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La Pro Patria gioisce per una settimana intensa ma generosa di ottimi risultati. Dopo la schiacciante vittoria di Crema, ecco il successo casalingo che mancava da diverso tempo contro  una delle migliori squadre trasfertiste del girone: la Juventus U23.
Lasciando perdere il match con il Monza che ha portato una prevedibile sconfitta in una partita comunque ben giocata dai tigrotti, è importante sottolineare come siano arrivate queste vittorie.
Una Pro Patria trasformista, non nello schema tattico ancorato al redditizio 3-5-2, ma negli attori che sono scesi in campo che hanno dimostrato tutti grande affidabilità.
Un risultato non scontato che valorizza il lavoro di mister Javorcic che nel tempo ha saputo coltivare i giovani talenti e mantenere alta l’attenzione dei più espeti.
L’assist di Le Noci di domenica scorsa ha un valore che va al di là del gesto tecnico, non un jolly pescato dal mazzo da parte del mister, bensì un asso messo sul tavolo in ultima mano per portarsi a casa la partita.
La capacità di far crescere un’unica solida pianta partendo da innesti di diversa età e diversa provenienza sta diventando la specialità della casa.
Alcuni successi sono già ben visibili, altri sono in incubatrice, ma possiamo dire fin da subito che il bilancio tende verso il positivo.
Vediamo nel dettaglio successi e sfide che ancora attendono il mister.
Portieri:
Tornaghi è una sicurezza da sempre e lo sta dimostrando, adesso serve vincere la sfida Mangano. Il ragazzo ha offerto prestazioni convincenti in Coppa Italia e in campionato prima di ricadere in errori di gioventù. Ma, è chiaro che se l’errore è figlio del caso e dell’inesperienza, la qualità la devi possedere e lui ha dimostrato di averla.
Difensori:
Accanto a qualche conferma, come Boffelli e Lombardoni, ecco la grande sorpresa Molinari che ha il piglio del giovane Donnarumma quanto a personalità che confonde la sua gioventù. Il ragazzo appare come lo Zaro due, ossia un giovane del vivaio, di grande fisicità e talento. Zaro il prossimo anno giocherà in serie B, visto che è sui taccuini di ben tre osservatori cadetti, per cui se tanto mi da tanto...
Due le sfide da vincere: Spizzichino e Marcone. A riguardo del primo parlavamo con mister Javorcic e con il direttore sportivo Sandro Turotti sui motivi per i quali un giovane che ha esordito in serie A facesse fatica ad ambientarsi in serie C. I due attribuivano la causa maggiore proprio alla gioventù che prevede tempi di maturazione diversi e tappe intermedie non per tutti uguali. Ma, sulla qualità del ragazzo non si discute.
Per quanto riguarda Marcone il discorso è più complesso e forse più urgente. Un giovane di queste potenzialità non può attendere ancora il suo turno in panchina. Sono ormai diversi campionati che, a parte qualche spezzone, vede la partita dalla panchina. Il tempo passa, non si rimane giovani in eterno, per cui è tempo di capire che tipo di investimento si vuole e si vorrà fare sul ragazzo che ha sempre restituito buone prestazioni quando chiamato in causa.
Centrocampo:
Un fisico prestante con dei muscoli ancora di proporzionare, questo sembrerebbe la sintesi di un giocatore giovane di grandissima potenzialità come Brignoli.
Quando il ragazzo troverà la sua maturazione fisica dimostrerà quanto sia stato bravo Turotti a portarlo a Busto.
Ghioldi: Chapeu! Più lo vedi giocare e più ti innamori di questo talento che migliora ad ogni battito di ciglia. Peccato quell’infortunio che ha frenato la sua crescita esponenziale, ma qui siamo di fronte ad un’eccellenza di grande qualità.
La scommessa da vincere? Sempre quella: Alex Pedone. Il fisico e la tecnica sono da serie B, il vero Pedone lo abbiamo visto due stagioni fa. Gli manca un passo, quello definitivo, per confermarsi giocatore di spessore. Qui, probabilmente, basta che si convinca di essere quello che non pensa di essere. Una botta di autostima e il problema si risolve. Forza Alex!
Attaccanti:
Classe, fisico, personalità, incedere regale tra il centrocampista dai piedi buoni e l’attaccante scaltro e astuto.  Kolaj, un giovane che sta crescendo con grande rapidità e intelligenza.
Ha il dono che fa la differenza tra un “giocoliere”  bello da vedere e un talento completo, quello di sapere rinunciare a un po’ di istinto a favore del gioco di squadra. Qualche tempo fa si specchiava, si autocompiaceva, cercava la giocata ad effetto, si innamorava del pallone. Ora, insegue la concretezza, bilancia tecnica e tattica, restituendo una performance sempre più concreta .
Parker: Fa parte di quella categoria di giocatori che più mettono in difficoltà i tifosi. Anche i più “tranchant”, che in genere promuovono o bocciano dopo qualche istante di conoscenza, sono cauti su questo granatiere dal cognome anglosassone che sembra dare il meglio di sé quando gioca dall’inizio.
Non gli manca nulla, ma sembra un’auto di grossa cilindrata che viaggia rispettando i limiti di velocità  urbani e fa sorgere la domanda su quanto possa raggiungere in autostrada. Il fisico del bomber non gli manca, la tecnica sta migliorando, manca solo la consacrazione.
Quanti nomi, quante scommesse vinte, quante ancora da vincere, una dimostrazione di una nuova dimensione del calcio bustocco sempre più orientato all'autosostentamento finanziario.
Un risultato che non può non essere taciuto e che  rende merito a mister Javorcic e a Sandro Turotti che sanno miscelare i giusti ingredienti per ottenere un prodotto vincente.
Tenendo conto del budget, ovviamente, e questo non è un dettaglio.
A Monza sapremmo vincere anche noi, tanto per fare un esempio e intenderci sul quello che stiamo dicendo.
Flavio Vergani

 

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