Abbonati a parte, ieri i paganti della partita Pro Patria Albinoleffe sono stati
449.
Lo 0,56 % della popolazione bustocca. Molti meno di quanti erano presenti
al teatro Sociale per festeggiare il Centenario della Pro Patria dove, tutti
concordi, dissero che la Pro Patria rappresenta Busto Arsizio da sempre.
L’incasso è stato di circa 7.000 euro, più o meno quanto serve per un paio
di stipendi dei giocatori. Per il resto, sponsor a parte che vanno ringraziati
100 volte, il conto è pagato da una sola persona, ossia la presidente Patrizia
Testa.
La quale per dare un senso di sostenibilità al conto economico è costretta
a contare sui contributi federali dedicati ai club virtuosi che si impegnano
nel far giocare i giovani in serie C.
Questo risponde a chi si chiede perché gioca Mangano e non Tornaghi, tanto
per citare un esempio.
Tornaghi giocava quando era schierabile il giovane Ghioldi, infortunatosi
il centrocampista e altri under di necessità si è dovuta fare virtù pur di raggiungere la quota giovani in squadra.
Che poi nelle partite precedenti il giovane Mangano abbia sfoderato
prestazioni del tutto convincenti giustifica la sua conferma tra i pali di
ieri.
Che poi la sua sia stata una prestazione negativa non ci piove, ma del
tutto paragonabile a quella dei suoi compagni che ha irritato il pur sempre
paziente e silente Sandro Turotti che, a fine partita, non le ha certamente
mandate a dire al team biancoblù affermando che è stata: “la peggior prestazione
degli ultimi tre anni”.
I tifosi hanno un’anima diversa da quella degli spettatori. I primi ci sono
sempre e comunque vada pagano, gioiscono, si arrabbiano, ma già da oggi sono
pronti a salire sul pullman per Crema.
Gli spettatori no. Loro hanno un’anima diversa. E scelgono dove investire i
soldi per il proprio divertimento; se non risulta essere tale vanno altrove.
Chi ultimamente varca la soglia dello “Speroni”, a parte le procedure di
check in degne di un aereoporto internazionale ad alto rischio terrorismo, vede
poche vittorie, pochissimo, gioco, uno spettacolo quasi inesistente.
Pensare che questo sia il modo per avvicinare tifosi alla Pro Patria è pura
fantascienza, soprattutto se il costo di ingresso è paragonabile a quello di
altri intrattenimenti al coperto, al caldo e dotati di ogni genere di comfort.
Come fare allora?
Ci sono tante risposte e nessuna risposta.
Una delle risposte potrebbe essere l’esempio di Novara dove la gara con il
Monza di oggi costerà ai tifosi solo due euro in tutti i settori con incasso
devoluto in beneficienza.
Un’iniziativa della nuova società novarese con il patrocinio del comune.
Certamente vincente sotto il punto di vista del marketing per costruire un
legame con i nuovi tifosi, ma tutto questo, se proiettato nella realtà bustocca
cozza contro quanto visto ieri allo stadio.
Chiunque avesse pagato due euro per vedere la gara di ieri tornerebbe allo
stadio in futuro a prezzo pieno?
Sicuramente no!
La vera realtà è che gli spettatori sono la conseguenza di uno spettacolo
gradevole, uno spettacolo gradevole è la conseguenza di forti investimenti per
disporre dei migliori attori, i migliori attori scelgono il palco per loro più
conveniente in termini di guadagni.
Quando manca uno di questi fattori è impossibile desiderare la luna.
Ci si deve accontentare di qualche giornata di sole e qualche giornata di
pioggia.
Ieri è piovuto a dirotto, ma fino all’altro ieri la squadra aveva prodotto
un rendimento superiore a quello dello scorso anno.
Questo è quello da cui ripartire.
Vincere il campionato a Monza con un budget illimitato è certamente fonte
di gioia per i tifosi, ma fin troppo facile per la proprietà, salvarsi senza
ansie con lo 0,56 % della popolazione di Busto allo stadio, con la quota
giovani sempre schierata e senza fuori quota in termini di ingaggio è tutta un’altra
soddisfazione e non ha prezzo.
Questo è e deve essere l'obiettivo del presente, se poi domani qualcuno dovesse innamorarsi della Pro Patria non a parole, non sui palchi dei teatri, non solo durante il Baff, ma con fatti concreti, allora sconfitte come quelle di ieri non avrebbero ragione di esistere e magari non servirebbe far pagare due euro per incoraggiare le presenze, perchè verrebbero da sè.
Flavio Vergani
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