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Ieri sera la S. Messa nella chiesa di San Giuseppe, in memoria dei defunti è stata davvero particolare. A riscaldare l'atmosfera fredda e in parte ovviamente triste è stato il giovane Don Giuseppe, che dal pulpito ha parlato di fede e di calcio in maniera allegra e riscaldando gli astanti.

Il parroco ha metaforicamente descritto la vita religiosa di un cristiano alla pari di quella di un tifoso. Non è blasfemia, anzi una similitudine azzeccata. Come il buon Dio ci chiede fede e di praticare il credo, anche nella nostra squadra riponiamo fede, cercando di seguirla e praticando più possibile il suo credo bianco blu. Don Giuseppe ha benedetto il cammino della Pro sperando di vedere risultati migliori. Anche qui ha chiesto fede e speranza, la stessa che in queste ore i tifosi ripongono nella nuova società di via Ca Bianca. "Gente sconosciuta" dice il prelato ma che il popolo della Pro avrà modo di conoscere, lasciando da parte quella indole di diffidenza che in queste ore si sono udite in città.” Abbiate fede anche in queste persone”, la frase che dal parroco suona come un credo da seguire, senza troppe remore.

Insomma, fede e speranza due parole che si possono davvero usare sia nella religione ma anche nello sport.

Due dettami, che in questo tortuoso cammino sportivo sembrano una luce da seguire.

La speranza di risorgere dalle tenebre e ritornare a vincere è la parte che tutti noi sportivi vorremmo vedere al più presto. Anche qui fede e speranza la fanno da padrone, senza di essi ci lasceremmo andare a inutili sconforti. Ma il cammino della squadra è ancora lungo, e riponiamo nella Pro la fiducia più ampia.

Come abbiamo creduto e seguito in questi anni le gesta della “vecchia” dirigenza, che è stata una luce dopo anni di tenebre. Anche qui la similitudine religiosa ci sta tutta.

Durante l'omelia Don Giuseppe ha voluto ricordare i cari tifosi che non sono più con noi sugli spalti ma che abbiamo sempre nel cuore.

La mia frase che dico sempre, in questi articoli, resta sempre la stessa, “Chi la Pro ha sempre amato... verrà sempre ricordato” e ieri è stato così. Tra di essi le ci sono le “bandiere” in campo e i giovani tigrotti che ci hanno lasciato davvero troppo presto. Assieme a loro i nostri sponsor e quelle figure storiche di giornalismo e vita Bustocca che tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta allo Speroni o in città.

Che la benedizione di ieri sera arrivi ai giocatori che dovrebbero riporre fede e amore nei nostri colori, come noi riponiamo speranza nei loro gesti in campo. Onorate la maglia e questo vale per tutti fuori e dentro il rettangolo verde. Un credo da seguire per non perdersi nel cammino di un campionato difficile.

La Pro è quasi una “religione” per molti di noi...e la religione va rispettata, seguita e se possibile praticata.

Anche qui una frase che esorta tutti a venire allo stadio o per lo meno a vedere la Pro da vivo quando possibile. Questo è praticare la fede calcista.

La strada verso la salvezza pare dura e lunga, ma fa piacere sapere che almeno da oggi abbiamo un tifoso in più, Don Giuseppe che pregherà per i tigrotti.

Forza Pro ...fede di questa città. 

Anche il nostro inno lo dice:

“sei l’orgoglio la fede degli ultras”

 

Simone Merlotti

 

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