanto che chi è giunto allo stadio un quarto d’ora prima dell’inizio della gara ha avuto due opzioni: tornare a casa, oppure stare a mollo nei distinti scoperti. Una notizia in controtendenza con il calo di spettatori che potrebbe avere diverse motivazioni: grande affluenza del pubblico di Gozzano, oppure grande fascino della Pro Patria per il suo passato illustre o, forse, tribuna troppo piccola per le esigenze della categoria. A sensazione buona la terza.
Stadio, tra l’altro, senza tornelli per la serie l’eccezione che conferma la regola. Da chiedersi perché la regola sia sempre lo Speroni e mai l’eccezione.
Due pattuglie di polizia presenti fuori dal casello autostradale, due pattuglie di vigili  urbani fuori dallo stadio, una manciata di poliziotti ai cancelli e una nutrita squadra di stewards all’interno dello stadio non sono bastati per evitare qualche scintilla di troppo nella tribunetta dell’impianto di Gozzano.
Insomma, non sono mancate le emozioni fuori e dentro al campo di gioco.
Clamoroso all’Alfredo d’Albertas”di Gozzano anche il risultato finale con una due a due figlio di una partita ricca di sinonimi e contrari.
I sinonimi: un rigore per ciascuna squadra e un’ occasione clamorosa sciupata per ciascuna squadra.
I contrari: il Gozzano sbaglia il rigore e la Pro Patria lo segna, il Gozzano domina il primo tempo, la Pro Patria il secondo tempo, la formazione di partenza di mister Javorcic e la formazione del secondo tempo modificata dai cambi.
Sull’ultimo punto il dibattito è aperto: per gli amanti del bicchiere pieno trattasi di un merito del mister che ha cambiato la partita con le sostituzioni, per quelli del bicchiere mezzo vuoto trattasi della correzione di un chiaro errore iniziale.
Il risultato del primo tempo farebbe propendere per la seconda ipotesi visto che il Gozzano imperversava in lungo e in largo senza che la Pro Patria riuscisse a vedere la porta.
Questo l’indizio, i due goal subiti la prova.
Centrocampo che non filtrava e mancava in fase propositiva, esterni under da incubo, punte isolate e difesa sotto pressione, tanto che prima si confondeva Lombardoni regalando un pallone agli avversari e poi si annebbiava il pur sempre bravo Tornaghi che sul secondo goal piemontese non si dimostrava impeccabile.
Subito fuori a inizio ripresa Defendi per Parker, Spizzichino per Galli, Pedone per Kolaj e dopo una ventina di minuti(troppo tardi a nostro parere) fuori Masetti per Marcone e, complice anche il calo atletico degli avversari, la partita cambiava la sua inerzia.
Prima però, spazio al colpo di scena, con un rigore per il Gozzano per fallo di Battistini, la cui ammonizione rimediata in questo episodio lo manderà in squalifica per la prossima gara.
Rigore calciato dal fuori categoria Fedato, ma dall'altra parte c’è un altro fuori categoria che si chiama Tornaghi che prima ipnotizzava l’avversario e poi, con un balzo da tigre, gli intercettava il tiro.
La Pro Patria arrivata alla porta dell’inferno decideva di non entrarci iniziando il suo percorso di conversione con un cambio di passo che la portava, prima a vedere l’apparizione del goal con Lombardoni (annullato), e poi alla svolta con Battistini che accorciava le distanze, mentre Le Noci impattava il match su rigore a una manciata di secondi dallo scadere del tempo di recupero.
Rigore arrivato per merito di un ispirato Kolaj per niente affaticato dalla sua recente esperienza con la nazionale under 21 albanese.
Il commento è semplice, seppur la trama domenicale sia stata diversa dal solito, il copione è sempre lo stesso: questa squadra senza la qualità di Fietta e Le Noci soffre tremendamente in incisività, perdendo geometrie di gioco, inventiva e qualità di esecuzione.
La rosa a disposizione di Javorcic non permette un turn over con la stessa resa dello scorso campionato, quando la qualità media delle alternative ai titolari garantiva una maggior incisività della rotazione.
Turn over che, soprattutto in alcuni ruoli, appare davvero problematico per una perdurante difficoltà di alcuni elementi a compiere il salto di qualità.
Si stanno offrendo molte (troppe?)opportunità a taluni giocatori giovani e meno giovani per dimostrare la loro maturazione, ma sembra che le stesse non vengano colte come ci si aspetterebbe.
Da capire se trattasi di potenziale inespresso o se quanto offerto è sinonimo di potenziale massimo.
Nel primo caso occorre capire cosa serve per innestare il “DRS”, nel secondo valutare quanto può essere profondo il turn over in casa biancoblù e quali sono i rischi connessi.

Flavio Vergani

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