GATTI A STRISCE
Dalla casa di Arizzano sopra le collinette che sovrastano il
Lago Maggiore, alla serie A il passo è stato breve ma pesante.
Federico Gatti, quella strada che va dalla sua abitazione
alla vicinissima Verbania, la percorre due volte al giorno.
La prima per scendere in cantiere alla “EdilGaggio”, dove
pratica da pochi mesi il lavoro di serramentista e muratore, la seconda volta
per tornare a dormire stanco ma sereno di aver dato il massimo.
Nella sua macchina però non c’è solo la classica borsa degli
attrezzi, ma anche una sacca con i vestiti di ricambio e le scarpette da
calcio. Dopo una giornata stressante e dura, Federico si allena tra
Mergozzo, Pallanza e Verbania per la squadra bianco-cerchiata, nei vari campi a
disposizione della società lacustre.
Dal Pavarolo dove è stato prelevato meno di un anno prima i
dirigenti del Verbania gli avevano promesso una carriera migliore, ma per
vivere il solo calcio dilettantistico non gli sarebbe bastato, e Federico lo
sapeva.
Ecco che Gatti si rimbocca le maniche e si cerca un lavoro
in zona. Il DS Fassoli che lo accoglie come un figlio, lo incita a tenere duro,
perché in lui vede un promettente giovane di sicuro successo.
Pietro Fassoli è un dirigente molto famoso a Verbania ed è
proprio lui per primo a credere in Federico.
Giovanni Verdicchio, store manager e tutto fare della
squadra è il secondo ad osservare la crescita di Federico. Mi dirà spesso nei
miei incontri con lui sul lago, “il ragazzo farà strada”. In città e
nella dirigenza, tutti sono convinti che quel giocatore in eccellenza è
sprecato.
Per fortuna che lo squadrone lacustre vincerà il campionato
e gli darà subito la possibilità di cambiare categoria e lo proietterà in un
palcoscenico più rispettoso.
Che quel ragazzo sia degno di arrivare tra i professionisti
è un dato di fatto che è noto ormai a tutti. Nella partita di casa contro il
Ligorna gli occhi mi si illuminano. Con la mia Pro fuori casa contro
l’Albinoleffe decido di traghettare verso il mio secondo amore calcistico, e lì
che ammiro per la prima volta il futuro tigrotto Gatti.
Vedo quel numero 6 che prende palla e si invola dalla sua
area a quella avversaria. Scambia la sfera con il suo compagno che con una
triangolazione perfetta la rispedisce al mittente, il numero 6 che ha seguito
l’azione la raccoglie al volo e segna con rapacità.
Una progressione e una falcata che non hanno nulla in comune
con la categoria. Chiedo chi fosse quel ragazzo e mi rispondono “ quel
Marcantonio lì è Gatti”. Dal rumore tra gli appalusi e le grida attorno a me,
avevo capito Marcantonio Gatti. Pensai che fosse un nome strano, scoprì
dalla distinta che era in realtà Federico il suo nome vero.
Il resto del match è puro divertimento. Dalle sue parti non
si passa, ogni stacco di testa è vincente e ogni marcatura asfissiante.
Mi sarebbe piaciuto vedere quel ragazzo dal vivo ma il
traghetto mi aspettava. Mesi dopo però la sua maglia la misi tra i miei ricordi
calcistici. La numero 6 che prese poi anche a Busto. Grazie a Giovanni che me
l’ha procurata.
Avevo visto altre partite anni prima del Verbania, ma un
tipo così quel giorno era davvero un “extraterrestre” tra normali calciatori.
Non è un ragazzo che può stare in D, lo mormorano tutti. Di
grande valore erano pure: il portiere Russo, l’attaccante Austoni ma, quel
difensore Gatti era davvero la perla rara di quel Verbania, un gioiellino da
tenere stretto.
Di quel trio, Russo approderà al poi al Legnano, diventando
un eroe pararigori per i lilla. Austoni resterà a Verbania segnando ma
non trovando mai la gloria del professionismo. Il destino invece di Federico sarà
oltre quello specchio d’acqua.
Anche la Cavese gli dà in quei mesi, una possibilità di
provino, ma dopo la prova con il club, Gatti ritorna a Verbania. Il club che lo
ha richiesto per uno stage resta stranamente in silenzio e non lo richiama più.
Lui non ci resta male, sa che ormai il salto tra i professionisti potrebbe
arrivare presto.
La svolta qualche settimana prima del match visto da me al
Pedroli. In una amichevole contro la Pro il nostro bravo DS Turotti lo esamina
e lo contatta. Per lui inizia un flirt che porterà Gatti tra i tigrotti. Troppo
forte quel ragazzo per non essere notato anche dai due nostri amici Andrea
Macchi e Alessandro Bianchi che in quella partita non credono ai loro occhi.
Davanti a loro un ragazzone che non può giocare in D! lo disse ad onore
del vero anche Flavio Vergani qualche settimana dopo in un bell’articolo.
Federico sarebbe pronto già a gennaio a vestire la casacca
bianco blu, ma il Verbania è messo male in classifica e deve salvarsi. Federico
deve restare sulla sponda Piemontese e dare il suo apporto al team locale, che
però retrocederà per il congelamento del campionato da parte della federazione
(anno covid).
Libero in estate arriva a Busto in punta di piedi mettendosi
subito a disposizione di mister Javorcic. Nelle sue prime interviste, una di
esse a noi del club, emerge la sua grande voglia di fare bene e la sua
timidezza che fuori dal campo non combacia con la ferocia nel rettangolo verde.
Quando sono tornato a Verbania a ottobre, una frase da parte
dell’amico Giovanni Verdicchio mi è parsa subito particolare. “Alla Pro è di
passaggio tra 1 o due anni massimo va in serie B”. Giovanni che è uno che ci
vede lontano ci azzecca in pieno pochi mesi dopo.
Dopo una stagione stellare Federico viene notato da mezza
serie B. Bravo più di tutti è il Frosinone che lo preleva e lo porta diretto in
serie cadetta.
Federico si trova subito bene e la squadra giallo blu non
può fare a meno di lui. Spettacolo e prestazioni straordinarie, conditi da
qualche gol, lo fanno notare subito ai piani alti del calcio che conta. Questo
ragazzone insomma brucia tutte le tappe.
Chiedo di lui a Giovanni suo amico se le voci di un
possibile passaggio in A sono veritiere.
Il resoconto che mi fa l’amico Giovanni in queste settimane
prima del passaggio di Federico alla Juve è sbalorditivo. Napoli e Udinese
prima di tutte bussano alla porta del Frosinone. Se la seconda squadra non
sembra troppo convinta dell’acquisto, non è dello stesso avviso il club
partenopeo.
Il club che fu caro a Maradona, propone un prestito secco
con opzione di riscatto per il 2022/2023. Troppo poco per il club del Frosinone
che vuole monetizzare. Si vocifera tra gli addetti ai lavori che per prenderlo
ci vogliono almeno di 10 milioni, cifra incredibile visto che quattro anni
prima Federico valeva meno di 5000 euro, tanto da arrivare gratis nelle terre
del VCO, quasi come un pacco da sbolognare prima possibile.
Come detto prima, Gatti ci doveva pure mettere del suo,
perché doveva pure lavorare per mantenere uno stile di vita soddisfacente e
fare il carpentiere quasi a tempo pieno con i rischi che il mestiere comporta.
Una crescita davvero impressionante del suo cartellino.
Durante la parentesi di mercato invernale che si chiude
oggi, Federico viene chiesto da mezza serie A. Il Torino offre 10 milioni e il
diritto immediato di prestazioni del giocatore. Alle 23 del 30 si interpone
alla firma la Juve, che pareggia e forse supera l’offerta dando però al
Frosinone la possibilità di mantenere fino a giugno il giocatore nella loro
rosa. Offerta che pare davvero più consona al club di Gatti.
Dal Pavarolo, passando per il Verbania, la Pro e poi il
Frosinone, il nostro Federico corona il suo sogno di giocare in serie A.
Dai tetti a montare vasistas e finestre al campo di Vinovo
il passo è stato breve, ma quanta sofferenza!, quante volte la stanchezza si
faceva sentire! Un premio a cotanto sforzo!
Anni fa era Il buio della notte ad accompagnarlo mentre
tornava in auto ad Arizzano, stanco ma sereno dei suoi allenamenti e del suo
lavoro in cantiere.
Oggi quel buoi è scomparso e al suo posto le luci della
ribalta.
Il sogno di un bambino di giocare tra i grandi campioni è
realtà.
Oggi più che mai il caso Gatti, è la prova vera che si vanno
a prendere ragazzi in capo al mondo senza però mai osservare nelle serie minori
quei giovani che sputando sangue cercano la gloria.
Il fascino dello straniero prevale sul nostrano italiano?
Pare di si!, visto i tanti club che quotidianamente spendono
milioni per elementi di altri paesi.
E come dice l’amico Andrea Macchi, “quanti Gatti ci perdiamo
noi in Italia…incredibile!”
A volte dietro l’angolo ci sono dei giocatori che potrebbero
davvero fare benissimo, basterebbe solo dare una possibilità.
È dai tempi di Riccardo Colombo che la Pro non vede un suo
tesserato arrivare in serie A.
Unico giocatore di proprietà che in pochi anni è arrivato
nella massima serie.
Un abbraccio a Federico, che si merita tutto il bene di
questo mondo e una carriera fantastica.
Io e i ragazzi del Tigrottino, Andrea Macchi e Alessandro
Bianchi non credevamo ai nostri occhi due anni fa, ma ora sappiamo che vedevamo
invece già molto lontano.
Non è una gara di bravura su chi è il più bravo a
riconoscere i talenti, per quel ruolo esistono gli osservatori, ma Gatti era
davvero un ragazzo fuori dagli schemi
Uno che davvero è rimasto per troppo tempo in campionati non
degni della sua anima e della sua forza.
Così come hanno visto lontano, il Ds del Verbania Fassoli,
il nostro grande direttore Turotti e il manager del Frosinone Angelozzi che ha
comprato e rivenduto a peso d’oro un ragazzo bravissimo.
Ora Federico indossa la maglia a strisce bianco nera ed è
tornato in Piemonte, proprio dove tutto è cominciato.
Auguri Fede, dovunque sarai, resterai un tigrotto a vita!
Ripercorriamo tramite gli articoli la sua storia:
Articolo apparso su Malpensa24 dove si cita anche il nostro
club
www.malpensa24.it/mercato-pro-patria-primo-volto-nuovo-un-gatti-fra-i-tigrotti/
Primo articolo su Federico del nostro sito
http://www.propatriaclubs.com/2020/08/gatti-e-una-tigre.html
https://drive.google.com/file/d/1zPHITmRkSKzArCxqg5TPW1ybcRSA4sc7/view
http://www.propatriaclubs.com/2021/04/gatti-sui-tetti.html
Simone Merlotti
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