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Sino al 1907 i campionati di  football   in Italia sono messi in palio  dalla FIF Federazione Italiana Football e dalla concorrente FIG Federazione Italia Ginnastica, la quale annovera anche  il football con l'inedita  Palla d'Argento Henry Dapples, competizione  all'epoca  più popolare del campionato.

Il Milan Foot Ball and Cricket Club , fondato a Milano nel dicembre 1899 nei locali della Fiaschetteria Toscana  di via Berchet , si aggiudica  i campionati   1901, 1906,1907 ( FIF ) e 1904,1906,1907( FIG ).

Herbert Kilpin  nelle vesti di dirigente, allenatore, capitano, giocatore centra complessivamente  i primi sei titoli italiani rossoneri.

Viene alla ribalta Attilio Trerè , baffone inamidato, poliedrico, nato portiere, trasformato con successo in mediano e centrocampista offensivo ed  evidenzia  con la maglia rossonera 79 presenze dal 1906   al 1915    e  5 con  l' azzurra.

Attilio viene a Busto per ragioni di lavoro, propone agli amici bustesi allettanti argomenti di  football, tanto da  indurli nel 1907 nei locali dell'Albergo dei Tre Re    alla fondazione della Soc.Sportiva  Aurora.

Roberto Della Torre , diciottenne, ne diviene presidente,  giocatore ed allenatore ma   cade al fronte nella guerra 1915/18 unitamente ad altri tra cui   Sergio Giamberini, carismatico asse  portante nella scacchiera biancoblu. Talaltri, menomati assai nel fisico , si rendono conto di non essere in grado di proseguire l'attività calcistica.

Piero Guidali, giocatore dell'Aurora, mutilato di guerra, promuove una riunione dei tesserati delle Società sportive di Busto Arsizio presso i locali dell'Albero Tre per una disanima della situazione in atto. L'andazzo è  quasi sconcertante, per disappunti vari e contrari. Poi nelle due successive riunioni i toni si ammorbano e gli animosi trovano spazi di buona comprensione concordando l' accorpamento delle società Aurora, Victoria, Unione Sport e Juventus nella Pro Patria et Libertate, ad eccezione degli esponenti  della Società Ginnastica Bustese Sportiva, discordi sulla ragione sociale da assegnare al nuovo sodalizio.

Orbene a fine febbraio 1919 prende il via la U.S.B. Pro Patria et Libertate Sezione Calcio,  sostenuta dai patrimoni conferiti dalle  società costituenti, altresì dalla somma delle  quote mensili di Lire 10 confluite dagli oltre 500 soci acquisiti,  in gran parte lavoratori  remunerati attorno a lire 300 mensili, peraltro azzimosi assai , perchè in casa e fuori eran botte da orbi, con  conta finale, mai al saldo.

Ai primi di gennaio 1923 la Pro Patria deve raggiungere Valenza Po, agli ordini di papà Caimi, a mezzo di un piccolo autobus, già stracarico alla partenza.

Arriva il “ Negher” della “ Cascina Capuana” allora covo dei tifosi. Non c'è più posto, non vuol rimanere a casa, sale sul tetto del bus. E' freddo boia, a Novara lo tiran, quasi stecchito, l'ospitano sino a Valenza.

Da quelle parti tira aria di regolamento dei conti e pubblico entusiasta assai.  A metà gara scocca una scintilla tra un bustese ed i terribili fratelli Stradella locali. Papà Caimi entra in campo sferra un paio di cazzotti, gli vanno addosso in molti, lo seppelliscono di botte. E' tratto in salvo dal “ Negher” fattosi fatto largo con un pungiglione atipico.

La squadra riparte con i cristalli dell'autobus volati per terra. Del “ Negher ” nessuna traccia : lo ritrovano accovacciato su un paracarro poco fuori Valenza intento ad affilare le lame del pungiglione.
Giorgio Giacomelli

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