Ricordo
perfettamente, nonostante siano passati quattro anni, che mi fermasti e mi
dicesti: ”Dovresti premiare più ambi”. Ti risposi un po' frettolosamente, preso
dall'organizzazione della festa, e ti dissi: “ci penseremo per il
prossimo anno”.
Ma, per te non ci
sarebbe stato il prossimo anno.
Qualche giorno
dopo, il 28 dicembre 2015, mentre ero al Museo della Juventus, il nostro amico
Maurizio fece squillare il mio telefono con una suoneria troppo stonata per
essere vera.
Partisti per una
trasferta senza ritorno, convocata da un destino baro che ci tolse in un attimo
il tuo volto, i tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua passione per gli stessi
nostri colori.
Incredulità mista
ad un dolore forte contrastavano una rabbia feroce verso chi, nascosta nell'ombra, ci aveva rapito per sempre chi era parte di noi.
Un destino che ha
tentato di rubarci tutto di te senza mai riuscirci, perché il legame con chi ti
ha voluto bene era ed è così forte che ti ha tenuto legata a noi.
In questi quattro
anni non ti abbiamo più vista, ma ti abbiamo sempre sentita.
Eri con noi sugli
spalti dello “Speroni”, eri con noi alla festa della promozione, eri con noi
alle feste del Pro Patria Club.
Vivi negli occhi
dei tuoi genitori che ti portano nel cuore con orgoglio e con coraggio.
Genitori con l’animo
dei veri tigrotti, tanto da non piegarsi ad un dolore immenso che li ha colpiti, ma non affondati.
Genitori
coraggiosi come il tuo papà che ha festeggiato con noi i 50 anni del Pro
Patria Club che lui stesso fondò nel 1969. Sappiamo quanto eri e sei orgogliosa di lui.
Coraggiosi come
tua mamma che ha vinto la paura del mare, pur di festeggiare con noi i 50 anni
di matrimonio durante la crociera del Pro Patria Club. Sappiamo quanto l'hai amata e quanto la ami.
Tu c’eri sempre:
quando abbiamo applaudito il papà alla festa della birra e quando abbiamo
applaudito la mamma alla festa dell'anniversario di matrimonio sulla nave.
Non serve chiederti
dove sei, perché sappiamo che sei nel nostro cuore e vivi le nostre stesse
emozioni, situazioni, preoccupazioni.
Non è servita una
notifica per ricordarci di ricordarti, perché nessuno ti ha mai dimenticata.
Peccato per il
tuo Milan, consolati con la Pro Patria.
Tutto è cambiato,
ma niente è cambiato: non c’è più il “tuo”Candrina, ma la sua maglia gioca
ancora, è cambiata la proprietà, ma la Pro Patria è sempre la nostra Pro
Patria, hanno messo i seggiolini dove ti sedevi, ma il tuo posto è rimasto lo stesso.
Non è cambiato il
nostro affetto per te, non è cambiato il nostro ricordo, non è cambiata la
certezza che tu sei seduta sempre al nostro fianco.
Nessuno muore se il ricordo vive nel cuore di chi le ha voluto bene.
E a te, Simona, hanno voluto bene in tanti.
Flavio Vergani
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