Tutti la vogliono, nessuno la prende era uno dei proverbi
accostato alla Pro Patria nel passato.
Nessuno la vuole e tutti la prendono è l’adeguamento dello
stesso alla situazione societaria.
Patrizia Testa, dopo essersi sbrigativamente liberata della
società per abbracciare la sua nuova passione politica, sembra impegnata nel tentativo
di riaverla dalle mani del Consorzio Sgai.
Lo stesso Consorzio Sgai, dopo che (sembrerebbe) aver versato
1,2 milioni di euro per avere la Pro Patria, ha fatto sapere che se Patrizia
Testa rivorrà la stessa, si dovrà accordare con la proprietà. Per la serie, per
noi nessun problema a cederla, ma alle nostre condizioni.
In tutto questo, ecco i legali della parte venditrice, con
desiderio di “recompra”, che leggono e rileggono l’accordo preliminare di
vendita per trovare l’ago nel pagliaio che permetta di riavere quello che si
era deciso di cedere, forse non all’ultimo arrivato, ma nemmeno al primo.
Chi è causa dei suoi guai pianga sé stessa, dice il proverbio,
adattabile per l’occasione in chi è causa dei suoi guai fa piangere gli altri,
oltre a sé stessa. I tifosi certamente, rimasti allibiti dal clamoroso modus
operandi di questa mancata(?)cessione societaria, dei tempi scelti per portarla
a termine con deadline discutibili e clausole rescissorie che sembra si stiano
rivelando un vero e proprio boomerang per chi le aveva pretese, ma anche per la
squadra chiamata ad una salvezza già difficile sul campo e negativamente
influenzata dalle vicende societarie.
Mercato bloccato, la cui unica eccezione è stata autorizzata
da un colpo di mano del Presidente pro tempore Citarella, ma anche totale
assenza di programmazione del futuro che, nelle società normalmente gestite, inizia
proprio in queste settimane. Giocatori, ma non solo e qui alludiamo a figure di primaria
importanza nella strategia bustocca come il Direttore Sportivo Sandro Turotti al
quale suonano il campanello ogni giorno per proporgli progetti alternativi, in totale
balia degli eventi, con il tempo che passa e zero garanzie per il futuro. Quanto potrà resistere alle sirene che lo tentano? La tentazione fa l'uomo ladro e Turotti che ladro non è, vorrebbe tanto anche non cadere in tentazione.
Il silenzio è d’oro dice il proverbio, ma nel caso specifico,
dopo le voci raccolte allo stadio degli attuali proprietari del club e non
smentite dalla controparte, sembrerebbe che sia più opportuno l’utilizzo del
proverbio alternativo “chi tace acconsente” e questo non aprirebbe scenari tranquillizzanti.
Che tempo richiederebbe un’eventuale confronto tra i legali
delle due società? Certamente non qualche settimana. Il tutto sulla pelle di
tifosi e giocatori che rimarrebbero orfani di una dirigenza riconosciuta. Una
terra di nessuno nella quale doversi muovere in ordine sparso per “passà a’
nuttata”.
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, si adatta perfettamente alla situazione con un bel “tanto va la tigre al lardo che ci
lascia la categoria”. Indubbiamente l’esibita disponibilità economica mostrata
dal Consorzio Sgai ha ingolosito la parte venditrice, favorendo questa offerta
ad altre già apparecchiate sul tavolo delle trattativa, seppur con una tovaglia
un po’ meno di valore ma probabilmente con meno pieghe da stirare, ma alla fine
il rischio di perdere sull’unghia quella categoria conquistata con fatica, riportando i
tigrotti esattamente da dove erano stati presi, è quanto mai concreto.
Un rischio che se si concretizzasse demolirebbe in solo istante quanto fatto in quattro anni per dare risalto sportivo ed etico alla Pro Patria.
La posizione in classifica è quanto mai deficitaria e sperare nel proverbio, o meglio, in Chi ne sapeva più di tutti già duemila e venti anni fa "beati gli ultimi perchè saranno i primi", sarebbe troppo ottimistico e farebbe persino ridere.
E, come si sa...il riso abbonda sulla bocca degli stolti
Sarebbe davvero il finale peggiore di un bellissimo film.
Flavio Vergani
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