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"Fuori tutti dagli spogliatoi", questo il grido forte e chiaro della squadra, che ha messo alla porta il Presidente Citarella e la socia di minoranza Patrizia Testa, considerati indesiderati da squadra e staff. Dai rumors raccolti da questo sito, che nessuno considera,  ma tutti leggono (e questo ci riempie di orgoglio) e qualcuno/a critica in modo seriale a bassa voce e  nascosto/a nella fossa della trincea ( molti nemici, tanto onore), si è passati all'ufficialità letta ieri sulla stampa locale.

Nessuna intenzione di spendere ancora fiato per parlare con una proprietà fantasma, fiato solo per correre e salvarsi, non condividendo l'impresa con nessuno, soprattutto con ha ceduto la società in modo del tutto discutibile e con chi l'ha presa e abbandonata, senza neppure averla amata per un istante.

Poi, si narra che Citarella abbia avuto una one- to one telefonica con giornalisti professionisti, pubblicisti tesserati e pubblicisti stesserati,(non è bastato appartenere alla categoria di mezzo per essere considerati, ma chissenefrega), raccontando la sua verità.

Partiamo dall'inizio, la squadra non ha intenzione di frequentare la dirigenza di maggioranza o di minoranza che sia, visto che dalle molte parole che ormai i due  contendenti dicono e scrivono da mesi, non è arrivato un fatto concreto, se non quello di accusarsi a vicenda in una disputa senza fine.

Una scelta del tutto comprensibile, visto il tradimento a sangue freddo che i ragazzi hanno subito da parte entrambi, che li hanno lasciati soli a combattere in campo e fuori.

Il Presidente Citarella ha preso atto del fatto che la sua presenza sia sgradita allo spogliatoio e si è fatto da parte, togliendosi un peso, visto che lui per prima aveva recentemente fatto sapere di non essere più disponibile ad essere capro espiatorio di una situazione non sua, visto che lui  non è parte di Sgai, ma solo un dipendente.

Ci sarebbe un modo per farsi da parte con eleganza e dare un senso di coerenza con le parole dette e i fatti accaduti: quello di dimettersi, visto che il ruolo di Presidente senza portafoglio è da tempo un ruolo inutile e con poco senso, anzi, con nessun senso.

La squadra e lo staff si autogestiscono dal lunedì al venerdì, per cui lo possono fare anche il sabato e la domenica, senza appesantire il conto economico del Consorzio Sgai con costi logistici di trasferta inutili, esponendo il presidente ad un tiro al bersaglio che lui dice di soffrire. Si ritenga fortunato, in passato qualcuno per molto meno, soffrì molto di più.

Essendo il Presidente operativo in modalità "senza portafoglio", anche sotto questo punto di vista non si riscontra nessuna utilità nel "daily" societario, finora mandato avanti solo ed unicamente con i  contributi dei giovani. Il frutto di un lavoro lungo quattro anni che sta sostenendo la Pro Patria oggigiorno, grazie al lavoro di Sandro Turotti e non certamente per merito di Sgai.

Che poi il Presidente Citarella dica che riesce a gestire la Pro Patria da Napoli in modalità "smart working" è solo un dettaglio che non fa la differenza. Tutti sanno e lui per primo, che trattasi di una giustificazione sterile, di facciata, che tenta di far apparire normale quello che tutti sanno che normale non lo è.

Gestire una società vuol dire viverla ogni giorno, far sentire una presenza fisica concreta, essere vicini a giocatori e staff per motivarli, consolarli, stimolarli, rassicurarli, respirare la stessa aria e ovviamente dare garanzie solide a riguardo degli aspetti economici. Questo, anche nel attuale mondo in trasformazione che sta andando dal reale al virtuale e dal virtuale al metaverso, non lo si può fare da lontano, a meno che non si voglia saltare dallo step del metaverso a quello della realtà aumentata, ossia ai confini con la fantascienza. 

In realtà, questa vicenda è un po' fantascientifica lo è, seppur con personaggi reali, ma il consiglio che vale per tutti è di tornare alla realtà e dare alla Pro Patria la normalità che si merita.

Il Presidente Citarella ha anche fatto sapere che Patrizia Testa avrebbe potuto riavere la società in 10 minuti, sarebbe bastato seguire le tappe di un percorso concordato nell'atto per farlo.

Domanda: Patrizia Testa ha l'obbligo di riprendere la Pro Patria per fare un favore a chi l'ha acquistata e non sa cosa farsene? Magari alle condizioni del gruppo Sgai?

Prima di passare alle opzioni di vendita, ci sarebbe da pensare ai propri obblighi stipulati in sede di acquisto, che sono quelli di gestire la società in maniera strutturata e, ovviamente, con diversa disponibilità economica.

In più, visto che Patrizia Testa ha fatto sapere che ci sono garanzie per 550 mila euro ancora a suo carico e che dovrebbero essere passate di mano da mesi, perchè non si risponde anche di questi obblighi? Le repliche sono sempre apprezzate, se complete però!

Questo è l'obbligo che Sgai si è presa in carico, che poi Patrizia Testa non abbia esercitato il suo diritto di "recompra" è un fatto del tutto marginale. Il suo obiettivo era di vendere la società, non di acquistarla o riacquistarla e quello di Sgai era di acquistarla e non di venderla o rivenderla. Per cui, si cominci a fare il proprio dovere, prima di chiedersi perchè altri non esercitino una opzione, che, essendo tale, rimane un'opportunità, non un obbligo.

Flavio Vergani





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