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Come segnalato da qualche tifoso, durante l'ultimo match casalingo della Pro Patria ci sono stati dei problemi di posteggio, dovuti al fatto che in contemporanea con la partita dei tigrotti si  svolgeva un torneo giovanile organizzato dall'Antoniana. Se con quattrocento spettatori scarsi si rilevano questi problemi, quando saranno di più cosa accadrà, si chiedono i tifosi? La cronaca dice che prima c'era qualcosa che qualcuno chiamava parcheggio, ossia una piana ai confini con lo stagno quando pioveva, senza illuminazione e senza linee divisorie che veniva utilizzato come parcheggio dagli spettatori della Pro Patria. Quante volte? Una ventina di giorni all'anno. Oggi ci sono dei campi di gioco che permettono ai ragazzi di giocare a pallone. Quante volte? Tutti i giorni.

Meglio piuttosto che niente, dice qualche tifoso, per cui, meglio la piana che niente, meglio lo stagno che il niente.

Detto che una città come Busto  al limite avrebbe dovuto avere l'ambizione di dire : meglio un parcheggio come si deve, illuminato, recintato e segnato, piuttosto che una piana ( chi lo ha mai chiesto?), ci si chiede il motivo per il quale la società Pro Patria non abbia fatto una piega per questa sottrazione di spazio prima adibito a posteggio selvaggio delle auto dei suoi tifosi. 

Un silenzio assenso che ognuno ha avuto modo di interpretare a suo modo, anche se non serve la laurea ad Harvad per capirlo. 

Chi ne sa di più di noi dice che esiste una convenzione che obbliga la società Antoniana ad aprire il cancello dei campi di allenamento, ricavati al posto della piana, per permettere agli spettatori della Pro Patria di posteggiare in occasione delle partite interne dei tigrotti.

La convenzione, se esistesse davvero, non viene rispettata e per fortuna ci viene da dire. Pensare di invadere i campi con le auto per distruggerne il tappeto verde è semplicemente ridicolo. Come ridicolo è pensare di aver inserita questa clausola nella convenzione.

Soluzione? In futuro, quando la Pro Patria avrà recuperato tutti i suoi spettatori al momento assenteisti per i più disparati motivi, il problema diventerà prioritario, mentre per i problemi correnti, ossia quelli rilevati nell'ultimo turno interno, si faccia appello al buonsenso.

Il calendario delle gare interne della Pro Patria è noto da mesi, è così difficile non organizzare tornei che portano pubblico durante questi giorni?

Invece di riferirsi a convenzioni con clausole penalizzanti lo stato qualitativo dei campi, non sarebbe meglio parlarsi e concordare di non intralciarsi a vicenda, non sovrapponendo eventi che dovrebbero vivere parallelamente?

E' possibile dover riferirsi a clausole pensate per non essere rispettate, piuttosto che impegnarsi al rispetto reciproco e alla collaborazione fattiva in grado di superare le carte per passare alle parole e al dialogo?

Nelle foto, scoprite la differenza: cosa assomiglia più ad un parcheggio e cosa di più ad un campo di calcio

Flavio Vergani



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