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La Pro Patria pareggia per zero a zero con l'Alessandria prolungando il digiuno di vittorie che in casa manca da quasi un mese ( con il Lecco) e in trasferta da poco meno ( con l'Olbia).
Il fine giustifica i mezzi, ma non il prezzo del biglietto, questa la sintesi del match visto nel tardo pomeriggio grigio per l'orario di inizio, per il colore sociale degli avversari, per il risultato finale e per il gioco visto in campo.
O, meglio dire, non visto in campo in quanto le squadre apparse frenetiche, ansiose di verticalizzare senza neppure tentare il possesso palla e il gioco ricamato, hanno offerto uno spettacolo mediocre fatto di lanci lunghi e spesso imprecisi, palloni sparacchiati lontano e pochissime emozione ai 999 spettatori presenti.
Pochissime le occasione da rete a tabellino con Pedone nuovamente protagonista negativo nel primo tempo quando non concretizzava una favorevole occasione da rete più facile da segnare che da sbagliare.
Per gli ospiti il jolly per vincere la partita lo aveva nei piedi di Cambiaso che, giunta l'ora dell'aperitivo, si beveva uno "Spizzichino"e sparava a botta sicura nella porta tigrotta dove Tornaghi rispondeva con una parata da campione.
Su tutto il resto Sandra Mondaini avrebbe detto "che barba che noia, che noia che barba"e nessuno le avrebbe dato torto.
Fine del commento visto dalla parte di chi viene allo stadio aspettandosi uno spettacolo che giustifichi i soldi e il tempo investiti.
Grasso che cola, punto che fa classifica, risultato positivo se rapportato alla forza dell'avversario o alle ambizioni della piazza sono invece le considerazioni di chi analizza la realtà da un punto di osservazione più alto, più razionale, più analitico e che tiene conto di una serie di variabili dipendenti di un progetto a largo raggio che non può essere osservato solo ed esclusivamente sul singolo episodio, bensì sull'intero suo svolgimento.
Un progetto costruito su asset ben individuati che devono bilanciare gli investimenti con i ritorni.
Ritorni che hanno un nome obbligatorio che fa rima con giovani, investimenti che devono essere oculati, parsimoniosi e razionali.
Un esercizio di equilibrismo tra entrare e uscite che possa garantire la sostenibilità del progetto in una città che stenta a garantire alla società 500 abbonamenti, raggiunti solo con gli extra super sconti dedicati i ragazzi e con un pubblico che numericamente stona  con la categoria.
Fine del commento visto dalla parte ci chi vive la Pro Patria ogni giorno quale ragione di vita ed è quindi disposto ad accettare partite non esaltanti e risultati non spumeggianti se tutto questo serve per dare continuità al progetto. 
Insomma, visto dalla parte di chi si accontenta gode.
Per cui, prima di commentare è bene chiarire da che parte si sta,è l'unico modo che dà la certezza di avere ragione a prescindere.
Giusto dire che chi paga il biglietto meriterebbe di più, altrettanto giusto dire che quello che c'è è persino troppo se rapportato a quello che la città ricambia in termini di attenzioni alla Pro Patria.
Flavio Vergani

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