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Il ritorno allo stadio dei tifosi dovrebbe passare dal rispetto delle regole degli addetti ai lavori che lo stanno attualmente frequentando.

Sarebbe un modo per trasmettere la diversità degli sportivi e favorire la riapertura degli impianti con l'esempio.

Ebbene, per quanto visto oggi allo "Speroni" siamo distanti anni luce.

Il senso civico e il rispetto delle regole è stato eluso proprio dalla folta dirigenza ospite posizionata ( chissà perchè) in tribuna laterale e dai giornalisti ospiti.

Dirigenza ospite che ha chiesto ripetutamente e con toni poco amichevoli a qualche bustocco il motivo della presenza allo stadio con il tono del " io sono io... chi cazzo siete voi" . 

Ci si riferiva al fatto che io posso esserci perchè sono dirigente e tu noi perchè non le sei.

Ebbene, un richiamo alle regole fatte con mascherina non indossata correttamente o addirittura mancante.

Inutile i richiami da parte degli addetti e dei presenti a volere regolarizzare tale aspetto, prima di pretendere il rispetto delle norme da parte degli altri.

Il Dottor Pane, responsabile della sicurezza, ha dovuto alzare la voce per convincere i riottosi dirigenti ospiti ad osservare le regole che non ne volevano sentire ragioni.

Da che pulpito viene la predica!

La tribuna stampa è stata invasa da un onda di giornalisti novaresi che hanno di fatto reso impossibile mantenere la distanza di un seggiolino dal confinante e su questo si può chiudere un occhio, ma non sul fatto che praticamente la totalità dei presenti ha indossato male la mascherina, oppure non l'abbia proprio indossata con la ridicola giustificazione che "essendo in diretta la mascherina non permetteva di far sentire la voce ai telespettatori".

Il personaggio in questione, con toni da mercato del pesce, invocava l'intervento dell'addetto stampa in quanto accusava di  "non poter lavorare", invitando chi gli faceva notare di rispettare le regole di "andare da quelli di Sky obbligandoli a mettere la mascherina".

Richiesta ridicola, in quanto i giornalisti di Sky e di tutte le tv nazionali serie la mascherina la indossano sempre e correttamente e la voce la si sente perfettamente. Forse è il caso di cambiare i microfoni o alzare la voce evitando ridicole piazzate. Soprattutto quando si è nel torto marcio.

Che piaccia o no ci sono delle regole che non esentano "chi fa le dirette", a fare quello che vuole, per cui ci si rassegni e si eviti di cadere nel ridicolo.

Patetico il sostegno e il gioco di squadra di alcuni altri giornalisti ospiti che hanno generosamente offerto solidarietà al collega per niente rispettoso delle regole e del tutto insensibile al rischio che causa sua stava procurando ai vicini.

Regole disattese anche da chi si rilassava in tribuna stampa stando in piedi e fumando una sigaretta, ovviamente senza mascherina e alitando sulle persone sedute davanti.

Da ultimo, spiace che una collega e un collega, che da sempre seguono la Pro Patria dalla loro postazione assegnata,  siano stati costretti a migrare in tribuna laterale per evitare eccessiva vicinanza con chi ha saccheggiato i posti senza rispetto dei prenotati.

Sorte che ha rischiato anche lo scrivente se non ci fosse stato il buon Andrea che ha lottato per mantenere libera la solita la posizione.

Forse tale ala delocalizzata della tribuna stampa andrebbe diversamente presidiata dal personale di servizio, per evitare di dover ingaggiare duelli rusticani solo per ottenere il rispetto delle regole da parte dei presenti e per potersi sedere nei posti assegnati.

Se questo è un campione rappresentativo del comportamento delle persone verso il rispetto del protocollo sanitario, allora la riapertura degli stadi si allontana  e non ci si chieda per colpa di chi.

Flavio Vergani



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