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Nel passato, le discussioni tra i tifosi della Pro Patria avvenivano il giovedi e il sabato in Piazza Mercato, oppure, in via Milano, durante le innumerevoli "vasche" coperte dai pensionati, o dai lavoratori che si ritagliavano dieci minuti, prima o dopo l'entrata in banca o in posta, per dire la loro sulla situazione dei tigrotti.

Le contestazioni invece, quelle vere e serie, avevano come location irrinunciabile lo stadio.

Per le contestazioni low profile, il giorno giusto era la domenica dopo la partita, quelle top durante la settimana, quando tutto avveniva a luci spente e con grande efficacia. Per i più giovani o gli appena arrivati, pregasi citofonare Tonellotto.

I tempi cambiano, lo smart work impigrisce, il mondo diventa sempre più digital, così cambia anche il modo per dirsene quattro.

La piazza viene abbandonata e rimane solo il mercato, che diventa virtuale e l'arena si trasforma nella sua versione più evoluta di digital arena, chiamasi anche social arena.

Ieri, il canale più gettonato è stato quello di Facebook e più precisamente il profilo del Presidente della 

Pro Patria Domenico Citarella, che ha avuto una serata movimentata per rispondere colpo su colpo ai commenti dei tifosi.

L'invito unanime, o quasi, visto che la sola  tifosa Lucia gli ha regalato un apprezzato ( da Citarella)"welcome", è stato quello di lasciare Busto e non tornare più. Altri, hanno chiesto il motivo per cui non si operi nella campagna acquisti e altri ancora hanno chiesto conto sui problemi societari.

Citarella ha combattuto come un leone, anzi, come una tigre, anche se, a onor del vero, non ha per nulla convinto la tifoseria, assettata di fatti e non di parole.

Tifoseria che, dopo quanto accaduto negli ultimi anni, ha sviluppato il giusto fiuto per identificare e profilare le situazioni al primo annusamento.

Citarella ha invitato i tifosi che chiedevano di operare sul mercato dicendo loro di "informarsi", visto che la Pro Patria può al massimo acquistare un giocatore. Da capire il motivo per cui questo non sia avvenuto, visto che uno è meglio di zero.

Il Presidente ci ha tenuto a precisare che lui non è il proprietario della Pro Patria e non è un dipendente di Sgai, ma solo un manager chiamato a gestire la Pro Patria.

Per cui, ha invitato i tifosi a chiedere conto della situazione ai proprietari. Da capire chi siano questi proprietari e come contattarli, visto che non si sono ancora materializzati in quel di Busto, nonostante ormai da mesi abbiano annunciato l'acquisto della società.

Citarella ha infine fatto sapere che a breve sarebbe stato reso noto un comunicato stampa di Sgai in risposta alle notizie uscite ieri a riguardo della società campana.

Ovviamente, la cosa ha poco o nulla interessato i tifosi che di questi comunicati ne hanno le tasche piene.

Anche perchè, trattasi di tifosi della Pro Patria e non di Sgai, per cui, al limite, interesserebbero comunicati stampa, o meglio, conferenze stampe relative alla Pro Patria e non a Sgai.

Conferenze stampe meno asettiche e anestetizzanti rispetto alla prima e unica finora offerta, dove poter chiedere quello che conta e non solo sentire quello che poco interessa, perchè troppo scontato.

Il tempo delle parole è terminato, ci di diverta pure sui social, ma poi si agisca per il bene della Pro Patria, oppure, ci si faccia da parte.

C'è una storia da rispettare e una maglia faticosamente ripulita dal fango negli ultimi quattro anni, che tutti facciano la loro parte per evitare di tornare  in un attimo dove eravamo partiti.

Flavio Vergani

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