Se fosse un film si potrebbe intitolare il suicidio perfetto, o forse, il delitto perfetto, la cui vittima è anche il mandante.
Le vittime, ancora una volta, sono i tifosi della Pro Patria, o, nello specifico, chi aveva pensato che mettere la Presidente Patrizia Testa nel consiglio comunale, equivalesse ad avere vantaggi e attenzioni per la causa biancoblu.
Niente di più sbagliato, chi troppo vuole nulla stringe e alla fine quei tifosi e tutti gli altri, si ritrovano orfani di una presidenza che garantiva tranquillità economica.
Un vero e proprio autogol.
Rimane una curiosità. Chissà, se questi tifosi avessero saputo che stavano votando la loro "condanna", votando l'amata presidente, che stavano votando per la sua incompatibilità con la Pro Patria, avrebbero confermato quel voto.
Un vero e proprio "testacoda" che ha mandato fuoripista ogni illusione di essere rappresentati nelle sedi opportune con una della famiglia biancoblu e ha regalato la certezza di un abbandono della presidenza amata.
C'era la Testa, ora è rimasta la coda di una vicenda opaca, della quale oggi è a tutti è chiaro quello che prima lo era a pochi.
La legge non ammette ignoranza, ma nello specifico c'è un'attenuante per gli illusi, ora delusi.
Quel silenzio armato del passato, appare oggi un po' imbarazzato nel dover giustificare una situazione che era scritta da tempo e che si vorrebbe far passare per figlia del presente.
Un'attenuante generica che diluisce il dispiacere e attenua i sensi di colpa dei mandanti del suicidio perfetto.
Flavio Vergani
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