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Pochi, ma decisamente buoni: il ruggito dello "Speroni" |
La Pro Patria vince per due a uno con il Lecco e centra la seconda vittoria casalinga della stagione.
Già questo basterebbe per essere contenti, ma non finisce qui. I tigrotti, fino a ieri, avevano realizzato 17 dei 19 punti in classifica con squadre che li seguivano in classifica e solo 2 punti con chi li precedevano ( Carrarese e Pro Vercelli), per cui la vittoria odierna è la prima con una big del girone, per cui, aggiunge valore all'impresa.
I goal di Colombo e Latte Lath sono state due perle balistiche di rara bellezza, ma allo "Speroni" oggi si è visto di più , molto di più.
Innanzitutto, lo stadio ha ripreso a respirare, ribellandosi ai silenzi sacrali delle ultime partite. Un po' per merito del clima da derby, che con il Lecco tocca sempre livelli massimi, un po' per la presenza fuori dallo stadio di sei indemoniati ultrà che hanno cantato per tutto il match, sventolato bandiere, fatto esplodere petardi ad alta potenza, esposto striscioni, facendo un tifo d'inferno e un po' per il movimentatissimo fine partita, quando il nostro presidente Giovanni Pellegatta, è stato pesantemente, anche se solo verbalmente, attaccato da due lecchesi, reo, secondo loro , di avergli mostrato a fine partita un cartellino rosso con invito ad andare a casa.
Gesto che li ha indispettiti fino al midollo e provocato una reazione degna di un vero derby a porte aperte.
Non è stato semplice riportare la calma e gli stewards sono rimasti sbigottiti per l'extra work al quale sono stati chiamati in una gara a porte chiuse.
Ovviamente, durante il match, i presenti non hanno mancato di far sentire il fattore campo e cercato in tutti i modi di aiutare i biancoblù, che da tempo inseguivano la seconda vittoria casalinga.
Insomma, un pomeriggio caldo come piace ai tifosi più veri e passionali della Pro Patria, in preda ad una crisi di nervi per questo lockdown calcistico che sta pesantemente incidendo sul morale degli stessi.
Tornare a respirare questa aria di derby è come respirare aria fresca di montagna. Ovviamente, fin che si rimane confinati nello sfottò e nel dibattito verbale.
Ancora una volta, dobbiamo scrivere che non è comunque finita qui. Era il quarantaquattresimo minuto e venti secondi del primo tempo, quando il portiere tigrotto Greco rinviava lungo e il pallone arrivava dalle parti del giovane talento albanese Kolaj. Il ragazzo intercettava il pallone addomesticandolo con un tocco che sembrava una carezza. Il pallone rimaneva per qualche istante incollato al piede del giocatore, tanto che sembrava avesse la colla sulla scarpa. Non c'era nemmeno il tempo di stupirsi per questo gesto tecnico, che con un abile colpo di tacco la palla andava ad un compagno di squadra.
Il tutto in un attimo, nel tempo di un respiro, con un gesto di rara tecnica, grande coordinazione. particolare grazia esecutiva. Sembrava un ballerino e non un calciatore. Un colpo di quelli che ti fanno venire voglia di andare via, per non rovinare l'istante e fissarlo nella memoria per sempre.
Una magia che, per chi ama questo sport, riempie il cuore e scalda l'anima.
In questo pomeriggio dove si è rivisto anche il sole, sono brillate due perle: il goal di Colombo e di Latte Lath.
Due tiri praticamente identici, a "giro" sul secondo palo, di quelli che quando partono sai già dove arriveranno.
Due firme di artista che idealmente hanno voluto omaggiare e salutare Paolo Rossi in modo diverso dal minuto di raccoglimento osservato a inizio partita. Meritava di più e ha avuto di più.
In particolare, ci piace sentire la voce del destino nel goal di Colombo, nato proprio nell'anno 1982, l'anno del mundial di Pablito, che ha salutato nel modo migliore il viaggio verso il cielo della stella del nostro calcio.
Potremmo proseguire nel descrivere la gioia per la vittoria ottenuta dopo una prestazione maiuscola e di rara volontà da parte dei tigrotti, ma, come per la magia di Kolaj, vogliamo che nella memoria rimangano impresse queste prima emozioni vissute allo "Speroni", per le altre, ci sarà modo di parlarne in una prossima occasione, per non rovinare lo straordinario con l'ordinario.
Grazie Pro Patria!
Flavio Vergani
AURORA PRO PATRIA 1919 – CALCIO LECCO 1912 2 – 1 (1 – 0)
Marcatori: 2′ Colombo (PPA), 22′ s.t. Latte Lath (PPA); 32′ s.t. Capogna (LEC).
AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Greco, 6 Gatti, 19 Lombardoni, 4 Saporetti; 21 Colombo, 20 Nicco, 14 Bertoni (33′ s.t. 16 Fietta), 3 Galli, 15 Pizzul (40′ s.t. 7 Cottarelli); 11 Kolaj (17′ s.t. 24 Latte Lath), 9 Parker (40′ s.t. 10 Le Noci).
A disposizione: 12 Mangano, 2 Compagnoni, 17 Spizzichino, 18 Piran, 25 Ferri, 26 Dellavedova, 27 Pisan, 30 Castelli. All. Javorcic.
CALCIO LECCO 1912 (3-4-1-2): 1 Pissardo; 2 Celjak (28′ s.t. 5 Lora), 6 Marzorati, 3 Cauz (1′ s.t. 33 Capoferri); 26 Nesta (11′ s.t. 7 Giudici), 36 Bolzoni, 14 Marotta, 21 Nannini; 17 Iocolano (28′ s.t. 34 Kaprof); 20 Capogna, 9 Mastroianni (19′ s.t. 10 Mangni).
A disposizione: 12 Oliveira, 8 Del Grosso, 11 D’Anna, 16 Porru, 27 Haidara, 28 Moleri, 29 Raggio. All. D’Agostino.
ARBITRO: Mario Perri di Roma 1 (Ciro Di Maio della Sezione di Molfetta e Lucia Abruzzese della Sezione di Foggia. Quarto Ufficiale Matteo Canci della Sezione di Carrara).
Angoli: 4 – 1.
Recupero: 0′ p.t. – 4′ s.t.
Ammoniti: Bertoni, Pizzul (PPA); Mastroianni (LEC).
Note: Giornata fresca e soleggiata Terreno di gioco in ottime condizioni. Gara disputata a “porte chiuse”.
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