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La stop forzato del campionato per la vicenda defiscalizzazione fa scendere il sipario sul 2019 dei tigrotti.
Un anno indimenticabile per quanto vissuto fuori e dentro il campo.
La celebrazione dei 100 anni di storia si è sposato con il raggiungimento dei play off, ottenuti da matricola del campionato.
Tante soddisfazioni ed emozioni che hanno riempito il cuore dei tifosi bustocchi dopo anni di amarezza e sofferenza.
Purtroppo è stata gioia vera per chi c’è sempre stato ma gioia effimera per chi ha voluto essere partecipe della festa solo da invitato, ma non da protagonista, visto che le presenze allo stadio illustri e meno illustri non ne hanno tratto giovamento.
Volendo essere provocatori potremmo dire che era più affollato il Teatro Sociale nel giorno del festeggiamento del Centenario, piuttosto che lo “Speroni” nelle gare della Pro Patria.
Questa è l’unica amarezza che ci lascia l’anno che sta volgendo alla fine.
I ringraziamenti a Patrizia Testa, presidente solitaria della Pro Patria, per quanto ha fatto e sta facendo sono stati numerosissimi a parole, scarsissimi a fatti.
Fatti che non si immaginano per forza clamorosi, basterebbe una presenza assidua allo stadio, una vicinanza commerciale di prossimità, un gesto semplice che possa, al di là del valore economico, trasmettere gratitudine per lo sforzo che sta producendo.
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno si potrebbe dire che quanto realizzato assume ancora maggior valore in quanto ottenuto con una sola donna al comando che potrebbe fare molto di più se solo si trovasse qualche compagno di viaggio con il profilo in linea con la “policy” da sempre dettata dalla società di via Cà Bianca: persone serie, eticamente inappuntabili e amanti della Pro Patria.
Di persone per bene ne è piena Busto, manca di trovare chi abbina anche l’amore per la Pro Patria.
La vittoria del campionato di serie D e l’obiettivo play off hanno prodotto i soliti 450 abbonati, non uno in più, non uno in meno e le presenze sugli spalti sono da depressione cronica.
Per cui, grazie a chi, nonostante tutto, ha garantito quanto avuto, ma è chiaro che in futuro non si potrà chiedere la luna con questo tipo di realtà sullo sfondo.
Termina anche l’anno dei cinquant’anni di Pro Patria Club che lascia tante fotografie a tinte forti nell’album dei ricordi del club.
Le tante celebrazioni, la crociera dei consiglieri, la festa della birra con forti connotazioni monotematiche sul big event hanno degnamente dato risalto a un appuntamento ricco di significati per il club di via Pozzi.
Infine, l’anno del cambio di presidenza che ha visto avvicendarsi Giovanni Pellegatta a Roberto Centenaro.
Un cambio di testimone che ha proiettato il club verso una nuova dimensione grazie all'arrivo di una cospicua quota di “giovani” pronti a caricarsi sulle spalle il futuro del club.
Presidente Centenaro a cui va riconosciuto, tra i molti meriti, una particolare resilienza che gli ha permesso di condurre con forza e determinazione il club durante gli anni bui vissuti dalla Pro Patria e che certamente non erano propizi per raggiungere gli obiettivi che si era posto a riguardo di un ringiovanimento del club.
Il risultato è giunto adesso quale conseguenza di una semina nata in quei tempi quando serviva tenere fertile il terreno in attesa che passasse la tempesta.
Ora, è tempo di raccogliere perché il cielo è sereno ma va dato atto a Centenaro di aver tenuto l’albero della nave ben dritto e il timone ben saldo per direzionare la nave nel porto sicuro.
Ora, vinta la battaglia ha ammainato le vele, pur rimanendo punto di riferimento della truppa perché i veri Capitani non tolgono mai la maglia per la quale hanno combattuto.
A Giovanni Pellegatta e al suo team il compito di continuare la navigazione per portare il club in mari sempre più biancoblù.
E’ tempo di farci un applauso perché tutta la famiglia della Pro Patria ha vissuto un anno indimenticabile che ci rende orgogliosi di essere parti di un insieme che si chiama Pro Patria.
Buon Natale a tutti!
Flavio Vergani

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