Giacomo Mela oggi |
Era il 21 Marzo 1976, la Pro Patria batteva per uno a zero il Belluno.
Era il 4 Aprile 1976, la Pro Patria batteva per uno a zero l’Udinese.
Il minuto, più o meno lo stesso, il settantesimo.
La firma su quelle vittorie fu messa da un beniamino della tifoseria biancoblù.
Un'aitante difensore centrale, elegante nella corsa, educato nello stile ma, al contempo, feroce nella marcatura: Giacomo Mela.
Lo ricordavo come un ragazzo più maturo dell'età che aveva, mai banale e con il pregio di metterci sempre la faccia. Lo ritrovo, dopo 44 anni, identico a prima, seppur l’invecchiamento lo abbia arrotondato in qualche spigolo vivo.
Giacomo Mela nel 1976 ( il primo in piedi da sinistra) |
Invecchiamento, un termine non utilizzato a caso, ma giusto per stare in argomento e parlare della sua nuova realtà.
Cosa fa di bello Giacomo Mela?
Sono laureato in agraria, dopo un’esperienza come ristoratore a Milano, sono diventato un esperto di vini. Mi occupo di consulenza alle vendite.
Dove vivi?
Ho abitato a Busto dal 1982 al 1988, adesso vivo a Brescia. Per cui, vicino alla Franciacorta, luogo perfetto per la mia attività.
Il calcio è solo un ricordo?
Assolutamente no. Tramite il sito “Fubles”posso conoscere in real time dove organizzano tornei o partite di calcio, così mi fiondo ove capita. Mi definisco la “mignotta del calcio”. Pensa che ho giocato con 738 persone diverse, è un dato che restituisce il sito, non guardarmi male.
Un centrale di difesa ancora insuperabile?
Quale difensore, mi sono trasformato in attaccante!
Ti piace il calcio moderno?
No, per niente. Non mi piacciono i giornalisti che scrivono senza conoscere quello che stanno commentando, non mi piace trovare foto di donne mezze nude sulla Gazzetta dello Sport, quando ci sono mille altri modi per vederle, non mi piacciono le nuove regole. Fossi un allenatore farei allenamenti specifici per colpire le mani degli avversari in area, per avere sempre un calcio di rigore. Questo non è calcio.
Quindi? Tu non riusciresti a giocare a calcio professionistico in questi anni?
Direi di no. Non avrei la testa. Vedo troppi giocatori “rincoglioniti”che vivono il momento fregandosene del resto.Mi spiego meglio, il sistema calcio moderno li rende sottomessi, li obbliga ad accettare determinate regole che di fatto tolgono loro molto, in cambio del molto che ricevono.
Io sono sempre stato diverso, ho dei dogmi nella mia testa che non possono essere sconfessati.
Io sono sempre stato diverso, ho dei dogmi nella mia testa che non possono essere sconfessati.
In effetti ti ricordo un po’ contestatore
Chi come me è nato all' inizio degli anni ’50, ha vissuto il cambiamento in tutte le sue forme. Ho vissuto, seppur marginalmente, la contestazione del ’68. Frequentavo l’università e quindi ho condiviso la contestazione studentesca, come non potevo esserne influenzato? Il fatto di essere un giocatore non mi ha permesso di essere parte attiva. Ricordo che venivo considerato un saprofita della società, in quanto non si accettava il fatto che giocare a pallone potesse essere una professione. Venivo tollerato dal resto del mondo.
Oggi è diverso?
Direi che in Italia siamo vicini al default. Ieri sono stato espulso da una farmacia in quanto si entrava due alla volta. Mi sono ribellato e sono entrato dicendo che fuori c’era la coda e faceva freddo, per cui non cambiava nulla a riguardo del Corona virus. Cartellino rosso! Non si può far nulla in Italia: troppa burocrazia, troppi processi inutili, troppe regole. D’altra parte, non può essere che una conseguenza di chi ci governa.
Per chi vota Giacomo Mela?
Non voto e non voterò fino a quando potrò decidere il nome e il cognome di chi desidero che governi il paese. Oggi non è possibile e questa non la chiamo democrazia.
A Busto ti ricordano come un bel ragazzo desiderato da molte donne.
Una l’ho sposata: Stefania Speroni, nipote di Carlo Speroni che ha dato il nome allo stadio. Mio suocero era il socio di Giuseppe Mancini.
Per chi fai il tifo?
Per me stesso.
Sorry?
Questo calcio non mi piace, vedo squadre che si ostinano a giocare la palla partendo dal portiere. La perdono e prendono goal. Se fossi il loro allenatore gli taglierei i piedi. Il tiki taka lo ha fatto il Barcellona di Messi, Iniesta e Xavi. Gli altri lo scimmiottano e mi fanno solo ridere, Inter compresa che ha questo difetto prima delle altre,
A proposito di allenatori, tu perché non lo hai fatto? Non ti mancherebbe la leadership.
Ero un leader nello spogliatoio, è vero, ho pensato di allenare, ma non ho la testa per accettare i molti compromessi del calcio di oggi.
Cosa vuol dire essere leader di uno spogliatoio?
Un esempio su tutti: a Pavia avevano esonerato mister Rondanini, noi giocatori ci siamo ribellati e chiesto un incontro alla società per far presente che non eravamo d'accordo con la scelta. Io andai e parlai per tutti, altri miei compagni, che ho ancora ben in mente, dissero che avevano perso la strada non trovando il luogo dell’incontro.
Risultato?
Cacciarono via me!
Sei un po’ come Cassano?
Si, mi piace molto il suo modo di fare. Da quando non c’è più lui non guardo Tiki Taka. Devo ammettere che l’età mi ha un po’ cambiato e certe battaglie di Cassano, fatte giusto per farle, le ritengo eccessive e poco produttive. Certamente meritava di più come calciatore e avrebbe dovuto dare di più.
Chi frequenti dei tuoi ex compagni?
Brunini lo sento spesso, Croci lo ho incontrato recentemente nel suo ristorante. Altri al funerale di Lello Crespi, un grande uomo che mi ha dato moltissimo. Un uomo che comunicava con il silenzio. Un padre per me.
Segui la Pro Patria?
Onestamente, ti dico di no.
Un giocatore che per te è stato un esempio?
Roberto Rosato e Pierino Prati
Nel calcio di oggi in che categoria giocheresti?
In serie A. La qualità è molto più bassa rispetto al passato. Però, non avrei la testa per questo calcio, per cui mi sa che ti ho risposto troppo istintivamente.
Amare la maglia, si dice sempre, ma si fa veramente?
Non ho mai concepito come si possa non esultare quando si torna da ex. E’ una mancanza di rispetto verso la squadra del momento con cui stai giocando. Non concepisco neppure il tifo esasperato : ad Alcamo nessuno batteva le rimesse laterali, per cui lo feci io al mio arrivo. Ebbene, mi coprirono di sputi dalla tribuna.Preciso che non erano i tifosi dell'Alcamo che facevano questo, ma qualche tifoseria avversaria. Non capisco come si possa vivere il tifo con questo stile.
Il calcio ti ha più dato o tolto?
Rifarei tutto quello che ho fatto. E’ vero, mi ha tolto un po’ di libertà. Avrei voluto viaggiare per il mondo, imparare nuove lingue e conoscere altre culture, ma mi sono rifatto dopo.
Prego?
Si, ho vissuto sei mesi in Irlanda come consulente di vini. E’ stato bellissimo, mi sentivo libero, felice, perfetto in uno stato dove è tutto più semplice e dove la vita ha il giusto valore. Di mattina andavo a scuola di inglese con ragazzi giovani, di pomeriggio lavoravo. Una splendida esperienza.
A questo punto, consigliaci il vino perfetto per festeggiare la prossima promozione della Pro Patria.
Direi che la Pro Patria merita il meglio : Champagne Bollinger RD
Grazie per la tua disponibilità e per averci riportato nel calcio della nostra gioventù
Grazie a te per avermi dato modo di rivivere quegli anni che ricordo con tanta nostalgia. Ti aspetto a Brescia per stappare una bottiglia di quelle buone.
Flavio Vergani
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