Header


Zero a zero in campo tra Pro Patria e Siena e zero emozioni, o quasi, sugli spalti desolatamente vuoti. Aumenta la temperatura, oggi quasi primaverile, ma calano gli spettatori, oggi 392 paganti e per consolarsi ci si racconta una storia alla quale i primi a non crederci sono gli stessi che la raccontano: ci sono le finali di Coppa Italia femminile di volley al Palayamamay.
Anche lì, prezzi non così popolari e il risultato si è visto in tv ieri: molti vuoti sugli spalti. Per la serie: cambia il mondo, devono cambiare le regole di ingaggio degli sportivi, visto quello che si vede allo Speroni e non solo.
Yamamay, un brand che è un palindromo che richiama perfettamente la data odierna che è un altro palindromo e che fa tris con il palindromo del risultato della gara. Zero a zero comunque lo si legga.
Insomma, il “PALINDROMO DAY”, quando da qualunque parte la giri si legge sempre lo stesso significato: una noia mortale.
Deve cambiare anche quell’autostima sopra le righe di qualcuno che ripete ossessivamente che la serie C è categoria professionistica, tanto quanto la serie B.
Con le parole forse si, con i fatti ancora no. Tanto che il Siena, dopo il Lecco, è arrivato a Busto senza una seconda maglia che si differenziasse da quella della Pro Patria, per cui i tigrotti hanno dovuto passare al verde, nonostante il regolamento consentisse loro di vestire il biancoblù.
Chi ricorda il contrario si riferisce ad un regolamento dei dilettanti. Per cui, è cambiata la categoria, è cambiata la regola, è rimasto il dilettantismo. Questo è quello che dicono i fatti, il resto è aria fritta.
Non finisce qui, sul pullman ospite mancava persino la lavagna luminosa per i cambi. Per cui, anche qui, si è dovuti ricorrere al “blackboard sharing”. Che imbarazzo!
Tanta improvvisazione organizzativa non deve confondere e far pensare che gli ospiti siano degli sprovveduti lontano dalla città del Palio, anzi, solo Renate, Novara e Carrarese erano riusciti a prendergli punti in precedenza, per cui il fatto che la Pro Patria si sia aggiunta alla lista deve far felici i tifosi.
Come ci sia riuscita è un dettaglio da non raccontare a chi non era presente allo stadio, giusto per non fargli passare l’eventuale voglia di tornarci.
Diciamo le cose belle: slalom speciale di Bertoni con tiro a fil di palo al 32esimo del secondo tempo e paratona di Tornaghi in uscita a un secondo dalla fine che salva il risultato in bianco.
Il resto? Quale resto? Il primo tiro in porta tigrotto avveniva all’undicesimo minuto del secondo tempo, mentre il primo tiro in porta del Siena lo stiamo ancora aspettando.
Gli esteti del calcio dicono che spesso lo zero a zero è la sintesi della partita perfetta.
Lo dicono anche gli scacchisti quando esaltano la partita patta come il risultato di un’assenza di errori di entrambi i giocatori.
Ecco, diciamo che oggi è accaduta l’eccezione che conferma la regola.
Diciamo che gli errori delle due squadre si sono elisi a vicenda generando una specie di risultato perfetto, assai lontano dalla perfezione citata.
In sala stampa i tecnici hanno parlato di partita sporca causata dagli schieramenti a specchio delle due squadre che di fatto ha originato una partita di tale deprimente livello di interesse.
La si può raccontare come si vuole, il risultato è uno: buon punto per la Pro Patria contro una squadra temibile come il Siena, spettacolo e divertimento zero per i 392 paganti che forse ci penseranno due volte prima di tornare allo stadio se il “do ut des” ha queste dimensioni.
Il finale fa rima con l’inizio: se il calcio professionistico offre questo livello di spettacolo da capire cosa si debba cambiare per evitare la noia calata oggi sullo Speroni che ha causato ben più di uno sbadiglio.
Flavio Vergani

0 commenti: