Le dichiarazioni di Sandro Turotti, dopo le partita di ieri, hanno indispettito più di un tifoso, che sui social hanno contestato il passaggio relativo al fatto che "la squadra scesa in campo in questa partita sia, tolto qualche elemento, la stessa dello scorso anno".
Il commento non fa una piega, rispetto allo scorso anno , la Pro Patria manca di mister Javorcic, di Greco, di Lombardoni, di Latte Lath, di Kolaj, di Gatti e di Le Noci.
Sandro Turotti questo lo sa perfettamente.
Come diceva lui stesso nel dopo partita, non è nato ieri, ha i capelli e la barba bianca, quindi non ha certamente bisogno dell'aiuto da casa per capire quello che tutti hanno capito. Ossia, che questa squadra non c'entra niente con quella dello scorso campionato.
Ovviamente, serve leggere in filigrana le sue parole che volevano dire ben altro che un semplice confronto con il passato.
E' evidente che il Direttore si riferisca a comportamenti e ad atteggiamenti degli attuali protagonisti diversi da quelli del passato, al netto delle singole capacità tecniche.
Logico pensare che Turotti volesse far presente che lo scorso anno, gli stessi giocatori, garantissero fame, sacrificio, agonismo, concentrazione ben diversi da quelli di quest'anno.
Il riferimento alle parole di Bertoni della scorsa settimana relative al "dobbiamo dare di più" è stato chiarissimo ed è le password per capire la sostanza del suo discorso.
Sandro Turotti ha trasformato il "dobbiamo dare di più", made of Bertoni ", in "so che potete dare molto di più", firmate da Turotti.
Questa certezza nasce, non per scommessa o per miracolo, ma solo per il fatto che "questa squadra è la stessa dello scorso anno", per cui l'aspettativa è lecita, anzi dovuta.
Turotti l'ha presa larga per non essere diretto in un momento già complicato di suo, ma sarebbe un'offesa alla sua competenza ed esperienza equivocare le sue parole, pensando che non si sia accorto di chi è andato via e di chi è arrivato.
Poi, da buon comandante della nave, si è messo in discussione lui per primo, insieme a squadra e giocatori, proprio per rinverdire quel concetto di gruppo solido, coeso e solidale, vera forza dello scorso anno, che non sembra così granitico quest'anno.
Nella lista di Turotti, per eleganza, rispetto e stima, mancava il riferimento alla società, che, però, non può non fa parte della lista, visto che le scelte di mercato sono diretta conseguenza del budget che è stato messo sul tavolo.
Una nave da sempre ha i marinai, il comandante, ma anche l'armatore.
Non è sempre Natale, per cui non sempre si trova un Gatti a zero euro che garantisce ampia plus valenza e, se con quanto incassato dal Frosinone non viene investito sul mercato, pur sapendo di un Lombardoni out fino al 2022, non si può far finta di niente.
Se, a fronte della perdita di due giocatori come Kolaj e Latte Lath ,che insieme garantivano goal in doppia cifra, arrivano attaccanti che lo scorso anno hanno registrato zero presenze in squadre che hanno ruotato decine e decine di giocatori, questo è un motivo di discussione che va considerato.
Se si rinuncia ad un giocatore di esperienza e alto tasso tecnico, come Le Noci e si opera sempre e solo nell'ingaggio di giovani promesse, il punto entra di diritto nell'analisi attuale.
Fatto questo, si garantisce la completezza di analisi, subito dopo, ci si chieda il motivo per il quale chi lo scorso anno aveva gli occhi di tigre, oggi ha quelli di agnello.
Ci si chieda chi era il motivatore dello scorso anno e chi è quello di quest'anno.
Ci si chieda perchè chi ha stupito il mondo intero , tanto da ottenere un contratto biennale, oggi si è spento e langue in un torpore da letargo.
Ci si chieda se, tatticamente parlando, c'è l'obbligo di copiare il passato e se ci sono gli attori giusti per interpretare lo stesso copione dello scorso anno.
Ci si chieda il motivo per il quale, se si vuole copiare il passato, come mai alcuni attori principali sono stati relegati a comparse, nonostante siano giovani e nonostante nel passato abbiano garantito performance ben diverse dalle attuali.
Insomma, tutti in discussione si, ma l'importante è il tema della discussione, per capire di cosa si sta discutendo. Individuato il tema, la soluzione potrebbe essere più semplice di quello che si possa pensare.
Nulla accade casualmente e Turotti, come sempre, ha già capito tutto.
Adesso, viene la parte più difficile, fargli cambiare idea e convincerlo che questa volta ha sbagliato lui.
Un vera e propria impresa.
Flavio Vergani
0 commenti:
Posta un commento