Il calcio ha i suoi
numeri che dicono che se non si segna almeno un goal, le possibilità di vincere
la partita sono pari allo 0%.
Per avere il 33% delle possibilità di vincere, bisogna
buttarla dentro. Non valgono nemmeno le due belle occasioni di Ferri e Piu che
nel primo tempo hanno fatto gridare al goal , o il bel tiro di Pierozzi neutralizzato
dal figlio d’arte Marchegiani, portiere del Trento.
Non valgono perché il calcio non è il pugilato dove si può vincere ai punti.
Se poi, gli attaccanti Parker, Stanzani e il neo arrivato
Pesenti, non inquadrano mai la porta, se non con un tiro in tre, che tra l’altro
avrebbe parato anche un bambino dell’asilo, si comprende quanto sia difficile
la strada verso la salvezza.
La Pro Patria gioca bene il primo tempo, ma nel secondo si
scompone, spariscono le distanze tra i reparti e, visto che nel calcio moderno
non si è sufficientemente “trendy” se non si effettuano più cambi possibili,
ecco gli ingressi di Fietta, Ghioldi, Pesenti e Brignoli, che fanno rimpiangere
chi c’era prima, tra i quali un Ferri che con Nicco e Pierozzi, garantisce un
po’ di qualità, in mezzo ad un calcio certamente non per esteti.
Il Trento nemmeno dà l’idea di voler vincere la partita e le
sue incursioni in area di rigore sono estemporanee e per nulla convincenti.
Venuto a Busto con il chiaro interno di pareggiare il match, ringrazia per l’anticipo
dell’orario della partita, che consente un ritorno in orario più agevole a discapito
degli spettatori lavoratori dei quali ormai gliene frega davvero poco a tutti o
quasi e porta a casa un pareggio d’oro.
Spalti semivuoti, effetto casalingo annullato e tutti
contenti per un gentleman agreement davvero discutibile e che si ripercuoterà
sulle prossime campagne abbonamento.
Che altro dire, se non anche questa volta si vincerà la
prossima?
Prossima che fa rima con Lecco, non una partita tra le più
agevoli, ma per questa Pro Patria nulla sembra essere agevole e salvare la
pelle sarà davvero un’impresa ardua.
La squadra è migliorata rispetto al passato, ma la vittoria
non arriva e questo è un segnale tremendamente preoccupante.
Come i silenzi che arrivano dalla situazione societaria,
dove, sembra le uniche voci che si sentono nell’aria sono quelle dei legali rappresentanti
delle parti in causa. Cosa si stanno dicendo è un mistero, ma qualunque sia non
è certamente rassicurante una situazione di silenzioso stallo. Dopo la
frittata, ci mancherebbe pure che si bruci.
Flavio Vergani
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