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Con un comunicato diffuso nel pomeriggio il consiglio federale della serie C, capitanato dal presidente Ghirelli, ha deciso di "fermarsi" e non giocare le gare del prossimo turno di campionato per sostenere la rivendicazione di defiscalizzare le società di serie C.
Immediata bordata di fischi da parte dei tifosi che hanno commentato la decisione al grido di "vergogna"Leggi i commenti.

Ci si ferma, secondo quanto affermato nel comunicato, per "Per rispetto alla disponibilità del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che ha convocato la FIGC mercoledì 18 dicembre p.v., per discutere la tematica della defiscalizzazione per i club di Lega Pro.

Insomma, uno stop preventivo senza neppure conoscere la posizione e l'eventuale disponibilità a trattare dell'interlocutore e questo è davvero scelta non di immediata comprensione.

In genere, nel mondo reale, gli scioperi si indicono dopo l'incontro tra proprietà e sindacati, ma sappiamo che il mondo del calcio vive su un altro pianeta.

Da capire anche cosa significhi fermarsi prima dell'incontro e in cosa consista questo rispetto.

Si cita nel comunicato il "rispetto verso la disponibilità...", del rispetto dei tifosi, non se ne fa invece cenno, ma su questo non esisteva il minimo dubbio. I tifosi sono sempre più un dettaglio in questo calcio.

E' uno sciopero? Sembrerebbe di no in quanto la genetica dello sciopero prevede un danno economico a qualcuno e in questo caso si verificherebbe solo ed esclusivamente per gli abbonati che hanno già pagato il match e per le società che sono parte solidale ( e ci mancherebbe altro!)con questa battaglia. 

E' una cancellazione del turno di campionato? Non crediamo. Cos'è allora? Un semplice posticipo dello stesso?Probabilmente si, un modo per far chiasso perchè tutto cambi senza che nulla cambi.

Altra domanda: la defiscalizzazione garantirebbe la sopravvivenza della società, ma a quanto ammonterebbe la quota di tasse non versate? Qualche decina di milioni di euro? Probabile.  E chi le pagherebbe al posto delle società?  

Questo modello di sviluppo passivo diventerebbe sostenibile a spese di altri? Di chi?
E' questa la sostenibilità che si persegue?Le tasse sono come la materia: nulla si crea e nulla si distrugge, per cui stabilito chi non le dovrà versare, serve sapere chi lo farà al posto delle società per garantire il flusso di cassa a saldo zero.

Vista dalla parte dei tifosi sarebbe comunque un sacrificio sostenibile, visto che per la propria passione si scalerebbe l'Everest a piedi nudi, ma se analogo discorso fosse declinato per rendere sostenibile un qualsiasi altro sport non di interesse generale ci sarebbe analoga disponibilità a sostenere il sacrificio?
 E' questo l'unico modello sostenibile che si è individuato? 
Oppure, la defiscalizzazione sarebbe a saldo zero a prescindere? In che modo? Tramite quali strumenti? Con quale tipo di raccolta alternativa? 

Infine, questa rivendicazione nasce impetuosa in questi giorni , ma fino a l'altro ieri era praticamente silente. 
Tutto e solo per rivendicare gli stessi privilegi del calcio femminile che in questi giorni sta trattando la materia?

E se domani alzasse la mano una nuova categoria per rivendicare gli stessi privilegi?
Se la soluzione fosse di dare a tutti quello che si è concesso ad altri, allora meglio evitare precedenti e lasciar perdere per tutti.

Se poi, dopo aver chiesto la luna alle società di serie C in merito ad adeguamento di strutture, orari di inizio delle partite, gestione della sicurezza ci si è accorti che le stesse boccheggiano, si discuta il ruolo e le prospettive delle stesse e si moduli il conto economico secondo le risorse disponibili.
Non è scritto da nessuna parte che la serie C debba essere una categoria professionistica a tutti i costi. 

Infine, prendiamo atto che la Lega sta allontanando i banditi dalla serie C, purtroppo sul tema abbiamo già molto dato e forse un diverso tempismo anche in questa materia ci avrebbe reso meno amari molti anni della nostra vita sportiva.

In quei tempi non ci risulta che niente e nessuno si sia fermato per un turno, nonostante fosse chiara al mondo intero la realtà dei fatti.

Sarebbe stato un modo per rispettare i tifosi, le società e le città che hanno subito la presenza di questi banditi, certamente non funzionali nel perseguire quel ruolo di aggregatore sociale del calcio di serie C sbandierato nel comunicato.

Flavio Vergani

IL COMUNICATO:

 Il Presidente Francesco Ghirelli, tutti i componenti del Consiglio Direttivo 

i Consiglieri Federali della Lega Pro rilasciano il seguente comunicato: “Abbiamo deciso 

che il primo turno del girone di ritorno del Campionato Serie C, in programma il 21 e 22 

dicembre p.v. non verrà disputato. Per rispetto alla disponibilità del Ministro 

dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che ha convocato la FIGC mercoledì

 18 dicembre p.v., per discutere la tematica della defiscalizzazione per i club di Lega Pro, sarà

 doveroso, all’esito dell’incontro, valutare con i club quanto concretamente emerso.  I club di Serie C si sono dati regole rigorose per le iscrizioni al campionato e per i controlli 

durante lo stesso. C’è da fare altro? Sono pronti, l’operazione di rigore e pulizia proseguirà 

senza se e senza ma. Si stanno attrezzando per presentare progetti al Cipe, alla UE e a Sport 

e Salute. Si stanno dotando di strutture proprie, efficaci ed efficienti, per rispondere a 

questo sforzo progettuale ed innovativo.

I club di Serie C formano giovani calciatori e calciatrici e, contemporaneamente, contribuiscono in modo decisivo a preservare i ragazzi e le ragazze dai pericoli della strada. Da qui nasce altresì la proposta dell’estensione della legge sull’apprendistato come fattore innovativo e cruciale. I club di Serie C fanno calcio e svolgono una funzione sociale presidiando il territorio.
La sostenibilità dei club è il nodo decisivo affinché l’esperienza originale del calcio dei Comuni d’Italia, il calcio dei pulmini, il calcio che rappresenta 60 città e 17 milioni di persone, abbia un presente ed un futuro. Decidere di fermarci non è stato semplice ed è stata una decisione a lungo meditata e travagliata. Abbiamo deciso di andare avanti perché devono dirci se serviamo per le funzioni che svolgiamo. Abbiamo chiesto la defiscalizzazione/credito di imposta. Per fare cosa? Per darci una mano ad abbassare i costi ed avere risorse da reinvestire in infrastrutture materiali (centri sportivi per i giovani) e in infrastrutture immateriali (formazione dei giovani). Questo comporterà cofinanziamento negli investimenti dei proprietari dei club, in un momento in cui è scarsa la fiducia nell’investimento in Italia.
La Lega Pro, dopo aver definito le regole che allontanano i banditi, ora ha chiesto un segnale per conquistare la sostenibilità dei club.
Le risposte non ci sono, si continua con i rinvii. Ci fermiamo, il Campionato Serie C riprenderà il 12 gennaio 2020. C’è il tempo necessario perché il Governo ed il Parlamento ci diano le risposte CONCRETE di cui abbiamo necessità.
Quello che può succedere alla ripresa del campionato è facile da intuire, la nostra pazienza 

non c’è più e quindi continueremo la nostra battaglia” 

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