In occasione del suo compleanno, che oggi festeggia per la novantesima volta, mi viene chiesto di anticipare un pensiero per Luciano Pistocchini che
per lungo tempo è stato il corpo, l’anima e il cuore del “Tigrottino”.
Ho scritto anticipare perché i colleghi che oggi curano il
giornale gli regaleranno ampia visibilità sul prossimo numero, come giustamente
merita per quello che ha fatto per il nostro house organ.
Per me, Luciano è sempre stato automaticamente identificato come il “Tigrottino”,
fin da quando, all’età di sei anni, varcai per la prima volta i cancelli dello “Speroni”.
Ricordo che mio zio Valerio Bollini mi veniva a prendere con la sua Simca 1100 grigio metallizzato con ampio anticipo, proprio “per prendere il Tigrottino”, che veniva distribuito all’ingresso dello stadio.
Rimanevo a lungo all’entrata dei popolari, attendendo l’arrivo di Luciano con il pacco di
Tigrottini per avere la certezza di non perdere nemmeno un numero per la collezione che ancora conservo.
Però, spesso, rimanevo senza, perché troppo lento nel raggiungere la pole position o perché spintonato
dai molti che aspettavano l’arrivo del giornale.
Allora mi avvicinavo a Luciano con timidezza e chiedevo se ne avesse uno anche per me
Lui, sempre rispondeva: “vieni con me, che ne ho qualcuno in auto”,
rendendomi il bambino più felice del mondo.
Una felicità che si contrapponeva alla delusione di quelle
domeniche nelle quali arrivavo tardi e mi veniva detto che “il Pistocchini è già andato via e i Tigrottini sono finiti”.
Era un colpo al cuore non poter ricevere il giornale e non poter continuare con la raccolta completa dei numeri. Allora,
durante l’intervallo attendevo che qualcuno si allontanasse dal proprio posto e
scippavo il giornale. Una giusta punizione per chi lo utilizzava come “cuscinetto”.
Ho ancora nel mio archivio copie del Tigrottino bucherellate
dai sassolini presenti sugli spalti che levigavano le pagine, quando il
giornale veniva pressato dai sederi dei tifosi irriverenti verso il lavoro di
Luciano.
Invece, quando arrivava nelle mie mani la copia fresca di
stampa la procedura era lunga prima di arrivare alla lettura della prima
pagina. Il Tigrottino veniva accarezzato, odorato, sfiorato e palpato, per
ricevere un’emozione unica da quelle
pagine lucide, colorate, profumate, proprio come la passione per il biancoblu.
Era un rito irrinunciabile, una celebrazione solenne nella quale
Pistocchini era il sacerdote officiante che distribuiva la sacra informazione che, a differenza
di oggi, era unica e quindi esclusiva, desiderata, apprezzata per la puntualità
e precisione con la quale veniva garantita.
Pistocchini, ad un certo punto, fu precursore dei tempi anticipando
l’idea di una distribuzione alternativa del giornale per arrivare anche nelle
case dei tifosi impossibilitati a recarsi allo stadio.
Pistocchini, gestendo con maestria e proattività gli inevitabili
disagi propri di qualsiasi innovazione che allontana dall'area di comfort, riuscì a spedire il giornale direttamente nelle cassette della
posta dei tifosi. Un passo in avanti verso la modernità.
Una prima tappa dell’evoluzione successiva proposta proprio
dallo scrivente di rendere visibile il Tigrottino online e nelle edicole
cittadine, per far scorrere la passione biancoblu fra i lettori della città.
Pistocchini ha legato il suo nome al Tigrottino per così
lungo tempo che ha saputo varcare la dimensione della sua mission di direttore
del giornale, sconfinando nella totale identificazione della sua figura con il
giornale stesso.
La sua dedizione verso il progetto è stata pari a quella di
un padre per il figlio, la sua lungimiranza e pazienza sono state leve perfette
per far crescere il giornale, la sua professionalità ha garantito lunghi anni
di eccellenza qualitativa del prodotto fornito.
Luciano ha raccontato per lunghi anni la storia della nostra
passione con un giornale unico nel panorama nazionale.
Poche tifoserie avevano un giornale edito da loro
con tale livello di qualità.
Una scelta di vita lo ha fisicamente allontanato dalla Pro Patria, ma la sua presenza si nota proprio nell’assenza.
Privilegio
riservato a pochi, ossia a coloro che hanno legato così indissolubilmente il
proprio nome alle vicende della squadra, che quando mancano sembra di essere in
una mostra senza quadri.
Nel giorno del suo novantesimo compleanno gli regaliamo una
torta con 45 candeline bianche e 45 candeline blu, che lui saprà spegnere
con un unico forte soffio: il soffio forte della sua passione per questi colori.
Il tempo sa sempre diluire ogni amarezza e concentrare i
meriti e questa è l’età giusta per Luciano per gustarsi il bello che ha
lasciato il suo splendido percorso nell’ambito dell’informazione biancoblù e spazzare
via con un sorriso le amarezze e del delusioni sofferte, che inevitabilmente comportano ogni lungo percorso di
successi, a prescindere dall' eccellenza garantita.
Luciano, è lontano fisicamente, ma vicino con il cuore ai nostri colori che hai amato, apprezzato e servito con la sua penna, che ha scritto indimenticabili vicende della storia della Pro Patria.
Oggi, è possibile leggere questa storia,vedendo il suo
volto sullo sfondo e la sua competenza in filigrana.
Ti ringraziamo per quello che sei, per quello che hai fatto
e per quello che ci hai regalato.
Oggi tocca a noi regalarti il nostro affetto abbracciandoti
forte, come dopo un goal importante.
Un goal con il quale oggi raggiungi novanta punti nella
classifica della tua vita, l’ennesimo campionato vinto di una carriera da
fuoriclasse.
Tanti Auguri Luciano!
Flavio Vergani per Direttivo Pro Patria Club
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