Anche oggi, la Pro Patria vincerà domani. Arriva solo uno scialbo pareggio a reti inviolate per la Pro Patria a Mantova, nella diciottesima gara di campionato di serie C.
Più che una partita di calcio è stata una partita di anticalcio, visto che le due squadre, più che costruire il gioco, hanno badato a distruggere quello avversario, dando vita ad una partita tecnicamente inguardabile.
Non si pretendeva il "tiki taka", ma almeno di vedere un paio di passaggi consecutivi e qualche fraseggio che potesse far capire che si stava disputando una partita di calcio, invece si è assistito ad un tentativo di imitazione di altri sport con ripetute incursioni border line tra calcio fiorentino e il rugby, con giocatori che, palla al piede, sfidavano la fisica tentando di penetrare il corpo dell'avversario con inguardabili uno contro uno, che portavano al regolare schianto contro il giocatore avversario.
Fase offensiva di entrambe le squadre non pervenuta, a parte qualche episodio casuale, mai frutto di uno schema, di una trama di gioco organizzata, di una giocata tecnica dei giocatori. L'anarchia al potere, la disorganizzazione tattica protagonista assoluta della partita, la povertà tecnico tattica delle due squadre quale sfondo di un pomeriggio da dimenticare.
Anche oggi, la Pro Patria segnerà domani e non esserci riuscita contro una difesa locale apparsa tutto, fuorchè Forte Apache, amplifica tutte le preoccupazioni per una salvezza che appare sempre più difficile da raggiungere.
Anche oggi, la Pro Patria vincerà uno scontro diretto domani, persiste infatti la difficoltà a vincere una partita con squadre di pari livello o addirittura inferiore.
Mister Prina alla vigilia aveva recitato il solito copione imposto a tutti gli allenatori nel prepartita, quando si deve essere generosi di complimenti per gli avversari, qualunque essi siano, ma, francamente, crediamo che questa volta quanto visto in campo sia stato lontanissimo dalla radiografia dei virgiliani condivisa nella giornata di ieri. Di pericoloso il Mantova non ha proprio nulla.
Questa partita era largamente a portata dei tigrotti e aver tentato di vincerla solo negli ultimi minuti di gioco con sporadici ribaltamenti di fronte apre la riflessione sulla capacità di lettura del match, sulla personalità della squadra di osare qualcosa in più, almeno ogni tanto e di ritrovare antiche certezze.
Questa squadra ha paura prima di sè stessa e poi degli avversari e questa bassa autostima influenza in maniera determinante l'atteggiamento in campo, tanto da subire sempre e comunque gli avversari, persino quando di qualità inferiore alla propria.
Se il lavoro di un intero girone ha partorito questi miglioramenti, è davvero difficile pensare quando sbocceranno i tigrotti a nuova vita.
Cinque punti in otto partite sono un po' pochini e davvero non si capisce da dove provenga tutto l'ottimismo di mister Prina che imperterrito continua ad essere sicuro sul fatto che a fine torneo la Pro Patria sarà salva.
Serve qualcosa in più, molto di più, di parole, rassicurazioni smentite dalla realtà, continua fiducia a giocatori ampiamente al di sotto della loro performance standard ( ossia, quella a tutti nota dello scorso anno) e coraggio di fare un passo indietro per farne uno in avanti.
Sono state fatte delle scelte tattiche di un certo tipo con confinamento di giocatori chiave dello scorso anno in panchina, non è in atto nessuna valorizzazione dei giovani giunti a Busto, anzi, Pierozzi sta regredendo rispetto al passato dopo che ci si è messi in testa che l'importante è non prendere goal.
Se i risultati sono questi, urge rivedere tali scelte per trovare alternative, almeno tentarle per non scivolare nell'oblio delle incerte certezze.
Adesso che è tempo di guardare la classifica, la stessa dice che è identica, se non peggiore, di quando non era importante guardarla.
Per la serie: i numeri non sbagliano mai, nè prima, nè dopo, perchè sono la sintesi più reale e anche questa volta non hanno cambiato parere.
Numeri che parlano di 17 punti in 18 partite. L'impressione è che non ci sia più tempo per lavorare per migliorare, ma sia il momento di accelerare il processo con azioni mirate ad invertire un trend che non può più essere considerato come casuale.
Flavio Vergani
MANTOVA 1911 – AURORA PRO PATRIA 1919 0 – 0 (0 – 0)
MANTOVA 1911 (4-2-3-1): 1 Marone; 20 Pinto, 5 Checchi,, 21 Milillo, 23 Panizzi; 29 Messori (26′ s.t. 4 Militari), 16 Gerbaudo; 10 Guccione, 31 Piovanello (43′ s.t. 6 Silvestro), 30 Zappa (26′ s.t. 9 Paudice); 11 De Cenco (38′ s.t. 8 Zibert).
A disposizione: 22 Tosi, 2 Bianchi, 3 Agbugui, 7 Bucolo, 14 Rihai, 17 Esposito, 24 Fontana, 27 Vaccaro.. All. Lauro.
AURORA PRO PATRIA 1919 (3-5-2): 1 Caprile; 5 Molinari, 13 Boffelli (29′ p.t. 14 Bertoni (31′ s.t. 8 Brignoli)), 6 Sportelli; 11 Pierozzi, 10 Nicco, 16 Fietta (31′ s.t. 4 Saporetti), 3 Galli, 15 Pizzul (31′ s.t. 21 Colombo); 27 Piu (31′ s.t. 30 Castelli), 9 Parker.
A disposizione: 12 Mangano, 2 Vaghi, 7 Stanzani, 23 Ghioldi, 25 Ferri. All. Prina.
ARBITRO: Valerio Pezzopane di L’Aquila (Marco Orlando Ferraioli della Sezione di Nocera Inferiore e Franco Iacovacci della Sezione di Latina. Quarto Ufficiale Dylan Marin della Sezione di Portogruaro).
Angoli: 4 – 4.
Recupero: 4′ p.t. – 4′ s.t.
Ammoniti: Fietta, Pizzul, Brignoli, Nicco, Molinari (PPA); Messori, Militari (MAN).
Note: Giornata fresca e soleggiata. Terreno di gioco in ottime condizioni.
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