Nel libro delle Favole il suo nome non compare mai, e, quando c’è, viene sempre relegato a un posticino tra i ringraziamenti generali. Nessuna sviolinata. Nessun proclama. Ma dietro alcune delle più strabilianti imprese calcistiche degli ultimi anni, il nome di Sandro Turotti appare tra l’elenco dei dirigenti, proprio come una formula Fisica impossibile da confutare. Prima Biellese, poi Pro Vercelli, Legnano, Albinoleffe e quindi Pro Patria.
Che tipo è Turotti? Ottimo professionista, ha fatto bene ovunque è stato. Professionista distinto, mai personaggio di spicco.
Nato a Biella nel 1962, Turotti vive nel calcio da vent’anni. Intraprende la carriera calcistica nelle zone del Piemonte, ma capisce che la sua strada non è sul campo, ma ai suoi margini. Negli anni ‘ 90 viene chiamato per gestire il settore giovanile del Vigliano, squadra di provincia con cui inizia l’avventura dirigenziale. Nel frattempo, e siamo alla Stagione 1992/93, la Biellese fallisce. Sorge la Biellese- Vigliano e Turotti diviene direttore sportivo. Inizia l’ascesa. Nel giro di tre anni, con Roberto Bacchin in panchina, la Biellese conquista tre campionati e, dall’inferno dell’Eccellenza, torna ai fasti della serie C2. In mezzo c’è anche un campionato Nazionale juniores e la scoperta di Alberto Gilardino, poi Campione del mondo.
Sono i risultati che consentono a Turotti di alzare nuovamente il tiro. Dopo sette anni di Biellese passa alla Pro Vercelli. Con i bianchi, in un solo anno, raggiunge un altro obiettivo prestigioso: i play- off, che mancavano al club da anni. La mano di Turotti si nota. Molti dei giocatori protagonisti della stagione furono portati proprio da lui. Dopo Vercelli, Legnano, nel suo destino c’è l’Albinoleffe. Con i bergamaschi è uno degli artefici della seconda salvezza consecutiva in serie B nella stagione 2004/2005 e, dell’accesso ai play-off per la serie A.
Ma il punto è un altro. « Un uomo che compra un giocatore come Marchetti a 500 euro, non può essere che bravo », spiega il procuratore Giorgio Parretti. Già, perché la forza di Turotti è l’attenzione al transfert e il salario, punti fondamentali per ogni società. Sa scegliere bene.
E, anche quest'anno ha scelto benissimo, basta citare il portiere Greco, i difensori Saporetti e Gatti, le punte Latte Lath e Castelli che si sommano alle scelte degli scorsi anni, davvero ammirevoli nel rapporto qualità-prezzo.
Il suo curriculum è denso di successi, ma lui rimane umile e questo fa la differenza anche come persona.
Indubbiamente un top player per questa Pro Patria che molti invidiano e che rappresenta una garanzia senza scadenza per i progetti biancoblu.
Sulla sua pagella tanti voti otto che fanno rima con Turotti.
Flavio Vergani
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