Torna dopo un mese di stop il campionato di serie C.
Lo pseudo sciopero proclamato dalla Lega di serie C ha ulteriormente
dilato il tempo di attesa dei tifosi che ancora si chiedono il motivo per cui
la giornata di sciopero non si sia potuta recuperare domenica 5 Gennaio o Lunedì
6 Gennaio, dando modo agli spettatori di accedere allo stadio in pieno relax festivo.
Invece, si è preferito giocare mercoledì 22 gennaio, di sera,
in un giorno feriale. Una scelta che fa a pugni con il buonsenso.
Nel periodo di sosta ha tenuto banco la discussione sulla
detassazione dei club di serie C con prese di posizioni davvero prevedibili e scontate che hanno riempito le pagine dei giornali e i siti internet
Ci si è affannati a chiedere ai presidenti di club se fossero
o meno d’accordo sulla detassazione che permetterebbe loro un saving di budget
gestionale.
Un po’ come chiedere ad un lavoratore dipendente se fosse o
meno d’accordo sul pagare meno irpef in busta paga. Chi dovesse dire di no vincerebbe immediatamente un coupon per un trattamento sanitario obbligatorio.
Poi, sempre per riempire il vuoto agonistico, ecco la domanda posta ai tifosi sempre sullo stesso tema. Anche qui, bordata di consensi scontati,
visto che l’equazione è stata: meno soldi in tasse, più soldi per il mercato,
magari per un bomber da 200 mila euro.
Una cifra non casuale, vista la dichiarazione del presidente
di Lega di serie C che a precisa domanda ha risposto che il risparmio medio di
una società di calcio di serie C dovuta alla detassazione sarebbe intorno ai
150 mila/200 mila euro all’anno.
Per cui, moltiplicando 200 mila euro per 60 squadre della
serie C ci si accorge che il risparmio totale sarà di circa 12 milioni di euro per le società e in parallelo 12 milioni di euro di mancate entrate nelle casse dello stato.
Il tutto per la felicità dei tifosi (speranza di un bomber) e delle società(risparmio soldi) e per la
disperazione di chi dovrà coprire questo ammanco nel bilancio dello stato.
Magari gli stessi lavoratori dipendenti che, tolto il cappello di tifosi, si ritroverebbero
con la tassa sulla detassazione in busta paga.
Qualcuno dirà chissenefrega l’importante è vincere, altri
diranno chissenefrega di vincere se fa rima con più tasse.
Il dibattito è aperto.
Ovviamente, ciascuno tira l’acqua al suo mulino, peccato che
a volte il mulino sia lo stesso e serve fare della scelte, anche sofferte, pur di mantenere la coerenza.
Ma, essere tifoso e lavoratore al tempo stesso rende arduo
il compito. Ognuno scelga cosa vuole essere e poi, a successiva domanda sul tema, risponda.
In realtà, il volantino “sindacale”diffuso dalla Lega di serie
C a supporto dello sciopero sui generis parlava non di detassazione pro “bomber”, ma pro impianti sportivi, alludendo al fatto che con questi tagli di tassazione si favorirebbe la
realizzazione di campi di calcio.
Da capire con 200 mila euro di saving quanti impianti
sportivi si possano realizzare (pochi o nessuno) e per che motivo le società dovrebbero risparmiare
da un lato e mettere soldi dall’altro per costruire impianti sportivi di proprietà.
Ci sono società sportive che faticano ad avere lo stadio a norma, tanto da dover emigrare in strutture a noleggio, per cui dubitiamo che si possa "scialare" al punto tale da realizzare impianti alternativi.
Infine, visto quanto tempo è stato necessario per realizzare i campi
di allenamento a Busto, dubitiamo fortemente che l’automatismo proposto dalla
Lega di serie C sia fattibile sul breve periodo.
Diciamo che trattasi più che altro di un modo di unire l’utile
(detassazione), al dilettevole(impianti sportivi) dando alla rivendicazione un tema sociale e non solo commerciale.
Tornando a noi, domani alle ore 15 tutti allo ”Speroni”per
Pro Patria AlbinoLeffe.
Squalificato il neo papà Javorcic, punito per frase blasfema
nell’ultimo match di campionato a Gorgonzola, Brignoli e Molnar reduci da un
infortunio che li ha tenuti lontani dalla miglior condizione.
Sulla panchina degli ospiti mister Zaffaroni, indimenticato
e indimenticabile capitano della Pro Patria, recentemente tornato agli onori della cronaca grazie all' incisiva citazione di Giovanni Toia sul libro "Il pallone che cammina", che racconta senza peli sulla lingua gli ultimi 50 anni di storia tigrotta.
Flavio Vergani
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