“In medio stat virtus”, sembra essere questa la password per
risolvere il rebus della ripartenza del campionato di serie C.
Tra, non gioca più nessuno e giocano tutti, ecco la via di
mezzo: gioca chi vuole.
Tradotto, gioca chi ha soldi per farlo e quindi garantire un
protocollo folle e giustificabile solo da chi è fortemente interessato a salire
in serie B. Fatto salve le prime in classifica: Monza, Vicenza e Reggina che
volerebbero in serie B per meriti sportivi maturati sul campo, la quarta
promossa uscirà tra le squadre che, avendone i diritti, vorranno scegliere di
tornare in campo.
Una dimostrazione concreta e immediata della loro struttura
solida e adatta ala salto di categoria.
Insomma, una specie di curriculum sportivo a cui si aggiungono
“skills” finanziari a completamento del profilo generale societario.
Insomma, il modo perfetto per dare ai soliti noti l’opportunità
di arrivare dove si vorrebbe, ma, al momento, non si potrebbe.
Quindi niente “bari” con improbabili estrazioni a sorte,
finora paventate, “pari” opportunità per le società con i soldi in tasca che
potrebbero ricevere un vantaggio insperato dalla propria solidità economica.
I soldi non garantiscono la salute, non comprano la felicità,
ma aiutano sempre.
Identico discorso per i play out? Certamente no. I disperati
nascono per soffrire e devono farlo fino in fondo, che abbiano i soldi o che
non li abbiano.
Tutti in campo, o quasi.
Bocciature immediata per le ultime tre dei gironi ( Gozzano,
Rieti e Rimini hanno già pronta la diffida), più Bisceglie e Rende colpevoli di
avere più di 9 punti di distacco da chi le precedono.
Per le altre, mano al portafogli e via con i play out: Pianese-
Pergolettese , Fano-Ravenna e Arzignano Imolese, che pagherebbero a caro prezzo(
in tutti i sensi) la loro posizione di
classifica deficitaria.
In soldoni: i ricchi ridono e si giocano la promozione, tutti
gli altri sceglieranno di salutare la compagnia e pensare al futuro, qualcuna si
ritroverà retrocessa da maglia nera, altre si troveranno in serie D per il congelamento
della classifica che penalizza i basso performanti e altri avranno l’obbligo di
scendere in campo per difendere la categoria.
Questa l’articolata proposta della Lega di serie C pensata
per far felice molti, ossia chi ha il pensiero fisso della promozione in B e chi non vuole più giocare e scontentare pochi:
gli ultimi condannati al loro presunto destino e chi non avrebbe nessuna voglia
di giocare, ma che per coerenza di meccanica devono tenere bordone, fingendosi
felici di non esserlo.
Muoia Sansone, ma non i Filistei.
Flavio Vergani
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