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Vox populi, Radio Scarpa, note fonti anonime, chiamatele come volete, trattasi dei sussurri e delle grida che da sempre si odono nella ristretta cerchia dei tifosi più informati della Pro Patria.

Voci che crescono a dismisura e si moltiplicano più del Covid, soprattutto in mancanza di notizie ufficiali sui temi scottanti del momento.

I silenzi attuali della dirigenza sono il terreno perfetto di coltura di mille sospetti, interpretazioni, letture complottiste, ipotesi fantasiose che popolano le giornate dei tifosi.

Un "mood" utile per parlare a proposito o a sproposito della Pro Patria, purchè se ne parli, perché una giornata di silenzi sta stretta al tifoso più accanito, figuriamoci mesi come sta accadendo.

Silenzi che di fatto accettano e giustificano il serpeggiare di voci a proposito del tema del momento, ossia questa cessione o mancata cessione societaria che più passa il tempo e più diventa incomprensibile nei modi e nei tempi con i quali è stata condotta.

L’arresto del Presidente Galloro, Ceo di Sgai, appena dopo l’annuncio dell’acquisto della Pro Patria, ha fatto traballare l’antica certezza garantita da Patrizia Testa a riguardo dell’attenzione che sarebbe stata posta verso il profilo etico dei potenziali acquirenti del club. D’accordo che nessuno è colpevole fino a sentenza eseguita, ma non si può negare che l’impatto dei nuovi non sia stato dei migliori, anche perché nulla è stato fatto per far cambiare l’iniziale opinione dei tifosi.

La successiva mancata realizzazione del passaggio proprietario per motivi ancora non noti alla tifoseria, è stato il secondo indizio che ha confermato il fatto principale della questione: ossia che venditrice e acquirenti sono alle carte bollate e questo non è certamente la soluzione promessa dalla Presidente uscente.

I tifosi si chiedono quale sia stato il percorso che ha portato a questa scelta, quando, a quanto si dice, nel recente passato si sono rifiutate soluzione potenziali di spessore da parte di chi adesso sta vincendo un campionato di serie D nel girone A. Una soluzione che sembrava bella che pronta in via Manzoni a Milano, ma inspiegabilmente lasciata sul tavolo, nemmeno sparecchiato.

Vox populi che fa sapere non fosse la sola e unica possibilità, visto che anche una dirigenza ora nel campionato di serie B a strisce bianconere, aveva messo gli occhi sul biancoblu.

Voci, ovviamente, tutte da confermare, ma che i ben informati danno per altamente probabili, se non certe e se lo dicono loro, perché non crederci?

Cara vox populi, questo è il passato, ma a noi interessa il presente e il futuro prossimo.

Qui, entriamo nelle news fresche di giornata che regalano un alito di ottimismo.

Inutile far finta di niente, che la Pro Patria rimanga a Patrizia Testa o a Sgai, difficile pensare che gli stessi, per motivi diversi, abbiano voglia e tempo per investire in un programma a lunga data.

La prima per i suoi impegni politici che ostacolerebbero la gestione, la seconda per le note vicissitudini che occuperanno molto del prossimo futuro.

Servirebbe chi, tra i due litiganti, possa godere. Sul tema, secondo diverse fonti accreditate, potrebbe esserci una sorpresa, visto l’interesse mostrato per la Pro Patria da parte di un personaggio ritenuto dai più altamente affidabile.

Vox populi era e tale rimane, per cui, calma e gesso, ma quello che lascia ben sperare è che qualcosa si sta muovendo e dopo i molti ( troppi?) no detti e i si troppo precipitosi, potrebbe essere giunto il momento di una svolta per il futuro della Pro Patria, in modo che si possa pensare solo al campo e dopo la salvezza al futuro.

Il terzo incomodo che toglierebbe le castagne dal fuoco è la soluzione più semplice che il buonsenso consiglia, questa volta, perderla sarebbe deleterio.

A tale proposito, si moltiplicano in città le voci relative ad un personaggio definito dai più informati come del tutto affidabile interessato a rilevare da Patrizia Testa la società. Notare il dettaglio, da Patrizia Testa, non da altri.

Verità o fantasia? Lo vedremo, ma, visti i silenzi ostinati "delle"attuali proprietà meglio il piuttosto che niente, soprattutto quando è utile per credere o far finta di credere ad una soluzione definitiva.

Certi treni passano una sola volta, avere la fortuna di poter salire a bordo nuovamente un privilegio, anche se la linea non quella delle Nord tra Busto e Novara.

Flavio Vergani

 


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