In pratica, si seleziona la roulette e si viene collegati
con insegnanti che vivono in Europa, in America, in Asia o in Africa.
Ieri, il sistema random mi ha indirizzato verso un
insegnante inglese che vive in Ungheria.
Come sempre, all’inizio della chiamata è frequente approfondire
la conoscenza reciproca condividendo hobbies e passioni.
La mia passione per il calcio ha stimolato la curiosità del “teacher”
che, tenendo in considerazione la mia residenza lombarda, ha azzardato che tifassi
per il Milan o l’Inter.
Ho fatto presente che la squadra per la quale faccio il tifo
da sempre non appartiene al gruppo delle squadre più famose.
Quindi, l’insegnante ha nuovamente tentato di indovinare la mia squadra preferita puntando sull’Atalanta.
Ho fatto presente che la squadra non milita nella serie
maggiore italiana, ma nella terza divisione, per cui, ritenevo molto difficile
che la potesse conoscere.
Ho quindi rivelato il nome della squadra, dicendo “è la Pro Patria”.
Appena sentito questo nome, l’insegnante ha esclamato: “Wow!
Pro Patria, Busto Arsizio, Tigrotti, it is a prestigious team!”.
Mi ha colpito l’entusiasmo della reazione, la convinzione
con la quale ha utilizzato l’aggettivo “prestigioso”.
Ha aggiunto: “Conosciamo la Pro Patria in Inghilterra, ere
in Premier League italiana tanti anni fa e sappiamo che ha la maglia uguale (o
meglio l’aveva prima del pessimo cambiamento registrato a inizio
stagione-n.d.r) dei Queen Park’s Rangers".
L’insegnante si stupiva del fatto che un team così “prestigious”
fosse in serie C, chiedendomene conto.
Mi sono giustificato dicendo che il mio livello di inglese
non mi permetteva di spiegare con chiarezza i motivi di questo downgrade,
completamente a disagio nel dover spiegare come un team noto persino fuori confini,
fosse così poco considerato nella città dove vive.
Identico imbarazzo nello spiegare i motivi per i quali “Mister
Berlusconi” ha scelto il Monza e non la Pro Patria.
Per tutta la serata mi è rimbalzato nella testa l’aggettivo “prestigiuos”
accostato alla Pro Patria, quel “Wow” spontaneo e proveniente dal cuore dall’insegnante.
Mi sono chiesto perché questo “Wow”non lo abbia mai sentito pronunciare dal bustocco medio, che al massimo dedica ai tigrotti un sarcastico sorriso di compatimento.
Prima di passare al “next step, il teacher ha chiesto chi fosse
il presidente attuale della Pro Patria e che progetti avesse.
Ho risposto
che: “ President is there, but I don’t know if he will be there”.
What? E’ stata la contro risposta dell’insegnante. Ovvio, il
suo dubbio sul fatto che il mio inglese non stesse dicendo quello che stavo
pensando.
E, invece, mai come questa volta si trattava di “perfect
english”, che mi ha aiutato a gestire un disagio che gelava il sangue.
Come avrei potuto deludere chi considera “prestigious” la
Pro Patria, rivelandogli la verità? Ossia, che pochi la vogliono e nessuno la tiene?
Flavio Vergani
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