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Se la Pro Sesto appariva la miglior squadra da incontrare dopo il sacco di Verona, il Sud Tirol appariva la peggiore dopo le tre scoppole subite con i milanesi. 

Convinzioni, per qualcuno certezze, spazzate via dai risultati sul campo che hanno ribaltato le aspettative e i facili pronostici.

Pochi si aspettavano la sconfitta con la Pro Sesto, nessuno il pareggio con il Sud Tirol, un esercizio propedeutico per chi ha sempre la verità in tasca e vive di certezze.

Comprese quelle sulle scelte tecniche del mister, trasformandosi dall’allenatore del Borgorosso Football club con la Pro Sesto, al Guardiola della serie C, dopo il pareggio di Bolzano.

Il rebus sembra essere più complicato di quanto appaia da fuori e va considerato che quando scendono in campo due squadre, entrambe hanno l’obiettivo di vincere.

Detto questo, Mister Prina può piacere e non piacere, ci mancherebbe altro, ma, va lui riconosciuto che sta combattendo la sua battaglia con una squadra  nata con un budget limitatissimo, in un periodo dove la proprietà aveva deciso di vendere la società, accettando il rischio che l’indebolimento programmato ( Lombardoni out, Latte Lath, Kolaj e Gatti ceduti, Javorcic lasciato andare), potesse bastare per un downgrade di classifica che dal quinto posto potesse trasformarsi in qualcosa in più di un quint’ultimo.

Conti sbagliati ad occhio e croce . Evidentemente quel periodo non era il migliore per le scelte e le valutazioni, visti anche i risultati dello screening sui possibili nuovi proprietari del club che ha scartato alcuni e scelto altri secondo criteri di scelta che lasciano interdetti.

Se poi, a questa squadra saccheggiata nelle sue qualità di spicco, si chiede di rinunciare sistematicamente a molti dei suoi protagonisti, o si tarda a restituire la stella Lombardoni (i cui tempi di recupero aprono domande a riguardo della perfect execution dell’intervento o/ e del percorso di riabilitazione), significa consegnare all’allenatore un compito che da impresa possibile sconfina nella mission impossible.

Siamo tutti uguali, quando si perde, si è presi da un grande scoramento e spesso le reazioni a caldo sono guidate dall’istinto del troppo amore.

Poi, però, a bocce ferme, ci deve essere un recupero di oggettiva analisi in grado di riconoscere per quello che è la vera realtà.

Nel caso specifico, dare merito ai ragazzi e a Mister Prina di aver saputo rialzarsi da un k.o tremendo, proprio di fronte all’avversario più forte del girone.

Jim Morrison diceva, più o meno, che non perde chi cade, ma chi non sa rialzarsi, una sintesi perfetta per la Pro Patria che ha saputo portare a casa un punto dalla trasferta con la capolista, senza tantissimi effettivi disponibili.

Servirebbe il coraggio di dire bravi e bravo a chi era stato aspramente criticato nella partita precedente, oppure, non dire nulla e osservare un rispettoso silenzio.

Inaccettabile invece è mancare di rispetto nei confronti di Mister Prina e della squadra, con assurde semplificazioni secondo le quali il pareggio sarebbe più un merito di Javorcic che di Prina.

Una vera e propria stronzata ( scusate, ma il correttore automatico ha scelto questo termine al posto di quello scritto da noi, ben più esplicito), vista la posizione del Sud Tirol, visto quanto accaduto in campo con Caprile Super Star e formazione locale infarcita di attaccanti a fine match.

Servirebbe essere passionali e istintivi sempre e comunque, perché questo è l’animo di chi ama questi colori, non criticoni nella sconfitta e complottisti nella vittoria o in grandi imprese.

Alle assenza dei calciatori, non si dimentichi l’assenza societaria che costringe il team a gestire in perfetta solitudine questo momento difficile della stagione. Le presenze allo stadio simboliche o sui social dei soci di minoranza e maggioranza non sono sufficienti per trasmettere una situazione di normalità e utili a dare certezze ai protagonisti.

Nessuno dimentichi l’immobilità della società nel mercato di Gennaio dovuto ad accordi che lasciano senza parole. Se chi vende non investe in estate, sperando che lo faccia chi compra e chi compra non lo fa sperando che la venditrice si trasformi nuovamente nell’acquirente, non è certamente colpa di Mister Prina e nemmeno di Sandro Turotti.

L’unica loro colpa è quelle di essere dei Signori con la esse maiuscola e di non usare questa situazione come altri avrebbero fatto. Forse, l’unico regalo di vicinanza che gli si possa fare è di dividere almeno per quattro le colpe, quando vengono assegnate e non solo per due. Perché quello che succede in campo è anche figlio di quello che (NON) succede fuori dal campo.

Flavio Vergani

 



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