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 Nessuno era più abituato e nessuno immaginava potesse tornare un tempo nel quale parlare di tutto, fuorchè di calcio giocato.

E' successo in settimana, dopo l'arresto di Galloro, presidente del Consorzio Sgai, che ha rilevato la Pro Patria. Le rassicurazioni sono arrivate copiose dall'attuale proprietà e dalla precedente, ma il colpo è stato da ko e a Busto, dopo quanto recentemente successo, si fatica credere se prima non si vede.

I san Tommaso sono totalmente giustificati, troppo mongolfiere con scritto serie B, Dream Team squagliatosi ai primi caldi estivi, progetti ambiziosi di cittadelle o similari, hanno lasciato i tifosi con un pugno di mosche in mano e con l'intera Italia che ha schernito i tifosi bustocchi, quando ospiti nei loro stadi.

Chiedere a questo popolo di "credere"è esercizio ai limiti con l'impossibile, servono i fatti, delle parole ne sono piene le fosse.

Fatti che partono dal campo, incassata la fiducia della nuova proprietà, il duo Turotti- Prina dovrà dimostrare con i risultati quanto finora non fatto.

Colpa degli assenti, ha detto il presidente Citarella, ma anche, aggiungiamo noi, di una campagna acquisti che ha restituito una squadra indebolita in difesa e in attacco, con le perdite di top player non sostituiti con acquisti di pari valore qualitativo e con un indebolimento quantitativo nei centrali di difesa, dove, forse , si è mal previsto il ritorno di Lombardoni. Manca anche la valorizzazione dei giovani arrivati, lo scorso anno lo si fece con Latte Lath, arrivato come bomber sterile e restituito all'Atalanta in doppia cifra, Gatti arrivato dalla serie D e diventato titolare inamovibile, dopo le iniziali panchine. Oggi, c'è un potenziale giocatore di categoria superiore che si chiama Pierozzi, ragazzo dalla gamba veloce che ha propensioni prettamente offensive. E' in fase di esplosione, ma non ancora esploso, il rischio è che torturarlo con richieste lontane dalla sua vocazione possa disinnescare il potenziale. Intanto si attende Vezzoni, altro giovane di ampio potenziale, ma alle prese con molti ( troppi?)problemi.

Il tecnico Prina è chiamato a trovare i risultati per una squadra che ha perso la sua identità di gioco, senza cambiare i dettami tattici, un motivo ci sarà.  Una riflessione che merita attenzione. Una squadra che ha perso la leadership di alcuni giocatori esperti che appaiono avulsi dai dettami tattici di mister Prina. Da recuperare la performance primitiva di Ghioldi, giovane di grandi qualità, relegato spesso e forse troppo in panchina per scelte tecniche premianti la quantità al posto della qualità.

L'occasione è su un piatto d'argento, la trasferta di Trieste, dove ci sarà un Francesco Giorno, giocatore della zona di buone qualità lasciato andare via da Busto con troppa fretta e ascoltando il parere di qualche presunto conoscitore di calcio, i tigrotti dovranno dimostrare di avere cambiato marcia, di essere passati dalle parole spesso ascoltate in sala stampa ( "dobbiamo lavorare di più"), ai fatti.

Il girone di andata sta per terminare, è giunto per mister Prina il momento di guardare alla classifica, cosa finora ritenuta inutile e accorgersi che la Pro Patria è in zona retrocessione, seppur con un organico qualitativamente superiore a molte squadre incontrate finora e con le quali non si è mai vinto.

Un motivo ci sarà ed è il momento di risolverlo.

Flavio Vergani 

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