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L’era post Covid segnerà molti cambiamenti per il calcio, soprattutto quello di serie C, che verrà chiamato ad essere più professionistico del professionismo.

Una nuova dimensione che esula e supera quella finora vissuta dalle società di terza divisione e che imporrà un update del modo di intendere la gestione del progetto.

Fino ad oggi si è data la possibilità alle società di scegliere se partecipare o meno ai playoff, piuttosto di andare o meno in ritiro, senza che questo fosse sanzionabile in caso di rifiuto.

Una situazione eccezionale la cui normalizzazione non avverrà per difetto, ossia tornando alle vecchie abitudini, in quanto il problema Covid non sembra dare tregua.

Ne segue che quello che finora è stato volontario da domani diventerà obbligatorio e le rinunce di oggi non potranno essere quelle di domani.

Una società professionistica non potrà ulteriormente rinunciare ai playoff nella futura normalità e neppure rinunciare al ritiro, per cui il nuovo “mindset”sarà diverso e orientato a dover ( non solo a poter), rispettare il nuovo standard.

Tutto questo non potrà avvenire per magia e per incanto, ma dovrà essere supportato a livello federale o governativo per poter aiutare le società a parare le insidie della nuova realtà.

Bad news arrivano dalla Commissione Bilancio della Camera che ha bocciato l’emendamento finalizzato a introdurre un credito di imposta sulle sponsorizzazioni. Un duro colpo che getta tutto lo sport ( esclusa la serie A di calcio che vive su un altro pianeta) nel dramma.

Una politica miope che nega un decisivo aiuto ad aziende e mecenati che tengono vive realtà sportive eccellenti.

Si badi bene che non si proponevano furbate fiscali, ma solo un’azione strutturata per convincere gli sponsor a non mollare il colpo.

Curioso il fatto che il costo dell’emendamento fosse inferiore la mancato incasso erariale in caso di rinuncia da parte dello sponsor.

Una scelta assurda, un vero autogoal che certifica ancora una volta che in Italia lo sport fa rima solo con calcio di serie A. Il resto vale per vantarsi quando ci sono le Olimpiadi e arriva qualche medaglia. Allora si gonfia il petto e si canta l'inno con la mano sul cuore, staccandola per un attimo dal portafoglio, ma solo per un attimo, per evitare che cada inavvertitamente qualche decina di euro.

I componenti del Comitato 4.0, composto da Lega Pro, più leghe maschili e femminili di basket e volley, sono pronti a dare battaglia e chiederanno un confronto con i ministri Gualtieri e e Spadafora per rivedere l’assurda decisione.

Intanto però, le società di calcio devono pianificare il futuro senza certezze, una delle quali è rappresentata dalla possibile mancanza totale di pubblico per la perdurante situazione di rischio Covid.

Poi, superato il problema, si dovrà capire quanti tifosi torneranno allo stadio e quanti, dopo questo lungo periodi di assenza, decideranno di dedicarsi a nuove situazioni coltivate in questo tempo senza calcio.
Pensare che il calcio di serie C possa avere un senso in questa situazione è pura utopia, sperare che presto torni la normalità un sogno, per cui è quantomai importante la vicenda politica a sostegno di un mondo professionistico che ha dimostrato di essere tale di nome, ma non di fatto.Certi professionisti hanno ripreso a giocare, altri no. Un motivo ci sarà.

Flavio Vergani


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